martedì 3 maggio 2011

LE INTERVISTE DI BERGOMIX presenta: RICCARDO BURCHIELLI

1) E' con noi Riccardo Burchielli, una delle colonne portanti di quella che tutti han definito "Italian Invasion". Benvenuto! Iniziamo con qualcosa di semplice: cos'è per te il fumetto?
E’ il mio modo per rimanere attaccato al mondo dei sogni. E’ il mezzo che uso per comunicare col mondo. E’ il lavoro con cui mi pago la vita. E’ un bel po’ di cose. Quando avrò una risposta più precisa, ti manderò una mail ;)

2) Come hai iniziato la tua carriera di disegnatore professionista?
Molto per caso. Quando avevo vent’anni volevo fare il fumettista ma dopo alcuni tentativi andati male, ho cambiato strada. Poi verso i trenta, quando per me i fumetti erano solo lettura, mi arriva una telefonata di Recchioni e Bartoli che avevano visto anni prima delle cose e che mi chiedevano se volevo fare delle prove per un nuovo fumetto Eura che stavano preparando. Il fumetto era John Doe e da li è iniziato tutto.

3) In campo italiano, sono in molti a ricordarti sia per i tuoi lavori su John Doe (Eura Editoriale) che per quelli di Garret (Edizioni BD). Cosa ci puoi raccontare di queste due esperienze?
JD è stata una bella sfida a livello personale. Ha rappresentato l’inizio della mia carriera. Mi ha fatto conoscere al pubblico e mi ha dato la possibilità di fare un tipo esperienza, fatta di pagine, consegne, rapporti di lavoro, molto preziosa. Senza contare la soddisfazione di aver fatto parte del primo gruppo di autori che ha lanciato il personaggio.
Garrett rappresenta una sfida a fumetti un po’ diversa. E’ nato come divertimento ed è diventato una delle esperienze più riuscite della mia vita: nato per il mercato delle fumetterie, ha venduto benissimo, sopra le medie solite. Ne è stato fatto un Trade paperback distribuito nelle librerie di varia e i diritti sono stati venduti in più nazioni europee. Siamo tutti molto soddisfatti.

4) In America hai potuto lavorare e co-creare una delle serie targate Vertigo di maggior successo, DMZ. Come è nato questo fumetto? Come sei stato coinvolto per questa serie?
In quei mesi ero in contatto con l’editor della Vertigo Will Dennis, con cui si stava parlando di fare qualcosa insieme. E’ stato lui che mi ha proposto la serie e mi ha messo in contatto con Brian Wood. Il soggetto mi piacque subito molto (anche perché quello della guerriglia metropolitana, quello dei mondi distrutti, era, ed è, un genere narrativo che adoro).
Ricordo che preparai al volo un paio di pagine per visualizzare il mood delle storie e per mostragli qual’era la mia idea grafica sulla serie. Loro rimasero molto colpiti e si creò subito una forte sintonia nel gruppo di lavoro, che va avanti ancora oggi.

5) Il tema di Bergomix è "Miti & Meraviglie del XXI°Secolo: I Supereroi". Che ne pensi dei supereroi?
I Supereroi “sono” i fumetti. Credo che sia, e debba essere per chiunque, dal lettore a chi lo fa di mestiere, un passaggio oblligato. Hanno reso grande questo media, alimentando i sogni di varie generazioni, riuscendo ad interpretare sempre le emozioni, le speranze e le paure del periodo in cui vivono e sono vissuti.

6) In campo supereroico hai potuto lavorare sia su una storia speciale di Halloween dedicata ai nemici di Batman che ad una cover di Wolverine per la Panini. Se ti fosse concessa carta bianca, su quale personaggio dei comics americani vorresti mettere le mani?
Lavorerei molto volentieri suu uno dei personaggi veramente duri e rudi dei fumetti americani: Batman, Punisher, Wolverine, la Cosa… ecco, uno del genere. Ma su tutti Batman. Anche se ormai, a mio avviso, è un personaggio su cui si è già fatto e detto molto, sarebbe per me un’esperienza fuori dal normale, che appagherebbe alcune mie fisse di giovane disegnatore… Alla fine siamo tutti dei nerdacchioni.

7) Su cosa sei al lavoro di adesso?
Su un po’ di cose. Sto portando a termine DMZ che rimane il mio impegno principale e che ormai è quasi alla fine (chiuderà con il numero 72). Sto lavorando ad un episodio di DD scritto dalla Barbato per il prossimo Colorfest. Sto lavorando ad una miniserie scritta da Bec per il mercato francese.
In più c’è il lavoro da fare con lo studio Italian Job. Che sta diventando una realtà sempre più concreta e grande.
Poi, un giorno, spero di andare in vacanza.
Anche la mia fidanzata lo spera…

Grazie per aver condiviso i tuoi pensieri sul mondo del fumetto con noi!

Intervista realizzata da Leonardo Monzio Compagnoni

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