Carissimi, innanzitutto grazie per il sostegno dimostrato nei confronti della prima conferenza di Bergomix. Qui di seguito troverete uno dei numerosi speciali di questo blog ovvero un'intervista esclusiva a Maurizio Rosenzweig che, con Matteo Cremona e Federico Sfascia, ha dato vita a Giada, l'eroina delle Edizioni Arcadia. Buona lettura a tutti!
Ciao Maurizio, innanzitutto grazie nuovamente per essere intervenuto come ospite alla prima conferenza dell'edizione 2008 di Bergomix. In tutta sincerità tu e Matteo state diventando un vero porta fortuna, perché quest'edizione si è aperta col botto riscontrando il plauso del pubblico.
Iniziamo ora con le domande.
1) Come e quando nasce Giada?
Nasce l'anno scorso, come proposta ai ragazzi dell'Arcadia che covavano il losco, insano desiderio di diventare editori. Giada è disegnata sui tratti somatici di un'allieva della Scuola del Fumetto di Milano, una Dark...come dicono i giovani...vestita di reti e borchie e di una simpatia contagiosa. L'idea era quella di avere un riferimento estetico per il personaggio reale e uguale per tutti i disegnatori, che poi avrebbero senz'altro filtrato con il loro stile rendendolo personale, ma con caratteristiche fisiche che sarebbero poi ritornate: tipo l'altezza, la pettinatura o il trucco attorno agli occhi, il naso alla francese o un particolare ciondolo. Almeno questa era l'idea di partenza. Si è persa un po' per la cocciutaggine dei compagni di viaggio, ma per il numero 2 saremo più precisi.
2) A che target è rivolto Giada? Se è un target specifico, perché proprio quella scelta?
Mah, il discorso del target non l'abbiamo poi tanto ragionato e calcolato, ti confesso....
Un po' irresponsabilmente ci siamo mossi all'interno dei nostri gusti e attorno a quello che ci piace, nella fattispecie il cinema Horror degli anni'80 e una mitologia classica che poi è alla base di un po' tutto l'immaginario moderno. Anche se apparentemente è rivolto ad un pubblico di ragazzi, speriamo che si divertano anche i nostri coetanei, che magari riusciranno a cogliere i diversi livelli di lettura e i riferimenti sparsi qua e là a quel modo di fare cinema che si è perso un po'.
Ciao Maurizio, innanzitutto grazie nuovamente per essere intervenuto come ospite alla prima conferenza dell'edizione 2008 di Bergomix. In tutta sincerità tu e Matteo state diventando un vero porta fortuna, perché quest'edizione si è aperta col botto riscontrando il plauso del pubblico.
Iniziamo ora con le domande.
1) Come e quando nasce Giada?
Nasce l'anno scorso, come proposta ai ragazzi dell'Arcadia che covavano il losco, insano desiderio di diventare editori. Giada è disegnata sui tratti somatici di un'allieva della Scuola del Fumetto di Milano, una Dark...come dicono i giovani...vestita di reti e borchie e di una simpatia contagiosa. L'idea era quella di avere un riferimento estetico per il personaggio reale e uguale per tutti i disegnatori, che poi avrebbero senz'altro filtrato con il loro stile rendendolo personale, ma con caratteristiche fisiche che sarebbero poi ritornate: tipo l'altezza, la pettinatura o il trucco attorno agli occhi, il naso alla francese o un particolare ciondolo. Almeno questa era l'idea di partenza. Si è persa un po' per la cocciutaggine dei compagni di viaggio, ma per il numero 2 saremo più precisi.
2) A che target è rivolto Giada? Se è un target specifico, perché proprio quella scelta?
Mah, il discorso del target non l'abbiamo poi tanto ragionato e calcolato, ti confesso....
Un po' irresponsabilmente ci siamo mossi all'interno dei nostri gusti e attorno a quello che ci piace, nella fattispecie il cinema Horror degli anni'80 e una mitologia classica che poi è alla base di un po' tutto l'immaginario moderno. Anche se apparentemente è rivolto ad un pubblico di ragazzi, speriamo che si divertano anche i nostri coetanei, che magari riusciranno a cogliere i diversi livelli di lettura e i riferimenti sparsi qua e là a quel modo di fare cinema che si è perso un po'.
3) Più volte avete parlato di horror Anni '80 come fonte d'ispirazione. Perché siete convinti che quel tipo di linguaggio colpisca molto più profondamente di quello odierno? E come viene applicato il linguaggio dell'horror degli Anni '80 in Giada?
Bene, avevo già iniziato a risponderti, dunque. Negli anni '80 c'era un'elettricità nell'aria che muoveva le idee come murene impazzite, non solo nell'horror, ma nella musica, nella moda e un po' per tutto. L'obbligo di un certo noioso, prevedibile e arido realismo non era ancora arrivato a contaminare la genesi di storie e personaggi; c'era una libertà d'intenzioni e una voglia di fare che si è persa totalmente, nella nebbia stantia dei '90 prima e nella tendenza a vampirizzare le mode passate dei primi anni del nuovo secolo poi. E così, tornando ad occuparci solo di un genere cinematografico a noi tanto caro, nell'horror ci si preoccupava prima di raccontare delle storie, ripeto RACCONTARE DELLE STORIE, e poi del modo migliore per rappresentarne la forza e gli aspetti emotivi. L'horror di qualità è sempre stato usato come una Metafora per raccontare qualcos'altro di molto più significativo di uno schizzo di sangue su una faccia o di un deficiente che tortura un'altro deficiente. Se pensi che Stevenson col il suo Mr.Hyde voleva raccontare come una certa aristocrazia tutta lustrini e belle maniere in realtà si macchiasse di atti criminali e tutt'altro che nobili, ti rendi conto di quello che ti sto spiegando. Poi questo valore della storia si è completamente perso, e l'idea che ne è rimasta è esclusivamente quella che ci è arrivata fin'ora, quella horror di un dottore per bene che diventa un mostro sanguinario. La delusione dell' autore si è persa nell'entusiasmo per avere una storia così ben concepita da diventare quasi un archetipo, e comunque questo è un altro esempio delle potenzialità di denuncia e critica che questo genere può arrivare ad avere. Per Giada il riferimento sono i teen horror, quelli con i ragazzini che devono affrontare i loro mostri interiori travestiti da pericolo reale, per diventare adulti e più consapevoli: Nightmare, Il remake di BLOB, Operazione terrore, Gremlins, e 1000 altri! Dunque i teen horror, ma anche la cultura Classica ed epica di Federico, lo sceneggiatore e alla fine il creatore del mondo di Giada. E poi l'idea ha sempre un origine che arriva da qualche parte ben precisa, per poi trasformarsi nella testa e nell'atto dello scrittore, che in qualche modo ne renderà suoi e personali gli aspetti più diversi. Giada lotta per salvare il suo mondo, ma anche per scoprire chi è. E questo lo facciamo anche noi tutti i giorni.
4) Cosa rappresenta Giada per voi?
Giada è l'occasione sempre sognata di fare un lavoro concreto fra amici, e questo riguarda anche i due editori. Lavorare con Federico è sempre un onore; ha una capacità di raccontare storie che ho visto solo un'altra volta e solo in una persona, in vita mia. In me. Scherzo. Lui è bravissimo, e io e Matteo ogni tanto rimaniamo storditi dalla sua abilità e velocità. Giada è l'inizio di una avventura che spero si trasformi nel tempo in altre avventure... e sempre a bordo della stessa nave, con l'augurio che diventi sempre più grande e bella! E ringraziamo ancora Mario e Max dell'Arcadia per la bellissima opportunità. E poi te, Leo, che ci coinvolgi sempre in cose interessanti e divertenti. A presto. E seguite Giada, che riserverà parecchie sorprese. Ci sentiamo per il numero speciale in imminente uscita... E andate a vedere il concerto dei KISS, la più grande band del mondo, il 24giugno a Milano!
Per ora gentile pubblico è tutto ma non dimenticate di visitare il blog, perchè numerose sorprese vi aspettano!
Leonardo Monzio Compagnoni
Direttore Artistico di Bergomix
infobergomix@excite.it
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