Carissimi amici di Bergomix, straordinari amanti del Fumetto, con l'inizio delle scuole fa ritorno anche la nostra rubrica di recensioni e consigli alla lettura.
Come vi abbiamo abituati sinora ed accompagnati dalle parole recensorie del nostro Presidente, andremo a proporvi alcune interessanti letture, che si distinguono per qualità narrativa e/o artistica, per la frizzantezza della loro proposta, per l'originalità o anche per l'importanza dell'albo stesso.
Non possiamo quindi che iniziare dall'editore italiano di fumetti per eccellenza, la Sergio Bonelli Editore, di cui andremo a vedere, tra le diverse ed affascinanti proposte (speriamo non vi stiate perdendo la grande saga di Mefisto su Tex) due albi,freschi freschi d'edicola.
Due pubblicazioni tra le più interessanti del panorama italiano, due serie che, mese dopo mese, rapiscono il lettore trascinandolo in mondi misteriosi ed affascinanti.
Due albi, quelli che andremo ad analizzare, che hanno in comune il proprio disegnatore, Fabiano Ambu, una vecchia e cara conoscenza per noi di Bergomix.
Iniziamo quindi il nostro viaggio, che come sempre, non vuole raccontarvi la storia, facendone perdere il fascino, bensì narrarvi i pregi narrativi ed artistici, così che vi sentiate spinti a provarne la lettura.
Editore: Sergio Bonelli Editore
Sceneggiatura: Andrea Cavaletto
Disegni: Fabiano Ambu
Copertina: Enea Riboldi
Formato bonelliano, brossurato, 96 pagine in bianco e nero, prezzo di copertina €4,40.
Dopo l'affascinante parentesi della saga "Le Origini" (numeri 266-267-268-269), di cui vi consiglio caldamente il recupero anche in vista dell'ormai prossima uscita cinematografica del personaggio, il mensile di Dampyr torna nuovamente a proporci storie autoconclusive, in particolare un racconto ambientato ad Hovrino in Russia.
Si tratta di una storia dalle fortissime atmosfere horror, ben narrate dalla mente di Andrea Cavaletto, in grado d'incantare il lettore dalla prima all'ultima pagina.
Harlan e i suoi amici sono spinti in una missione di salvataggio ai limiti del disperato, dove l'oscurità non solo ti avvolge, ma ti trascina nei meandri più profondi di un ospedale abbandonato, sede per lo più di sporadici scambi criminali.
Eppure, nel cuore sotterraneo della bestia di cemento che è l'ospedale, qualcosa pare essersi risvegliato, pronto a muovere i primi passi di una mortale escalation.
E' un racconto che potrebbe ricordare alcune delle più celebri e moderne storie cinematografiche e videoludiche dell'orrore, eppure Cavaletto riesce a rendere la sua narrazione originale, sia per la caratterizzazione dei personaggi coinvolti, sia per le atmosfere fortemente straniere della storia, sia per l'appoggio "spaccaduro" dei nostri tre carissimi protagonisti, Harlan, Kurjack e Tesla.
Notare come Cavaletto riesca a tenere un ottimo ritmo introduttivo, mostrando i nostri eroi solamente dopo una ventina di pagine e riuscendo a ben dosare l'attenzione e i riflettori sui personaggi secondari.
Pur trattandosi di un racconto filo "sparatutto", ci troviamo di fronte ad una narrazione che, pian pianino, sveste il mistero e la minaccia che regge tutto il gioco.
Ai disegni troviamo Fabiano Ambu, artista dalle origini sarde, che negli anni è divenuto uno dei nomi artistici ricorrenti della serie di Dampyr.
In questo albo, la cui lavorazione è cominciata dopo l'inizio della sua avventura editoriale come It Comics, si inizia a percepire il nuovo percorso evolutivo del disegnatore.
Le sue tavole, dotate di un ritmato e ben misurato storytelling, giocano moltissimo col contrasto dei chiaro scuri, con la dominanza del nero sul bianco, rispettando ed esaltando le atmosfere del racconto.
Pur proponendo, in alcune tavole, uno stile influenzato tanto dalla visione orrorifica di Corrado Roi, quanto da quella delle saghe cinematografiche di Alien e Resident Evil, ciò che salta subito all'occhio è il forte accento action e pulp del disegno, che va ad aumentare il prestigio narrativo visivo delle tavole.
Fabiano Ambu dimostra un'incredibile attenzione nella redazione visiva di scenografie e personaggi, riuscendo a creare un equilibrio tale dove le une necessitano totalmente degli altri ai fini narrativi.
I personaggi, la loro caratterizzazione visiva, divengono estremamente emotivi, prendono l'attenzione del lettore e la trascinano in un'affascinante spirale senza apparente fine.
Le sue tavole, dotate di un ritmato e ben misurato storytelling, giocano moltissimo col contrasto dei chiaro scuri, con la dominanza del nero sul bianco, rispettando ed esaltando le atmosfere del racconto.
Pur proponendo, in alcune tavole, uno stile influenzato tanto dalla visione orrorifica di Corrado Roi, quanto da quella delle saghe cinematografiche di Alien e Resident Evil, ciò che salta subito all'occhio è il forte accento action e pulp del disegno, che va ad aumentare il prestigio narrativo visivo delle tavole.
Fabiano Ambu dimostra un'incredibile attenzione nella redazione visiva di scenografie e personaggi, riuscendo a creare un equilibrio tale dove le une necessitano totalmente degli altri ai fini narrativi.
I personaggi, la loro caratterizzazione visiva, divengono estremamente emotivi, prendono l'attenzione del lettore e la trascinano in un'affascinante spirale senza apparente fine.
E' incredibile la cura artistica messa in questo albo, che dimostra quanto Fabiano Ambu, come artista, sia in costante evoluzione.
Costumi, scenografie, atmosfere, sono incredibilmente reali in questo racconto di pura finzione.
Terrore e disperazione permeano buona parte delle tavole, venendo pian piano soppiantato da un forte senso di stupore e dello spettacolo visivo narrativo.
Ci sono momenti in cui l'ispirazione artistica di Fabiano Ambu sembra debitrice dell'influenza stilistica della Vertigo/DC Comics degli Anni 90-2000 e della fu linea splatter italiana.
Azione ed atmosfera, come già detto, delineano un paesaggio davvero interessante, in cui vale la pena avventurarsi.
Da lettore innamorato della serie, quest'albo rientra senza dubbio tra i più interessanti del filone di storie auto conclusive.
Persino la copertina di Enea Riboldi suggerisce, cogliendola appieno, la sensazione di grave pesantezza delle atmosfere, la loro letalità, ma con una ferrea e fredda volontà di non spoilerare il contenuto.
Costumi, scenografie, atmosfere, sono incredibilmente reali in questo racconto di pura finzione.
Terrore e disperazione permeano buona parte delle tavole, venendo pian piano soppiantato da un forte senso di stupore e dello spettacolo visivo narrativo.
Ci sono momenti in cui l'ispirazione artistica di Fabiano Ambu sembra debitrice dell'influenza stilistica della Vertigo/DC Comics degli Anni 90-2000 e della fu linea splatter italiana.
Azione ed atmosfera, come già detto, delineano un paesaggio davvero interessante, in cui vale la pena avventurarsi.
Da lettore innamorato della serie, quest'albo rientra senza dubbio tra i più interessanti del filone di storie auto conclusive.
Persino la copertina di Enea Riboldi suggerisce, cogliendola appieno, la sensazione di grave pesantezza delle atmosfere, la loro letalità, ma con una ferrea e fredda volontà di non spoilerare il contenuto.
Potete trovare il fumetto in tutte le edicole e nelle migliori fumetterie d'Italia.
DRAGONERO IL RIBELLE #35 - ALLA CONQUISTA DI UN IMPERO
Editore: Sergio Bonelli Editore
Soggetto e sceneggiatura: Luca Enoch
Disegni: Fabiano Ambu
Copertina: Gianluca Pagliarani (disegno), Paolo Francescutto (colorazione)
Soggetto e sceneggiatura: Luca Enoch
Disegni: Fabiano Ambu
Copertina: Gianluca Pagliarani (disegno), Paolo Francescutto (colorazione)
Formato bonelliano, brossurato, 96 pagine in bianco e nero, prezzo di copertina €4,40.
Dragonero è, negli ultimi anni, uno dei fumetti editi dalla Sergio Bonelli Editore che più ha fatto parlare di sé per la qualità narrativa ed artistica dei talenti coinvolti.
Senza dubbio è stata l'ultimo esempio di una serie capace di diramare la propria narrazione al di fuori della serie regolare, con serie parallele e speciali, costruendo mese dopo mese, un fandom di lettori notevolmente robusto.
La serie giunge con questo numero, all'inizio di un nuovo giro di boa, con la prima parte del gran finale della saga della ribellione, una storia costruita brillantemente e in maniera oculata albo dopo albo, senza tralasciare alcunché.
Senza dubbio è stata l'ultimo esempio di una serie capace di diramare la propria narrazione al di fuori della serie regolare, con serie parallele e speciali, costruendo mese dopo mese, un fandom di lettori notevolmente robusto.
La serie giunge con questo numero, all'inizio di un nuovo giro di boa, con la prima parte del gran finale della saga della ribellione, una storia costruita brillantemente e in maniera oculata albo dopo albo, senza tralasciare alcunché.
Dopo i funesti accadimenti dell'albo precedente, inizia l'avanzata dei ribelli e la presa della capitale, cinta sotto assedio dalle forze dell'imperatore e della stretta compagnia di Ian Aranill.
Luca Enoch trascina l'attenzione del lettore in un racconto al contempo estremamente bellico e magico, dal forte ritmo narrativo, dove ogni singola pedina viene posizionata correttamente nell'ampio paesaggio della scacchiera bellica.
E' un momento di resa dei conti, di vendetta, una storia estremamente emotiva dove il lettore stesso viene trascinato sul campo e dove non si può parteggiare che per Ian, Gmor, Sera, Alben e Myrva.
L'intento è ben chiaro, quello di tirare le somme di questa saga, ma soprattutto i fili narrativi dei personaggi di Ian e Alben che, negli ultimi mesi, sono stati fortemente sotto i riflettori dei lettori.
C'è anche un piccolo suggerimento, colto tra le righe, del perché le apparizioni futuribili di Gmor e Ian hanno quel senso di pesantezza tra le spalle.
Per quanto si tratti di un racconto puramente fantasy, appare chiaro come per i tessitori Vietti, Enoch e Barbieri, sia importante una certa vena cruda e realistica degli accadimenti attorno ai protagonisti, così che il lettore riesca a creare un forte legame empatico con essi.
Luca Enoch trascina l'attenzione del lettore in un racconto al contempo estremamente bellico e magico, dal forte ritmo narrativo, dove ogni singola pedina viene posizionata correttamente nell'ampio paesaggio della scacchiera bellica.
E' un momento di resa dei conti, di vendetta, una storia estremamente emotiva dove il lettore stesso viene trascinato sul campo e dove non si può parteggiare che per Ian, Gmor, Sera, Alben e Myrva.
L'intento è ben chiaro, quello di tirare le somme di questa saga, ma soprattutto i fili narrativi dei personaggi di Ian e Alben che, negli ultimi mesi, sono stati fortemente sotto i riflettori dei lettori.
C'è anche un piccolo suggerimento, colto tra le righe, del perché le apparizioni futuribili di Gmor e Ian hanno quel senso di pesantezza tra le spalle.
Per quanto si tratti di un racconto puramente fantasy, appare chiaro come per i tessitori Vietti, Enoch e Barbieri, sia importante una certa vena cruda e realistica degli accadimenti attorno ai protagonisti, così che il lettore riesca a creare un forte legame empatico con essi.
A contribuire alla riuscita dell'albo, troviamo i disegni di Fabiano Ambu.
Se, nel precedente albo di Dampyr di cui ho parlato, si poteva notare l'inizio di un'evoluzione del proprio stile artistico, su Dragonero il buon Fabiano Ambu esplode, mostrando una cura al dettaglio sublime, una regia estremamente d'azione e pienamente filo hollywoodiana, dove la composizione della tavola cambia, all'occorrenza, in maniera sapiente, mantenendo uno storytelling tanto d'impatto quanto ben dosato nel ritmo narrativo visivo.
C'è l'influenza pulp, c'è l'influenza cinematografica e televisiva dei migliori prodotti di genere, tanto nel ritmo quanto nelle inquadrature.
Da lettore onnivoro trovo anche forti influenze di autori come Darren Warren Johnson, ed una vena autoriale che, in parte, ricorda la visione "sporca" e semi grottesca di Maurizio Rosenzweig.
Non è solo l'azione a farla da padrone in queste tavole, ma anche una sapiente mano ben attenta ai dettagli delle atmosfere, tanto alle scenografie complesse quanto all'emotività dei volti e dei gesti dei personaggi.
La disperazione e la tragicità della battaglia trascende i confini della carta stampata, toccando le corde dell'anima del lettore.
Le prime tavole dell'albo sono tanto tragiche e pesanti, quanto il significato intrinseco dello scontro finale.
Sono albi come questo che ti fanno amare un media come il fumetto, che ti fanno capire come tutte le componentistiche (in questo caso storia e disegni) si compenetrino tra loro dando vita ad un vero e proprio gioiello.
Se, nel precedente albo di Dampyr di cui ho parlato, si poteva notare l'inizio di un'evoluzione del proprio stile artistico, su Dragonero il buon Fabiano Ambu esplode, mostrando una cura al dettaglio sublime, una regia estremamente d'azione e pienamente filo hollywoodiana, dove la composizione della tavola cambia, all'occorrenza, in maniera sapiente, mantenendo uno storytelling tanto d'impatto quanto ben dosato nel ritmo narrativo visivo.
C'è l'influenza pulp, c'è l'influenza cinematografica e televisiva dei migliori prodotti di genere, tanto nel ritmo quanto nelle inquadrature.
Da lettore onnivoro trovo anche forti influenze di autori come Darren Warren Johnson, ed una vena autoriale che, in parte, ricorda la visione "sporca" e semi grottesca di Maurizio Rosenzweig.
Non è solo l'azione a farla da padrone in queste tavole, ma anche una sapiente mano ben attenta ai dettagli delle atmosfere, tanto alle scenografie complesse quanto all'emotività dei volti e dei gesti dei personaggi.
La disperazione e la tragicità della battaglia trascende i confini della carta stampata, toccando le corde dell'anima del lettore.
Le prime tavole dell'albo sono tanto tragiche e pesanti, quanto il significato intrinseco dello scontro finale.
Sono albi come questo che ti fanno amare un media come il fumetto, che ti fanno capire come tutte le componentistiche (in questo caso storia e disegni) si compenetrino tra loro dando vita ad un vero e proprio gioiello.
A differenza di quanto operato sulle pagine della serie Dampyr, dove il nero, l'oscurità, viene modellato dal bianco, la luce, su queste tavole il buon Ambu modella il bianco con segni neri ed un grandioso senso dei chiaro scuri.
Un albo veramente spettacolare che consiglio caldamente, in attesa, ovviamente, di leggerne il proseguimento e la conclusione il mese venturo.
Un albo veramente spettacolare che consiglio caldamente, in attesa, ovviamente, di leggerne il proseguimento e la conclusione il mese venturo.
Potete trovare l'albo in tutte le edicole e nelle migliori fumetterie d'Italia.
Ed eccoci qui, cari followers, alla fine di questo primo capitolo della nostra nuova serie di consigli alla lettura.
Siamo sicuri di avervi incuriositi con le nostre proposte.
A presto per nuovi suggerimenti alla lettura del meraviglioso mondo della Nona Arte.
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Lo Staff di Associazione Culturale Bergomix
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