martedì 26 aprile 2011

LE INTERVISTE DI BERGOMIX presenta: FABIANO AMBU

1)Grazie mille Fabiano per esser qui a condividere le tue opinioni sul Fumetto col pubblico di Bergomix. Molti lettori ti conoscono adesso grazie al tuo lavoro su Dampyr (pubblicato da Sergio Bonelli Editore) e su Maisha (pubblicato da Edizioni Arcadia). Ma quali sono le origini da fumettista di Fabiano Ambu?

In realtà i lettori mi hanno conosciuto su l'Insonne di Giuseppe Di Bernardo, in seguito su Maisha, Nemrod (Star Comics), Massacro del Circeo (Becco Giallo) e infine Dampyr.
Le origini della mia passione risalgono all'infanzia e alle prime letture dei fumetti di supereroi, allora prodotti dall'Editoriale Corno. Dalla scoperta del fumetto come linguaggio non ho mai smesso di disegnare fumetti. Ho dato numerosi esami all'Accademia di Belle Arti inserendo i miei fumetti, uno lo potete trovare anche nel mio blog dal titolo "Il Vecchio".

2) Negli ultimi anni, soprattutto in Italia, si fa un gran parlare di rivalutazione del Fumetto come media culturale. Che ne pensi a proposito? Cos'è per te il fumetto e che potenzialità ha?

Il fumetto è un linguaggio, una forma d'espressione con grandi potenzialità, come si sono accorti nel cinema e nella televisione. Non credo si debba rivalutare il fumetto, anzi penso che non abbia mai ottenuto tanta visibilità come in questo periodo. La ghettizzazione ormai non esiste più, il fumetto ha ampiamente dimostrato le sue capacità comunicative e crea anche tendenza, forse noi vecchi amanti del fumetto preferivamo sentirci in controtendenza.

3) Negli ultimi anni ti sei cimentato su alcuni eroi, minori ma fortemente amati, del fumetto italiano. Sto ovviamente parlando di Desdy Metus L'Insonne, Maisha la vampira e Dampyr. Qual'è stato il tuo approccio a questi eroi? Come percepisci la figura dell'eroe nei fumetti e come riesci a darle forma?

Perché minori? Se è una questione di vendite mi pare Dampyr non possa essere considerato minore, come grado d'importanza non vedo perché possano risultare minori e soprattuto rispetto a quali altri?
In fondo siamo un paese esterofilo, tanto che anche nel cinema abbiamo dovuto fare i migliori Western modificando i nomi degli attori, immaginate un "Lo chiamavano Trinità" con Carlo Pedersoli e Mario Girotti, probabilmente sarebbe stato un terribile flop.
Io pongo sullo stesso piano Superman e Tex ad esempio e se si guardano le vendite penso che il nostro Ranger non abbia nulla da invidiare al collega a stelle e strisce.
L'approccio su L'Insonne, Nemrod, Maisha è stato quello del fumettista, ovvero raccontare per immagini dando vita ai personaggi.
Dampyr mi ha richiesto di superare certe angosce date dal fatto che sono un lettore appassionato dal primo numero, ho sempre trovato Harlan un personaggio fuori dalle righe, un eroe senza volerlo e soprattutto senza saperlo, in modo del tutto casuale. Quindi l'approccio su Dampyr è quello che mi ha coinvolto in modo più completo e con tutti i patemi da prestazione che ha un fumettista quando si trova a dover disegnare un gran personaggio, soprattuto quando è scritto da un abile sceneggiatore come Mauro Boselli.
Il metodo che utilizzo per qualsiasi personaggio che disegno è di immaginarlo vivo, più o meno come un regista, lo vedo recitare e se un'espressione o un movimento non funzionano, una sgommata e nuovo ciak!

4) Sempre a proposito di eroi, ed in particolare di eroine, come ti sei trovato a lavorare su tre personaggi molto amati, quali Tesla, Maisha e Desdy? Hai trovato analogie e differenze in loro?

Mi sono trovato benissimo, è chiaro che dal primo Insonne a l'ultima Tesla ho migliorato le anatomie e mi sono avvicinato a costruire delle donne credibili.
Non ho mai apprezzato le donne Pin Up del fumetto classico, non sono mai riuscito a disegnare la donna canonicamente bella. La donna nei fumetti non ha imperfezioni, ma in realtà le più affascinanti donne del cinema non sono canonicamente perfette, se non ci credete provate a disegnarle. In questo Dampyr che sto realizzando ora c'è una donna bellissima ma se la propongo a fumetto risulta avere dei tratti mascolini, una questione di zigomi. In definitiva per ottenere un buon risultato devo proporre una donna che abbia personalità mediando con la sintesi del disegno fumettistico, il risultato spero sia soddisfacente.
Disegnare questi tre personaggi femminili è in linea con il mio pensiero della femminilità, non sono donne che attendono un cavaliere che le salvi, semmai è il contrario e in questo sono molto simili.
Sono tutte e tre decise e testarde, pretendono rispetto e sono profondamente passionali, tutte vivono la notte intensamente e per questo le adoro, anche se solo due sono vampire.

5) Il tema di Bergomix 2011 è "Miti & Meraviglie del XXI°Secolo: i Supereroi". Che cosa sono e cosa rappresentano per te i supereroi? A quale di essi sei più affezionato?

I supereroi rappresentano l'infanzia, l'adolescenza, la maturità e tra poco la vecchiaia eh eh.
Hanno condizionato la mia vita, penso che parecchi ideali di giustizia, contrapposizione a tutto quello che è scorretto e cattivo mi derivi da queste letture.
Adoro Spider-Man, ricordo che da bambino mentre stavo in auto guardavo fuori dal finestrino e sognavo ad occhi aperti di lanciare ragnatele e saltare come lui. Il mio più grosso trauma infantile l'ho avuto un Natale, quando chiedendo a Babbo Natale un costume dell'Uomo Ragno mi sono ritrovato quello da Cowboy, purtroppo a mio padre piacevano i Western.
Ricordo anche quando al cinema mi misi a criticare il film dell'Uomo Ragno, non quello di Raimi, ma il serial Tv che in Italia avevano trasformato in film, caspita le ragnatele non si attaccavano, si vedevano che erano delle corde e Peter Parker era più grande di mio padre, sono esperienze che segnano eh eh.

6) Se ti fosse data l'opportunità di lavorare su una serie supereroistica americana, quale sceglieresti? E perché?

Le opportunità non ce le danno, bisogna prendersele. Quando mi prenderò l'opportunità di disegnare un fumetto americano se mi daranno la possibilità di scelta penso che deciderò per Spider-Man e i motivi sono gli stessi che ho avuto per Dampyr. Ma non ho fretta, ogni cosa deve accadere nel momento opportuno.

7) Assieme ad altri due importanti disegnatori di Dampyr, Alessandro Bocci e Marco Santucci, hai dato corpo ad Artists Alley. Ti andrebbe di parlarci delle ragioni che vi hanno spinto a creare questo gruppo? Come vi siete trovati e che feedback avete avuto durante questi prime cinque mesi?

L'Artists Alley è nato dall'incontro casuale tra me e Marco Santucci, abbiamo cominciato a discutere su certe problematiche del mestiere, in seguito abbiamo coinvolto Alessandro Bocci che ha risposto positivamente senza esitare un attimo. Abbiamo in pratica unito l'utile al dilettevole, eravamo stanchi di correre sempre alle fiere e non poter dedicare il giusto tempo a chi legge i nostri fumetti, con l'Artists Alley possiamo confrontarci con tutta calma e allo stesso tempo proporre i nostri lavori che esulano dalle pubblicazioni.
Altro motivo che ci ha portato a creare l'Artists Alley è la consapevolezza del valore del nostro lavoro, tutti e tre siamo convinti che è essenziale mostrare a chi legge i nostri fumetti quale impegno c'è dietro una tavola, comprendere il rapporto di tempo che passa tra lo sfogliare quella pagina e il disegnarla. Siamo coscienti della fatica e dell'impegno che mettiamo in ogni disegno e crediamo sia giusto dare il giusto valore al nostro lavoro e questi cinque mesi ci hanno dato ragione, le persone che abbiamo incontrato alle fiere hanno apprezzato il progetto e tutto quello che abbiamo proposto.
Il bello dell'Artists Alley è la nostra diversità stilistica che ci permette uno scambio costruttivo ed un confronto che personalmente mi ha stimolato tantissimo. Se potessi riassumere l'Artists Alley con una parola direi "confronto".

8) Sempre all'interno del progetto Artists Alley hai autoprodotto un paio di volumetti e alcune rappresentazioni della tradizione letteraria. Ti va di illustrarci questi tuoi lavori?

Ho autoprodotto due fumetti "Storie Metropolitane" e "Claudio Re".
L'idea è quella di unire le mie conoscenze accademiche con il mondo del fumetto, quello che volevo ottenere era un fumetto a numero limitato. L'idea che al mondo esistano solo 100 di questi fumetti rende questi oggetti preziosi, un ricordo che appartiene a pochi.
Storie Metropolitane è un fumetto "En Plein Air" disegnato, scritto , pensato di getto senza correzioni, istintivo e sopratutto l'ho realizzato nella Metropolitana di Milano. Le storie sono state concepite mentre viaggiavo nelle Metropolitana 1 la Rossa dalla fermata Pasteur fino a Famagosta, allora lavoravo al Teatro della Luna come tecnico teatrale. La prima storia la realizzai mentre ero fermo ad attendere che ripartisse la metro, ferma a causa di un suicidio, in quel momento ricordo mi chiesi perché qualcuno scegliesse la metropolitana per togliersi la vita e cosa lo portasse a tale scelta. In Storie Metropolitane ho segnato la data e l'ora di quando ho realizzato il fumetto, è stato bello, quando ho terminato tutto, rileggere le storie, mi sono piaciute e ho deciso che fosse giusto pubblicarle, quindi le ho inserite nel blog.
Nel blog ho avuto due assidui lettori, Gino e Melissa, a loro avevo promesso di trovare un modo di stamparlo, alla fine l'ho fatto io, in fondo le promesse vanno mantenute (in Italia è valido per tutti tranne uno eh eh).
Claudio Re è un fumetto che ho realizzato con lo stesso metodo però al Teatro della Luna a circa dieci metri d'altezza mentre facevo l'occhio di bue per lo spettacolo "Tutti Insieme Appassionatamente". Questo fumetto nasce dalla mia passione per l'Amleto di Shakespeare, infatti Claudio è lo zio di Amleto ma anche il patrigno che ha usurpato il trono del padre. Ho praticamente ricostruito la storia di Claudio, il suo modo di vedere l'assassinio del fratello e comprenderne le motivazioni. La sete di potere che rende sterile l'esistenza di questo individuo è in fondo parte della nostra quotidianità. A differenza di Storie Metropolitane, Claudio Re è a colori e in formato orizzontale.
Per l'Artists Alley ho realizzato anche delle cartoline, segnalibri ed un ciclo di stampe di soggetti classici.
Hamlet, Ophelia e Don Quixotte non sono stampe di eroi dei fumetti, la mia idea è che un'illustrazione non abbia più o meno valore in base al personaggio rappresentato ma è una questione di qualità del lavoro.
Poi il mio trascorso teatrale e la mia passione per L'Amleto di Shakespeare mi hanno fatto decidere per questo ciclo di soggetti.

9) Su quali progetti fumettistici stai lavorando al momento? Dove potremo leggere le tue future storie?

Sto lavorando su Dampyr e se tutto procede per il meglio vedrete anche qualche mia Cover, ma detto questo è meglio che mi rimetta a lavoro altrimenti ci sarà ben poco da vedere.

Grazie infinite per aver partecipato a questa intervista ed un grande in bocca al lupo per i tuoi prossimi lavori!

Intervista realizzata da Leonardo Monzio Compagnoni

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