Ben ritrovati cari lettori di fumetti ad un nuovo appuntamento della nostra rubrica dedicata ai consigli alla lettura fumettistica.
Anche oggi, attraverso la recensione del nostro Presidente, grande amante del media Fumetto, andremo a proporvi un titolo interessante.
BLACK WIDOW VOL.2 - LA VEDOVA NERA SONO IO
Una pubblicazione Panini Comics.
Sceneggiatura di Kelly Thompson, disegni di Rafael De Latorre e Elena Casagrande, chine di Rafael De Latorre, Elena Casagrande e Elisabetta D'Amico, colori di Jordie Bellaire.
Copertina di Adam Hughes.
Cartonato 120 pagine a colori, prezzo di copertina 16€.
La nuova serie regolare della VEDOVA NERA prosegue a gonfie vele anche in questo secondo tomo.
Dopo l'introduzione al nuovo status quo del personaggio, dopo aver decostruito e ricostruito narrativamente Natasha e tutto ciò che è, passiamo ad una nuova fase della vita del personaggio, questa volta in collaborazione con Yelena Belova, aka White Widow, la Vedova Bianca.
Un duo inedito per come scritto e concepito da Kelly Thompson, che dimostra non solo una grande passione verso ambo i personaggi, ma anche una profonda conoscenza del loro passato e delle dinamiche narrative sinora accorse tra le due.
Ciò che nasce tra le pagine di questo volume è una sorta di vera e propria sorellanza delle vedove, una totale riconversione del programma della fu Stanza Rossa.
Sebbene i modi di pensare ed agire di Natasha e Yelena siano differenti tra loro, è senza alcun modo indiscutibile che questa ritrovata intesa tra le due possa portare a direzioni narrative sinora mai pensate.
Ora, tornando ai contenuti del volume, se dall'equazione narrativa togliamo tutto ciò che rende di questo fumetto un prodotto Marvel, possiamo ben vedere come Kelly Thompson abbia voluto trattare un tema difficile e complesso, ovvero quello delle sette e del terribile operato di deviazione mentale a cui queste portino, soprattutto verso vittime mentalmente fragili e, non solo, di genere femminile.
Una scelta coraggiosa, originale ed interessante, che ancora una volta sottolinea come una delle peculiarità dei fumetti della Casa delle Idee sia l'ancoraggio alla realtà quotidiana, l'umanizzazione dei personaggi verso i quali il lettore deve creare di sua sponte un legame empatico.
Un duo inedito per come scritto e concepito da Kelly Thompson, che dimostra non solo una grande passione verso ambo i personaggi, ma anche una profonda conoscenza del loro passato e delle dinamiche narrative sinora accorse tra le due.
Ciò che nasce tra le pagine di questo volume è una sorta di vera e propria sorellanza delle vedove, una totale riconversione del programma della fu Stanza Rossa.
Sebbene i modi di pensare ed agire di Natasha e Yelena siano differenti tra loro, è senza alcun modo indiscutibile che questa ritrovata intesa tra le due possa portare a direzioni narrative sinora mai pensate.
Ora, tornando ai contenuti del volume, se dall'equazione narrativa togliamo tutto ciò che rende di questo fumetto un prodotto Marvel, possiamo ben vedere come Kelly Thompson abbia voluto trattare un tema difficile e complesso, ovvero quello delle sette e del terribile operato di deviazione mentale a cui queste portino, soprattutto verso vittime mentalmente fragili e, non solo, di genere femminile.
Una scelta coraggiosa, originale ed interessante, che ancora una volta sottolinea come una delle peculiarità dei fumetti della Casa delle Idee sia l'ancoraggio alla realtà quotidiana, l'umanizzazione dei personaggi verso i quali il lettore deve creare di sua sponte un legame empatico.
Ai disegni ritroviamo il tratto fresco, realistico, dinamico e graffiante di Rafael De Latorre e dell'eccellenza italiana Elena Casagrande.
Due artisti che, seppur con le dovute differenze visive, riescono a creare un amalgama artistico unico, senza far storcere il naso ai lettori.
Ambo gli artisti hanno una visione chiara della narrazione, riescono a piegare la struttura della gabbia narrativa al proprio fabbisogno espressivo.
Entrambi sono dotati di uno storytelling fluido, di un tratto di pura dinamicità, concentrando l'attenzione sulla recitazione tanto del corpo quanto quella del volto dei personaggi.
Per non parlare poi della cura nei dettagli scenografici e di costume, rendendo di fatto questo fumetto un prodotto fresco, reale e concreto, dove il lettore possa facilmente scorgere angoli della propria realtà.
La visione registica dei due artisti ricorda senza dubbio quella delle più moderne tecniche d'animazione, dove personaggi e scenografie si muovono, dove lo sguardo del lettore viene indirizzato verso i dettagli necessari per incatenarlo davanti allo spettacolo.
A rendere senza dubbio d'impatto la resa finale del prodotto è anche l'apporto del colore ad opera di Jordie Bellaire, grande professionista del settore e, senza dubbio, uno dei nomi più noti sui progetti fumettistici americani degni di nota.
Nel complesso una bella lettura, fresca e per nulla banale, senza dubbio trainante dalla prima all'ultima tavola.
Ho molto apprezzato anche il lavoro di modernizzazione design dei costumi delle due Vedove e dei personaggi ad opera di Elena Casagrande, che hanno reso il cast visivamente molto più urbano.
Raccomando il recupero anche del primo volume, di cui lo scorso anno avevo tessuto le lodi per l'alta qualità narrativa ed artistica.
Confermo quanto detto in quell'occasione, non godevo così tanto a livello visivo ed intrattenitivo di un bel fumetto con protagonista la Vedova Nera dai tempi della prima miniserie Marvel Knights.
Potete trovare e recuperare il fumetto in fumetteria e in libreria.
Ambo gli artisti hanno una visione chiara della narrazione, riescono a piegare la struttura della gabbia narrativa al proprio fabbisogno espressivo.
Entrambi sono dotati di uno storytelling fluido, di un tratto di pura dinamicità, concentrando l'attenzione sulla recitazione tanto del corpo quanto quella del volto dei personaggi.
Per non parlare poi della cura nei dettagli scenografici e di costume, rendendo di fatto questo fumetto un prodotto fresco, reale e concreto, dove il lettore possa facilmente scorgere angoli della propria realtà.
La visione registica dei due artisti ricorda senza dubbio quella delle più moderne tecniche d'animazione, dove personaggi e scenografie si muovono, dove lo sguardo del lettore viene indirizzato verso i dettagli necessari per incatenarlo davanti allo spettacolo.
A rendere senza dubbio d'impatto la resa finale del prodotto è anche l'apporto del colore ad opera di Jordie Bellaire, grande professionista del settore e, senza dubbio, uno dei nomi più noti sui progetti fumettistici americani degni di nota.
Nel complesso una bella lettura, fresca e per nulla banale, senza dubbio trainante dalla prima all'ultima tavola.
Ho molto apprezzato anche il lavoro di modernizzazione design dei costumi delle due Vedove e dei personaggi ad opera di Elena Casagrande, che hanno reso il cast visivamente molto più urbano.
Raccomando il recupero anche del primo volume, di cui lo scorso anno avevo tessuto le lodi per l'alta qualità narrativa ed artistica.
Confermo quanto detto in quell'occasione, non godevo così tanto a livello visivo ed intrattenitivo di un bel fumetto con protagonista la Vedova Nera dai tempi della prima miniserie Marvel Knights.
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Rinnoviamo l'appuntamento a domani con un nuovo consiglio alla lettura!
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LO STAFF DI ASSOCIAZIONE CULTURALE BERGOMIX
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