mercoledì 27 aprile 2011

SPIDER-MAN, TU SEI L'UOMO RAGNO E INSEGNI A TUTTI NOI

L’Uomo Ragno, come si è già dibattuto in passato, non è solo uno stupefacente eroe su cellulosa o su celluloide, è una maschera dietro la quale può stare ogni persona, è una metafora della vita reale all’interno di una dimensione del tutto nuova dove lo sviluppo dei personaggi, e in particolare di Spidey e Goblin (aka Norman Osborn, ovvero la nemesi per eccellenza del Tessiragnatele), diviene una rappresentazione dello sviluppo emotivo interiore, che ognuno si trova ad affrontare lungo la propria esistenza. E non è tutto! Proprio per via delle differenti posizioni intraprese dai personaggi possiamo riscontrare nelle letture delle loro avventure la simbologia delle difficoltà, delle nemesi e delle ansie che caratterizzeranno la nostra vita subito dopo aver fatto una determinata scelta. Peter rappresenta tutti coloro che vivono la propria vita senza malizia alcuna, ma con una certa mediocrità di fondo. In parole povere, all’inizio Peter è come se vivesse estraniato dai problemi del mondo, senza realmente decidersi se parteggiare per il bene o per il male. Senz’altro è un atteggiamento del tutto simile a quello di Norman Osborn; infatti all’inizio entrambi rispondono con violenza nei riguardi di coloro che vogliono ferirli ( che sia Flash Thompson per Peter o la concorrenza industriale per Norman ). La similitudine col comportamento di Osborn è evidente anche quando Peter è in cerca di denaro e successo. Sicuramente non ha ancora compreso le parole e gli ammonimenti dello zio. Ecco il grande errore di quest’epoca: si cerca la felicità nelle cose transitorie e deleterie del mondo e non si presta mai ascolto a ciò che si annida nei recessi della nostra anima. Un errore che a Peter è costato caro e che gli ha radicalmente cambiato la vita: per menefreghismo lascia fuggire un ladro. Così facendo Peter permette al criminale di rubargli ciò che si trova nel suo spirito, ovvero l’onestà e la carità verso il prossimo. Interessante notare come Peter non ha avuto alcun desiderio di possedere i poteri di ragno e come proprio un aracnide insignificante sia stato il mezzo attraverso cui è nata una “meraviglia”. Questo rispecchia una verità che spesso si ignora: anche gli ultimi, le persone più umili possono compiere grandi gesti. E’ una metafora di come a volte si possa avere dei doni e delle responsabilità di una certa rilevanza, ma senza che li si abbia agognati con orgoglio ed anche con un certo egoismo. Al contrario di Peter, Norman brama a tutti i costi ottenere del Potere. Questo per raggiungere un certo dominio, sia sul lavoro che sulle persone. Senza contare poi che Osborn cova dentro di sé terribili desideri di vendetta nei riguardi di tutti coloro che gli han fatto del male. In questo contesto il Potere viene vissuto come uno strumento attraverso il quale nuocere il prossimo in diversi modi. Riguardo ad Harry (migliore amico di Peter, nonché figlio della più grande nemesi di quest’ultimo, Goblin) si osserva come non sopporta le ricchezze del padre, proprio perché lo allontanano da lui. Infatti Osborn è sempre preso ed impegnato nel suo lavoro, tanto da non assecondare le attenzioni verso il figlio. Basta guardarsi intorno per osservar come molti genitori agiscono nella stessa maniera, sempre presi dalla loro carriera a tal punto da disinteressarsi dei loro stessi figli. Ecco quello che avviene quando si concentrano tutte le energie in cose prettamente egoistiche. In pratica un aspetto importante da non sottovalutare è vedere come nel momento in cui si desiderano le cose transitorie del mondo, si allontana da noi la parte più vera e sincera. A farne le spese è, nell’universo editoriale ragnesco, Harry, il quale tenta di riempire un vuoto affettivo crescente uscendo assieme a Mary Jane. Ma non è tutto! Harry vuole far colpo sul padre, tentando di attirare almeno una volta la sua attenzione. Questo lo si nota quando si preoccupa dell’esteriorità di MJ. Può essere considerato un modo estremo di ottenere affetto, ma purtroppo il più delle volte questa pare l’unica carta da giocare per essere ascoltati e seguiti da coloro che si ama. Più normale è invece il rapporto tra Peter e lo zio Ben. La raffigurazione di quest’ultimo è quella di un padre saggio e prudente che cerca di consigliare ed indirizzare il nipote sulla retta via attraverso le traversie della quotidianità. Quando si accorge che Peter sta agendo in maniera istintiva ed antisociale (ad esempio l’episodio in cui si scontra con Flash), cerca di farlo riflettere sulle scelte che nella vita bisogna compiere. Gli fa capire che non serve a nulla agire con violenza bensì bisogna esaminare con scrupolosità ogni conseguenza che una determinata azione può scatenare. In pratica lo mette sul chi va là riguardo ad un concetto molto importante: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. E’ una morale che coinvolge qualsiasi categoria di persona, dai politici agli insegnanti, dai medici agli sportivi, non hanno loro forse un potere di persuasione sul prossimo? Insomma divengono dei modelli da cui trarre ispirazione. Ma tornando a Ben e Peter, in verità il vero responsabile della morte dello zio è proprio il nipote. Questo può essere la rappresentazione estrema di ciò che avviene quando qualcuno non vuol prestare ascolto alle parole di chi gli vuole bene. Occorre però fare attenzione: sarà proprio questo avvenimento emotivamente scioccante, a far cambiare radicalmente la direzione intrapresa da Peter. Ecco a cosa può portare il dolore se usato a fin di bene: fa nascere nell’uomo quel senso di giustizia e comprensione verso il prossimo che altrimenti verrebbe meno. Dopo tutto chi ha affermato <> non aveva tutti i torti! D’ora in avanti Peter sceglierà di parteggiare per la via del Bene, al contrario di Norman Osborn il cui dolore sarà la scintilla che farà divampare in lui un forte desiderio di potere e di vendetta.
Norman Osborn è Goblin, Peter Parker è Spider-Man. Le maschere che coprono i loro volti mentre si combattono tra i grattacieli di Manhattan si fondono col loro viso ogni qualvolta i due si trovano a combattere a terra. Nei cieli sotto gli occhi di tutti sono due tizi mascherati, ma a terra, nei vicoli bui sono solo due persone che combattono per dimostrare all’altro di essere superiore. 
Le maschere e i costumi (modificati nel tempo ogni qualvolta ci si trovava ad un approfondimento psicologico di uno dei due) che i due personaggi indossano sono una raffigurazione di tutti quei desideri ed azioni che liberamente si è voluto seguire. Il costume da ragno raffigura il riconoscere la propria piccolezza nel gran piano della vita. Si può pertanto definirlo come una sorta di consapevolezza: l’essere umile. Qualcuno potrebbe  chiedersi a questo punto cos'ha che fare con la forza e la determinazione che accompagnano il nostro eroe… la verità si cela proprio in questo, quando si riconoscono i propri limiti e le proprie debolezze, si riesce a fronteggiare meglio le difficoltà e le lotte che la vita ci impone. Riflettendoci sopra un attimo, è stata nostra la scelta di essere intelligenti? Provengono forse da noi i doni elargiteci alla nostra nascita? Per l’appunto Spider-Man si rende conto che tutti i doni, e nel suo caso anche i poteri, che la vita gli ha concesso sono arrivati gratuitamente. Perciò vanno accettati con senso d’umiltà, ben sapendo che i doni avuti sono un “veicolo” attraverso cui fare del bene e non il fine da conquistare con cupidigia ( il “metodo Goblin”). Le azioni mosse da questo senso di responsabilità non sono sempre ben viste dalla gente, infatti i mass media si schierano contro Spider-Man. E’ una cosa risaputa che alcuni ascoltino e prendano per oro colato ogni cosa proposta dai media. Che importa se è vero o falso? Il conformismo che impera nel mondo è, in senso negativo, sorprendente. In poche parole a volte le persone limitano le nostre facoltà decisionali. Si deve imparare a riflettere su ogni mossa, senza seguire ciecamente quello che viene proposto. E’ naturale che il mondo “ci voglia bene” quando si è tranquilli e non si reca disturbo alcuno (Peter), per poi attaccarci con ferocia nel momento in cui si lotta per dei giusti ideali (Spider-Man) che non possono trovare posto,perché scomodi, nella nostra società. Le cose cambiano a seconda di quale sia l’occhio col quale le si osserva, medianico, umano o spirituale. Talvolta si è talmente presi ad osservare milioni di cose che non ci si accorge di farlo superficialmente e di non prestare attenzione al proprio “IO” interiore. Un errore che può costare caro. Nelle testate ragnesche si trova spesso Norman che parla con Goblin, quasi ad evidenziare allegoricamente l’esistenza d’individui altamente egocentrici. Osborn prende accordi con la parte più profonda del suo inconscio per raggiungere sempre maggiori obiettivi, sociali o politici che siano. Ciò che Norman vede nella sua mente non è altro che una fusione del suo livore,del suo odio e della sua invidia che prende guisa di Goblin. E’ una sorta di meccanismo automatico che si attiva nel momento stesso in cui mettiamo noi stessi, il nostro IO, al centro dell’universo. Se ciò avviene, tutti gli altri non possono far altro che servire il nostro egoismo ed orgoglio e, nel momento in cui ciò avviene, essi diventano potenziali avversari da distruggere. E’ proprio questo orgoglio esasperato che porterà Goblin a perseguitare Spider-Man. Questo è ciò che avviene quando si è immersi nella vanità del mondo, si pensa che tutti quelli che non agiscono come noi non sono altro che stupidi od arroganti da “educare”. Riflettendoci per un momento si può osservare come questo pensiero, pregno di falsità e di egoismo, sia stato la base da cui sono scaturite molteplici guerre e diatribe, sia di carattere mondiale che nelle famiglie di ogni tempo.

Leonardo Monzio Compagnoni
Direttore Artistico di Bergomix

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