giovedì 3 luglio 2014

IL RITORNO DI PK, IERI COME OGGI UN AMORE SENZA FINE



“Arma ansercùlusque cano…” così iniziò 10 anni fa il lungo percorso che avrebbe portato alla nascita di Bergomix. Moltissimi di voi, infatti, non sanno che prima degli eventi cinefumettistici, prima degli apericomics, prima delle mostre e delle convention, c’è stato un ragazzo con la sua passione per il media fumetto, una passione nata dalle letture dei primi Topolino, ma concretizzatasi soltanto nell’ormai lontano 1996, quando sugli scaffali delle edicole d’Italia giunse una serie a fumetti davvero speciale: Paperinik New Adventures, conosciuta ed amata in seguito con l’abbreviativo PKNA.
Copertina di PKNA #0/0 "Evroniani"

Cosa avevano di tanto particolare gli albi di questa nuova serie a fumetti? Forse niente, forse tutto:
-Una Paperopoli 2.0 rivisitata come una metropoli odierna e ben distante dall’etereo panorama fanciullesco dell’immaginario disneyano comune;
-Un Paperinik molto più supereroe e meno vendicatore mascherato, con nuovi alleati, nuovi comprimari ed un accenno di continuity narrativa ad un’altra serie a fumetti (chi di voi si ricorda la Master Story delle Giovani Marmotte?);
-Una sceneggiatura fresca, originale, d’azione e d’emozione;
-Disegni e tavole molto più filo comics americani di quanto si sia mai osato all’epoca in un fumetto popolare italiano;
-Colorazioni straordinarie, in grado di trasmettere sentimenti, ben lontane dalle tinte piatte color pastello che era solito offrire all’epoca il settimanale Topolino.
O forse era soltanto la voglia di leggere qualcosa di nuovo, che arricchisse un immaginario personale ancora vergine e lo proiettasse verso un intrattenimento culturalmente sapiente ed infinito.
Fatto sta che tutto è iniziato in quell’estate con Pikappa e se non fosse stato per le storie concepite dal PKTeam, probabilmente quel ragazzo non sarebbe mai approdato a letture supereroiche, bonelliane, BD,  e non avreste l’Associazione Culturale Bergomix con la triste conseguenza di una Bergamo sterile alla Nona Arte. Ma rallegriamoci, poiché per vostra fortuna le cose sono andate per il verso giusto!
Torniamo ora a 10 anni fa, luglio del 2004 quando un futuro presidente si apprestava a diplomarsi portando con se una tesina tutta incentrata sugli approfondimenti di studio suggeriti dal media fumetto.
Tra le numerose discipline da portare vi era anche Latino, in particolare la letteratura latina, e quale miglior argomento, se non una comparizione tra l’Eneide di Virgilio e la saga di PKNA, poteva essere trattato?
Si avete letto bene, ed ora ne avrete una conferma:

"Arma ansercùlusque cano,Americae qui primus ab oris Italiam fato heros et in chartaceis venit litora, multum ille et terris iactatus et alto vi alienorum , saevi memorem Evronis ob iram, multa quoque et pugnae passus, reddidit pacem et intulit Anseropoli sedem suam, genus unde Anserculum Terrestriumque patres atque altae moenia Anserculi Cavi Turris."

Tr- Canto le armi e il paperino che primo dall’America venne in Italia, eroe per volere del caso sui lidi di carta, a lungo travagliato per terra e per mare dalla potenza aliena a causa dell’ira tenace del crudele Evron, molto soffrì anche in battaglia: finché riportò la pace e stabilì la sua base operativa a Paperopoli, origine gloriosa della razza paperopolese e terrestre, e delle mura della superba Ducklair Tower.

Questi versi in lingua latina vi hanno rammentato qualcosa? Esatto, questa potrebbe essere l’introduzione più giusta per presentare un personaggio la cui saga fumettistica ha anche preso spunto (e potremmo pure dire consapevolmente a seguito di un incontro d’approfondimento avvenuto in un freddo inverno del 2005 con Ezio Sisto e Davide Catenacci), da un opera latina molto importante: l’Eneide. Per chi non la conoscesse, questo poema, che si prefiggeva il doppio compito di lodare l’imperatore Augusto e di sostituire l’epica di Ennio, fu composto dal poeta Virgilio a partire dal 30 d.C. e la sua trama è divenuta nei secoli una leggenda. Dopo la guerra di Troia, il destino e la sopravvivenza di un intero popolo furono affidate ad un “eroe per Caso”, Enea , la cui epica avventura ha portato alla fondazione della capitale del più imponente impero mai visto: Roma. Ventotto secoli più tardi, il destino, la sopravvivenza dei terrestri viene affidata ad un altro “Eroe per Caso”, Paperinik, le cui eroiche imprese hanno portato alla pace intergalattica nella realtà disneyana di Pikappa ( o così credevamo fino a pochissimo tempo fa, ben lieti di essere smentiti da Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio). Certo, forse parlare di Paperinik in questi termini e paragonarlo al mitico Enea può sembrare una scelta azzardata ma, se si guarda un po’ più attentamente la carriera del fumettistico papero, a fine Anni 90, ci si accorge di quanto simili possano essere le due vicende.
Tutti conoscono, o per lo meno dovrebbero conoscere, il personaggio disneyano noto col nome di Paperino. Un personaggio dalla vita apparente semplice (ok, forse un po’più sfortunata di altri ma pur sempre normale) ricca di avventure, momenti comici ma anche romantici. Cosa accade però quando le tenebre calano? Dopo aver finito i compiti tra i mille rimbrotti dello zio, Qui,Quo e Qua vanno a letto, Archimede Pitagorico, col suo fidato Edi, si siede dinnanzi al computer e, inaspettatamente, Paperino smette gli abiti alla marinara ed indossa la divisa da supereroe per divenire il vendicatore mascherato noto come Paperinik, difensore di Paperopoli, in sella sulla sua fedele 313X. 


Nato dalle menti di Elisa Penna, Guido Martina e dalle matite di Giovan Battista Carpi nel 1969, per anni il Paperino vendicatore mascherato ha lottato, con tono ironico e parodiando talvolta altri super colleghi americani, contro il crimine di Paperopoli, rappresentato il più delle volte da avversari di Zio Paperone quali Amelia, la Banda Bassotti e RockerDuck. Tutto questo sino a quella fatidica estate del 1996. Grazie agli sforzi del cosiddetto PKTeam (un team dei migliori autori e disegnatori italiani, ma formato anche da un’energica redazione che tra le sue fila presentava anche l’odierna direttrice di Topolino, Valentina De Poli) il personaggio di Paperinik evolve in Pikappa, si muove attraverso una diversa Paperopoli, rappresentata come una vasta e moderna metropoli che nulla ha da invidiare alla nostra New York City, e viene a contatto con un mondo, o per meglio dire con un universo, dove si sente un piccolo papero sperduto ed impaurito. 



Le prime due pagine della saga di PKNA

Copertina di PKNA #0/2 "Il Vento del Tempo"

Pikappa apprende che esistono avversari spietati, quali gli alieni Evroniani, in grado di coolflamizzare ogni persona senza pietà o il Razziatore, pirata che può viaggiare attraverso le epoche, ma anche sorprendenti alleati, come l’Intelligenza Artificiale meglio nota come Uno, Lyla la tempoliziotta del XXIII°secolo, Xadhoom un’irascibile scienziata con un odio profondo per Evron. 

Lyla di Claudio Sciarrone

Copertina di PKNA#0/3 con l'arrivo di Xadhoom

L'incontro tra PK e Uno

Paperino, nel corso dei primi albi, deve compiere una scelta: agire in quel mondo dove anche un solo errore può costargli le piume o tornare a vivere in quella Paperopoli da sogno dove per anni ha vissuto incredibili avventure. La scelta di quella nuova vita costerebbe al nostro eroe molte sofferte decisioni, tra le quali parecchie rinunce, che qui di seguito saranno messe in parallelo con quelle dell’eroe epico Enea.
La prima rinuncia riguarda l’addio ad un amico come Archimede Pitagorico, divenuto nel corso degli anni una sua spalla. La decisione è molto difficile e lo si capisce anche dal monologo fuori campo che ritrae Paperino nella storia “Archie” pubblicata sull’albo PKNA – SPECIALE ZERO BARRA UNO (no, lo speciale non esiste o forse si, guardate nella vostra collezione se siete Pkers di vecchia data):

Copertina dello speciale Zero Barra Uno


E’ una questione di coraggio, in fondo. E a lui non dovrebbe mancare, è un supereroe, no? Ma allora perché non si decide a scendere? Perché, forse, tutto il coraggio che ha dimostrato sfidando centinaia di criminali, trappole, pericoli, avventure… tutto quel coraggio non basta per affrontare un addio. Da quanto tempo si conoscono? Non riesce nemmeno a ricordarlo. Archimede è sempre stato al suo fianco. Prima…e dopo. Quando lui ha cominciato a non essere più “soltanto” Paperino… ma anche Paperinik. Ma quello è sempre rimasto un segreto per tutti. E così tutte le volte che, per qualche ragione, gli mostrava il vero volto a cancellare tutto provvedevano le caramelle Cancellin. Davvero straordinarie, le Car-Can. Come tutte le invenzioni di Archimede, d’altronde. C’è qualcosa di buffo in tutto ciò. Peccato che stanotte non abbia voglia di ridere. Sono successe troppe cose, e tutte assieme. Nuovi nemici, nuovi amici, una nuova vita. Dove non c’è posto per Archimede. Ed è meglio così. Non sarebbe giusto sconvolgere la sua esistenza tranquilla… sempre con la testa fra le nuvole, il buon vecchio Archie! E, in quella testa, sempre una nuova invenzione. Per stupire il mondo, o almeno Zio Paperone. Deve dirgli addio, e subito, trovando una buona scusa. Già, perché nessuno deve sapere che cosa c’è all’ultimo piano della Ducklair Tower. E chi sta minacciando la Terra.”
Archimede, dunque, rappresenta un legame col passato, un elemento troppo fantastico che stonerebbe in quella nuova realtà appena presentatasi, dove l’ordinaria fantasia significa insuccesso nella missione, dove esitare significa cadere sotto i colpi del nemico. Ora non si tratta più di combattere la Banda Bassotti ma di invasori alieni, la cui tecnologia fa impallidire il genio di Archimede. A questo punto, l’elemento tecnologico ordinario ed “obsoleto” (Archimede) viene sostituito con uno più efficace, Uno, elaborato dall’alieno Everett Ducklair (una rivelazione, l’origine di Everett, che ci ha davvero scossi ai tempi di PK2). Allo stesso modo, Enea si trova di fronte alla realtà di una patria distrutta sotto i colpi del nemico ed è costretto a rinunciare alle bellezze della propria terra per emigrare verso lidi sconosciuti e fondare una nuova patria che, a sua insaputa, avrebbe vendicato l’onta della sconfitta subita. Una rinuncia, quella di Pikappa e di Enea che si potrebbe sintetizzare nell’abbandono dell’ordinario per affrontare qualcosa di nuovo.
La seconda rinuncia ha a che fare con gli strumenti usati finora, troppo obsoleti contro gli invasori alieni che Paperinik deve affrontare. Tra questi vi è un suo vecchio e leggendario alleato: la  fedele automobilina 313 , compagna di mille avventure. Nell’albo speciale Zero Barra Uno (si sempre quell’albo fantomatico) il PKTeam ci mostra come attraverso uno strano e alquanto realistico sogno la 313 spieghi a Paperino che per lei è giunto il momento della pensione e di non essere più adatta al ruolo di veicolo di un supereroe.
Qualcosa di simile accadde anche ad Enea che durante un naufragio si vede costretto ad abbandonare la salda imbarcazione con la quale salpò dai lidi di Ilio.
La terza ed ultima rinuncia è forse la più dolorosa di tutte. La nuova battaglia chiederà al nostro eroico papero di rinunciare al suo immortale amore: Paperina. Paperina, infuriatasi per l’ennesimo ritardo del suo accompagnatore (Paperino era di fatto impegnato ad impedire un attentato evroniano) accetta le avance di Gastone e il nostro eroe capisce che non può far nulla:
Avrei voglia di strapparmi la maschera e dirle tutta la verità. Ma è meglio che lei resti fuori da questa nuova storia. Ci vuole qualcuno che si sacrifichi per gli altri. Anche al costo di rimanere solo. Non è per questo che esistono gli eroi?”. Stessa rinuncia tocca ad Enea, che con l’affanno nel cuore si vede costretto ad abbandonare Didone, la donna che, dopo la scomparsa della moglie durante la fuga da Troia, aveva riempito nuovamente il suo spirito d’amore: “Regina non sarò io a negare che hai tanti meriti quanti puoi contarne a parole, e non mi scorderò di te finché lo spirito reggerà queste membra, finché mi ricorderò di me stesso. Ma ascolta. Io non sperai di nasconderti questa fuga, credilo pure, e del resto mai ti tenni discorsi di nozze o pensai di sposarti. Se i Fati permettessero che conducessi la vita come vorrei, secondo i veri miei desideri, sarei rimasto a Troia vicino alle dolci reliquie dei miei, gli alti tetti di Priamo starebbero ancora in piedi e con le mie mani avrei costruito ai vinti una rinata Pergamo. Ma adesso Apollo gringo mi comanda di andare in Italia: in Italia mi ordinano di andare gli oracoli di Licia. Questo è il mio amore, questa è la mia patria(trad. di C.Vivaldi). Quindi, in entrambi i casi, l’amore e la “missione” vengono visti dall’eroe su due piani differenti, che paiono non ricollegabili tra loro. La missione deve venire prima di qualsiasi cosa, anche della propria felicità, perché l’eroe è dotato di una grande responsabilità nei confronti dell’adempimento del proprio dovere.
Questi eventi, che, abbiamo visto, si sposano in parallelo con quelli dell’Eneide, danno nuovo battesimo a Paperinik che da quel momento è stato conosciuto e temuto come PK (dal latino Platyrhynchos Kineticus, tradotto più o meno liberamente Energized Duck, ovvero Papero Energetico dal videogioco “Chi è PK?”). 


Pikappa infatti non solo si troverà ad affrontare mortali nemici ma anche i media d’informazione (si è una sorta di omaggio alla figura tormentata di Spider-Man). Se quando affrontava normali criminali Paperinik veniva dipinto come l’eroe protettore della città, nel momento in cui si evolve in PK, la sua figura mediatica subisce uno sdoppiamento di personalità. Da una parte abbiamo la giornalista Lyla Lay che ritrae PK come un eroe impavido, mentre dall’altra abbiamo il giornalista neo zelandese Angus Fangus, che risponderà alle affermazioni di Lyla con servizi falsamente montati per gettare fango sull’eroe di Paperopoli, facendolo sembrare agli occhi di tutti un fuorilegge. 


Questo proprio come Enea diviene agli occhi di Didone al momento dell’abbandono, dove l’eroe epico appare si, dedito alle sue responsabilità nei confronti della missione, ma anche duro di cuore (anche se in realtà così non è, poiché Enea parte da Cartagine con l’affanno nel cuore come ben sanno gli amanti della letteratura classica). 
Nel futuro, più precisamente nel XXIII°secolo, la percezione mediatica del nostro eroe è invece  diversa, PK viene ricordato e celebrato come un eroe, nonostante abbia alterato più di una volta il corso degli eventi (un esempio su tutti è la sventata esplosione nucleare di Paperopoli nella storia “Il Giorno del Sole Freddo” PKNA n°3).
Copertina della storia "Il Giorno del Sole Freddo"

A lui viene addirittura dedicata una serie televisiva intitolata “Ritratto dell’eroe da giovane” nella quale reciterà parzialmente inconsapevole nell’ultima puntata confrontandosi con Grrodon, l’ultimo evroniano (chi di voi si ricorda la storia di PKNA n°5).

Copertina di PKNA#5

Ed è proprio da qui che, tanti anni dopo, riparte la saga di Pikappa.

Tavola 2 della nuova saga, disegni di Lorenzo Pastrovicchio

A leggere le prime pagine tremano le mani dall'emozione ma, man mano che le tavole scorrono, sembra di tornare indietro nel tempo (speriamo che la Tempolizia non legga queste righe), svegliandosi da un sonno che sembra aver colpito anche il nostro eroe. Nemici, amici, paesaggi e sensazioni che ci travolgono vignetta dopo vignetta. E ancora affiorano i ricordi della trilogia di Xadhoom, della scomparsa del Razziatore, dell’albo capolavoro “Frammenti d’Autunno”.




Finisce la prima storia (di cinque) ma i Pkers, vecchi e neofiti, possono aiutare PK votando sul sito Topolino.it su come procedere con la saga: combattere contro gli Evroniani o distruggere la Ducklair Tower?
Certo è solo un primo albo, ma nel leggerlo è proprio un ritorno alle origini. Ci sono proprio tutti! Pikappa è tornato e per gli Evroniani saranno tempi duri!



Concludo queste righe con un ringraziamento personale speciale: in primis a Valentina De Poli, Francesco Artibani, Lorenzo Pastrovicchio e Max Monteduro per aver riportato in vita un eroe così significativo per Bergomix. In secondo luogo un ringraziamento altrettanto speciale a tutti coloro che negli anni hanno lavorato su questa saga senza fine: Claudio Sciarrone, Tito Faraci, Fabio Celoni, Silvia Ziche, Davide Catenacci, Ezio Sisto e il maestro Giorgio Cavazzano su tutti, persone straordinarie che ho avuto modo d'incontrare chi privatamente chi durante gli eventi di Bergomix.
Se tutto ciò che faccio sul fronte fumettistico esiste, è anche grazie voi!

Vignetta di Silvia Ziche


Leonardo Monzio Compagnoni
Presidente Associazione Culturale Bergomix

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