mercoledì 4 maggio 2011

LE INTERVISTE DI BERGOMIX presenta: FRANCESCO ARTIBANI

E' un onore avere qui con noi, Francesco Artibani.
1) Ciao Francesco e grazie per essere qui a disposizione del pubblico di Bergomix. Inizio con una domanda apparentemente semplice ma importante: che cos'è per te il Fumetto?
Insieme ai cartoni animati il fumetto è la mia passione più grande e, da 24 anni, è anche una professione. Riuscire a raccontare storie è un piacere e una gioia assoluta e continuare a farlo con personaggi celebri o sconosciuti è una soddisfazione immensa che paradossalmente è difficile da rendere solo con le parole. Da lettore poi il fumetto rimane un’esperienza di una ricchezza totale, un piccolo prodigio di sorpresa e divertimento che si rinnova a ogni albo o libro letto.

2) In Italia sei noto per aver sceneggiato alcune delle storie Disney più importanti, tra cui alcuni testi delle serie Paperinik New Adventures (al secolo PKNA) e Mickey Mouse Mistery Magazine. Cosa ci puoi raccontare di questa esperienza? Come è nata e come ti sei mosso al suo interno?
Con la Disney il rapporto è iniziato nel 1991; riuscire a scrivere per “Topolino” è stata una conquista emozionante, il classico sogno che diventa concreto. Ho avuto la fortuna di trovarmi nel posto giusto nel momento in cui la casa editrice si apriva a nuove avventure editoriali e le prime due serie di PK le considero per me delle esperienze fondamentali perché da queste ho imparato moltissimo. La serie dedicata a Topolino avrebbe meritato una migliore fortuna perché l’idea e i personaggi erano potenti, ma tant’è. Il periodo tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del Duemila è stato uno dei più vitali e ha permesso a tanti autori, scrittori e disegnatori, di crescere e trovare il proprio percorso personale. I miei ringraziamenti vanno a Massimo Marconi, il primo caporedattore ad avermi dato fiducia, ad Ezio Sisto per gli anni di Pk e MMMM e a Elisabetta Gnone e Valentina De Poli per gli anni di W.I.T.C.H. e per quello che è venuto dopo.

3) Attraverso l'etichetta Buena Vista della Disney, hai avuto modo di mettere mano e creare alcune delle serie più amate dal target giovanile. Sto ovviamente parlando W..I.T.C.H. e Kylion. Mentre come Studio Red Whale hai creato il fantastico mondo di Monster Allergy. Come è nata l'idea di questi progetti? E come si è successivamente sviluppata?
W.I.T.C.H. è stato l’altro momento importante perché, al di là dei risultati di vendita impensabili ha rivelato un pubblico – quello femminile – al qual prima di allora, a parte alcune eccezioni non si era mai guardato con particolare attenzione. Kylion ha seguito W.I.T.C.H. e l’intenzione era quella di differenziare le proposte portando in edicola un gruppo di adolescenti con avventure più indirizzate a pubblico maschile ma le cose non hanno funzionato a dovere e la serie si è interrotta dopo 13 numeri. Di quell’impresa la cosa più importante è stato l’incontro con Giulio De Vita, un autore veramente immenso (chi segue il suo lavoro in Francia lo sa bene). In termini di incontri W.I.T.C.H. è stato importante anche per quello con Alessandro Barbucci e Barbara Canepa. Con mia moglie, Katja Centomo (con la quale seguo lo studio Red Whale) avevamo avuto l’idea di Monster Allergy e Alessandro e Barbara si sono uniti nell’operazione dando un volto ai protagonisti della serie e definendo uno stile grafico unico. Qui l’intenzione di partenza era quella di riuscire a raccontare delle storie divertenti mescolando commedia, avventura, bambini e mostri. Ma soprattutto Monster Allergy nasceva per fare qualcosa gestendo i nostri personaggi in prima persona e anche per questo è nata Red Whale. Dopo tanti anni passati a realizzare cose per altri abbiamo voluto investire nei nostri progetti e provare a declinarli in tutti i modi possibili (editoria, animazione, merchandising). Il “modello” Monster Allergy (un modello che era produttivo ed economico oltre che creativo) lo abbiamo poi applicato ad altre nostre produzioni ed è servito a strutturare il lavoro della nostra società e indicare la linea per gli anni futuri.

4) Recentemente hai potuto scrivere i testi di due serie supereroistiche della Marvel Comics, create ad hoc per il mercato europeo, Young Doctor Strange e X-Campus. Qual è la genesi di questi due progetti? Hai trovato affinità e differenze coi tuoi precedenti lavori?
Le due miniserie Marvel sono nate da un invito della Panini che abbiamo accolto molto volentieri. Abbiamo sempre realizzato prodotti per ragazzi e tra W.I.T.C.H., Winx Club e Monster Allergy ci eravamo più o meno specializzati in storie di adolescenti con strani poteri. Passare a una versione giovanile degli X-Men e del dottor Strange è stato il passaggio successivo. Da lettore Marvel di antica data è stata ovviamente una soddisfazione immensa potermi cimentare con queste icone del fumetto (e Michele Medda ha condiviso con me l’impegno nella scrittura di X-Campus, gli otto numeri in cui si rinarravano le origini degli X-Men). Dal punto di vista del metodo produttivo, Red Whale ha fatto la sua parte coordinando i tanti disegnatori, inchiostratori e coloristi impegnati nella lavorazione. Per quello che riguarda il contenuto la supervisione Marvel è stata discreta e puntuale, una collaborazione molto semplice e scorrevole. Nello scriverli ho potuto muovermi in un ambito più avventuroso e drammatico e sono molto affezionato al lavoro realizzato per il giovane dottor Strange, disegnato da Federico Nardo.

5) Il tema di Bergomix 2011 è "Miti & Meraviglie del XXI°Secolo: I Supereroi". Che cos'è per te il supereroe?
Prendendo spunto dal titolo del vostro tema è più meraviglia che mito. Le storie di supereroi esercitano da sempre su di me un fascino assoluto e ancora più un divertimento totale. Ogni tanto vengo colto da un momento di lucidità che mi fa uscire dal tunnel del supereroe ma dura poco e non è mai completo. Dagli anni Settanta non riesco a non leggere l’Uomo Ragno e i Fantastici Quattro tollerando qualsiasi cosa e digerendo le cose meno riuscite; nel tempo ho rivisto i miei gusti e ho smesso di essere il lettore acritico del passato. Come tutti ho le mie preferenze e le mie antipatie (sia tra i personaggi che tra gli autori) e so per certo che per quanto mi sforzi non riuscirò mai a digerire l’universo della DC, preferendogli quello Marvel per brillantezza e vitalità (oltre che per qualità di scrittura e qualità dei disegnatori).

6) Quest'anno, in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, hai realizzato le sceneggiature di diverse storie, pubblicate in due tomi per le Edizioni Paoline. Ai disegni ci sono stati alcuni dei più noti disegnatori italiani, come ti sei trovato a lavorare con loro? E, in generale, il progetto ti ha comportato una grande responsabilità?
Il progetto è quello di “150-Storie d’Italia”, due volumi pubblicati da Periodici San Paolo in coda alla collana dedicata a Sergio Toppi. Di questi libri, composti da sei racconti per un totale di 180 pagine sono particolarmente contento ed è una cosa che non mi capita spesso. L’idea è nata in maniera molto semplice in previsione delle celebrazioni del centocinquantenario dell’unità italiana, pensando a storie che raccontassero di gente comune, quegli italiani che nel corso dell’ultimo secolo e mezzo hanno fatto la propria parte per tenere insieme questo paese. La responsabilità del progetto era quella di fare innanzitutto un buon lavoro e di non sprecare un’occasione unica. Ho avuto così il piacere e la fortuna di scrivere per Carlo Ambrosini, Ivo Milazzo, Pasquale Frisenda, Marco Nizzoli, Giorgio Cavazzano e Corrado Mastantuono e i due volumi hanno avuto un bel riscontro di vendite e di critica, confermando che l’idea di una celebrazione non retorica non era una pensata azzardata. Con alcuni di questi grandi autori avevo già avuto modo di lavorare ma è stato ugualmente molto emozionante collaborare con tutti loro e scoprire settimana dopo settimana le nuove pagine che arrivavano. Non è stato semplicissimo riuscire ad alimentare con pagine nuove gli autori che lavoravano praticamente in contemporanea ma alla fine il risultato lo abbiamo portato a casa. Anche qui i ringraziamenti non sono di circostanza e dunque sono molto grato al direttore de Il Giornalino, padre Stefano Gorla, per la fiducia che ha avuto nel progetto e grande merito va anche ad Angelo Nencetti, direttore del Museo del Fumetto di Lucca, per il sostegno e la promozione dell’iniziativa.

7) Sempre a proposito dei 150 anni dell'Unità d'Italia, so che sei al lavoro su un progetto animato, dico bene? Ce ne puoi parlare?
In autunno, in tempo per la conclusione delle celebrazioni del centocinquantenario, dovremmo riuscire a vedere il film che ho scritto per la Lanterna Magica di Torino nei mesi scorsi. Il titolo di produzione era “Fratellini d’Italia” ma ho scoperto pochi giorni fa che sarà presentato a Rapallo nella nuova edizione di Cartoons on the Bay con il titolo di “Il Generale e i Fratellini d’Italia”. Il Generale in questione ovviamente è Garibaldi mentre i fratellini d’Italia saranno alcuni animali che si ritroveranno a seguire l’impresa dei Mille dall’inizio alla fine contribuendo a modo loro a questa avventura epocale. Il film, diretto da Enrico Carlesi, può contare sui disegni di Paolo Cardoni e su alcuni ospiti a sorpresa che hanno partecipato alla pellicola. Di più al momento non posso dire (la Rai farà tutti i suoi annunci per tempo) ma intanto posso ringraziare te per avermi fornito a tempo di record la traduzione delle battute in bergamasco recitate da alcune camicie rosse.

8) Una volta terminato questo impegno, dove ti vedremo all'opera?
I lavori in corso sono molti e si intrecciano. In aprile uscirà in Francia il primo volume di “Willy Wonder”, una nuova serie per ragazzi disegnata da Silvio Camboni e pubblicata da Vents d’Ouest. Sempre per i fumetti sono al lavoro in questi giorni su una storia in tre puntate di Doubleduck per il settimanale “Topolino” (per cui ho ricominciato a scrivere sceneggiature in maniera regolare); ci sono poi le storie per i personaggi di Pop Pixie (la serie a cartoni animati Rainbow di cui Red Whale ha curato le sceneggiature) e infine ci sono alcuni nuovi progetti in preparazione che vanno dall’umoristico all’avventuroso. L’altro settore di attività è quello dell’animazione; al momento sono impegnato nella scrittura di serie diverse: “Winx Club 5” per Rainbow e una serie dedicata al mondo di Giulio Verne per Lux Vide. Abbiamo archiviato da poco la prima serie di “Pop Pixie” sempre per Rainbow e “Spike Team” per Graphilm (la serie di pallavolo creata dal campionissimo Andrea Lucchetta). E anche qui, tanto per non annoiarci, ci sono altre tre serie in partenza tra Italia e Francia. Infine c’è il settore dei libri per ragazzi; tra pochi mesi Rizzoli pubblicherà i romanzi di Lys, la serie creata da Katja Centomo. Di questi non me ne sono occupato direttamente (sono opera di Katja Centomo e Lorenza Bernardi) ma ci tengo in modo particolare e rientrano nelle attività di Red Whale (per tutti i dettagli e per non farla troppo lunga qui c’è il sito www.redwhale.it - mancano gli ultimi aggiornamenti ma almeno ci si può fare un’idea di quello che combiniamo).

Grazie ancora per esser stato con noi!

Intervista realizzata da Leonardo Monzio Compagnoni

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