Carissimi amici di Bergomix e formidabili lettori di bei fumetti, bentornati ad una nuova puntata della nostra rubrica dedicata ai consigli alla lettura fumettistica!
Grazie alla consueta recensione del nostro Presidente, andremo a proporvi una bellissima storia dedicata a Paperino che potete trovare sul numero di Topolino attualmente in edicola!
"PAPERINO E IL RECLAMO DEL MARE"
Editore: Panini Comics
Pubblicato originariamente su: Topolino N.3512
Soggetto e sceneggiatura: Vito Stabile
Disegni e supervisione colore: Christopher Possenti
Ci sono storie disneyane che ti colpiscono alla prima lettura e che, come un fulmine, ti attraversano il corpo lasciando un segno indelebile.
Per un lettore scafato come me non è facile rimanere stupito al primo colpo di fronte ad un fumetto inedito, ci vuole un insieme di fattori perché ciò accada, eppure è appena successo con un racconto apparso propria questa settimana sulle pagine del settimanale Topolino, "Paperino e il Reclamo del Mare", dove il nostro amato papero marinaretto compie un inaspettato viaggio alla scoperta della propria identità e di confronto con se stesso.
Per un lettore scafato come me non è facile rimanere stupito al primo colpo di fronte ad un fumetto inedito, ci vuole un insieme di fattori perché ciò accada, eppure è appena successo con un racconto apparso propria questa settimana sulle pagine del settimanale Topolino, "Paperino e il Reclamo del Mare", dove il nostro amato papero marinaretto compie un inaspettato viaggio alla scoperta della propria identità e di confronto con se stesso.
Alla domanda, "Come mai Paperino, dopo decenni, continua a vestire spesso e volentieri come un marinaio?" i due autori Vito Stabile e Christopher Possenti costruiscono uno splendido ed emotivamente importante racconto partendo da un incubo che tormenta quotidianamente il buon Paperino, andando a scavare nell'essenza del personaggio stesso.
Cosa lega Paperino al mare? E' una domanda che può sembrare scontata ma che invece ha un suo perché e che mette in luce alcune lacune che, ad oggi, non sono mai state del tutto colmate.
L'idea di Vito Stabile non solo è brillante ed intelligente, ma anche furba, riuscendo a proporre una storia in grado di lavorare su due livelli narrativi.
Il primo, facilmente godibile dal target medio di "Topolino", è il viaggio che mette alla prova Paperino, facendogli rimboccare le maniche, insegnando che se si vuole ottenere qualcosa, non basta volerlo a tutti i costi ma bisogna sudare per raggiungere il traguardo.
Un livello di lettura che posiziona tra l'altro alcuni inframezzi narrativi molto divertenti e che dimostrano come Vito Stabile conosca bene la caratterizzazione di Paperino, riuscendo anche a trovare una non così scontata evoluzione del personaggio.
Il secondo è invece un livello per lettori più maturi, per coloro che si sono lasciati parzialmente alle spalle la propria fanciullezza ma che non possono fare a meno di serbarne il ricordo e la volontà di alcune abitudini.
Il lettore, come Paperino, si trova a guardarsi indietro, a riflettere su chi è e perché è ciò che appare.
Il lettore, come Paperino, si trova a guardarsi indietro, a riflettere su chi è e perché è ciò che appare.
Paperino viene così decostruito, messo a nudo (quasi letteralmente), per poi fargli rivestire gli abiti con i quali è conosciuto.
A giocare un ruolo determinante alla riuscita del fumetto sono i disegni e i colori di Christopher Possenti, artista che già ben conoscevo artisticamente per alcune belle storie da lui disegnate in Casa Bonelli, e che qui riesce a scolpire, nero su bianco, in disegno l'idea e la sceneggiatura di Vito Stabile.
Graficamente parlando il suo timbro umoristico sposa appieno la plasticità e le forme disneyane, cosa non semplice e non scontata per chi già fa fumetto realistico.
In effetti, seppur con le dovute differenze, il disegno di Possenti mi ricorda quello di Mastantuono, forse per via delle velate sfumature di colore, forse per il suo riuscire ad umanizzare senza estremizzare umoristicamente troppo i personaggi.
L'artista gioca molto sulle espressioni dei volti e sul modo di muoversi nello spazio.
L'artista gioca molto sulle espressioni dei volti e sul modo di muoversi nello spazio.
C'è una gran cura nella resa dei personaggi, nei loro costumi, nella loro recitazione anatomica del corpo, Possenti rende appieno la narrazione della visione umoristica conservando proporzioni e dimensionalità, andando ad arricchire quanto basta, senza strafare, la scenografia, elemento importantissimo in questo racconto.
Cosa che ancor più colpisce è la potente empatizzazione che si viene a creare tra lettore e protagonista della storia, c'è qualcosa nel tratto del disegnatore che ammalia e ti incatena lo sguardo dalla prima all'ultima vignetta, in un susseguirsi di tavole il cui storytelling è fluido ed estremamente efficace.
Nel complesso una bellissima storia, che si infila in quel filone parzialmente introspettivo iniziato con storie come "Area 15", "La solitudine del Quadrifoglio", "La Ballata di John D. Rockerduck" e "Il Destino di Paperone" e che per toni, ai lettori di vecchia data come me, ricorda, a livello emotivo, le storie contenute sull'albo "PKNA - Zero Barra Uno".
Nel complesso una bellissima storia, che si infila in quel filone parzialmente introspettivo iniziato con storie come "Area 15", "La solitudine del Quadrifoglio", "La Ballata di John D. Rockerduck" e "Il Destino di Paperone" e che per toni, ai lettori di vecchia data come me, ricorda, a livello emotivo, le storie contenute sull'albo "PKNA - Zero Barra Uno".
Complimenti quindi a Vito Stabile e Christopher Possenti per aver realizzato, in "poche pagine", quella che potrebbe affermarsi come nuova pietra miliare del fumetto disneyano contemporaneo e che meriterebbe quanto prima una riedizione in un grande formato cartonato.
Potete recuperare il fumetto sul numero di "Topolino" attualmente in edicola.
Potete recuperare il fumetto sul numero di "Topolino" attualmente in edicola.
Vi abbiamo incuriositi?
Prossimamente nuovi consigli alla lettura!
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LO STAFF DI ASSOCIAZIONE CULTURALE BERGOMIX
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