Buon inizio settimana e bentyornati cari amanti del Fumetto ad una nuova puntata della nostra rubrica preferita!
Come ogni giorno, attraverso la recensione del nostro Presidente, andiamo a proporvi una nuova lettura fumettistica.
"JOKER/HARLEY - LUCIDITA' CRIMINALE VOL.3"
Una pubblicazione di Panini Comics.
Storia di Kami Garcia, disegni di Jason Badower e Mico Suayan, colori di Annette Kwok, copertina di Francesco Mattina.
Cartonato con sovraccoperta, 104 pagine a colori, prezzo di copertina 18€.
Terzo ed ultimo volume di questa miniserie molto particolare sotto l'etichetta DC Black Label.
Una rivisitazione in chiave moderna, come abbiamo avuto modo di vedere nei numeri precedenti, del primo incontro tra la Dr.ssa Harley Quinzel e il criminale noto come Joker, un racconto dai toni crudi e realistici, lontanissimi dal grande classico "Mad Love".
Non per questo però l'opera risulta meno affascinante, anzi il nuovo ruolo nel quale viene collocata la Dr.ssa Quinzel, profiler del GCPD, è senza dubbio intrigante e la pone in una posizione insolita che la trasforma da possibile succube al fascino del Joker a donna/vittima che reagisce con grinta ed odio nei confronti del suo persecutore.
Ora, è necessario fare un distinguo importante.
Questo Joker non è affatto il principe del crimine di Gotham City a cui noi siamo abituati, è un serial killer sociopatico che trova nell'omicidio uno sfogo artistico.
Nella sua testa altamente disturbata questo atteggiamento, questo atto criminale e terroristico, lo pone alla stregua dei grandi artisti del Rinascimento.
Man a mano che la storia prosegue, Joker si rende conto che le sue azioni lo portano sempre più pericolosamente vicino alla figura della Dr.ssa Quinzel, creando così una relazione in maniera malata.
Una relazione da cui però Harley, al contrario della storia tradizionale, vuole rifuggire creando una netta rottura narrativa rispetto a quanto conosciamo.
La storia scritta da Kami Garcia risulta molto fresca, originale, approfondisce in termini polizieschi e psicologici i personaggi e la loro alchimia.
Non per questo però l'opera risulta meno affascinante, anzi il nuovo ruolo nel quale viene collocata la Dr.ssa Quinzel, profiler del GCPD, è senza dubbio intrigante e la pone in una posizione insolita che la trasforma da possibile succube al fascino del Joker a donna/vittima che reagisce con grinta ed odio nei confronti del suo persecutore.
Ora, è necessario fare un distinguo importante.
Questo Joker non è affatto il principe del crimine di Gotham City a cui noi siamo abituati, è un serial killer sociopatico che trova nell'omicidio uno sfogo artistico.
Nella sua testa altamente disturbata questo atteggiamento, questo atto criminale e terroristico, lo pone alla stregua dei grandi artisti del Rinascimento.
Man a mano che la storia prosegue, Joker si rende conto che le sue azioni lo portano sempre più pericolosamente vicino alla figura della Dr.ssa Quinzel, creando così una relazione in maniera malata.
Una relazione da cui però Harley, al contrario della storia tradizionale, vuole rifuggire creando una netta rottura narrativa rispetto a quanto conosciamo.
La storia scritta da Kami Garcia risulta molto fresca, originale, approfondisce in termini polizieschi e psicologici i personaggi e la loro alchimia.
Se dall'equazione narrativa togliamo le vesti gothamite, quello che otteniamo è un racconto sulla figura e la fragilità della donna, un manifesto che la sprona a reagire e a non lasciarsi sopraffare dalle avversità, per quanto tragiche e pesanti esse siano.
Ai disegni ritroviamo due firme assolutamente affascinanti, Jason Badower e Mico Suayan, entrambi iper realistici, che focalizzano l'attenzione sulla recitazione dei volti dei personaggi.
La loro narrazione visiva, il loro storytelling, risulta chiaro e fluido, la loro regia ricorda per tagli ed inquadrature quella dei serial polizieschi più noti.
Ad enfatizzare le loro tavole i colori fotografici di Annette Kwok, una professionista che rende la colorazione un vero e proprio elemento fondamentale per la resa visiva dell'opera.
Ai disegni ritroviamo due firme assolutamente affascinanti, Jason Badower e Mico Suayan, entrambi iper realistici, che focalizzano l'attenzione sulla recitazione dei volti dei personaggi.
La loro narrazione visiva, il loro storytelling, risulta chiaro e fluido, la loro regia ricorda per tagli ed inquadrature quella dei serial polizieschi più noti.
Ad enfatizzare le loro tavole i colori fotografici di Annette Kwok, una professionista che rende la colorazione un vero e proprio elemento fondamentale per la resa visiva dell'opera.
L'illustrazione della sovraccoperta è ancora una volta affidata al magico talento italico di Francesco Mattina, dotato di un realismo d'impatto, enfatizzato da colori acidi , che lascia il segno.
Nel complesso una bella lettura, con un finale aperto per, chissà, un possibile proseguo della storia.
L'edizione, una serializzazione in cartonati oversized con sovraccoperta, è nella sua totalità risultata ben curata e di ottima qualità.
Potete trovare e recuperare questo fumetto e l'intera miniserie in libreria e in fumetteria.
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