Ogni anno, il 25 Marzo viene celebrato il cosiddetto Dantedì, la Giornata Mondiale dedicata al sommo poeta fiorentino Dante Alighieri di cui, proprio nel 2021, ricorrono i 700 anni della morte.
Perché proprio il 25 Marzo? Perché, idealmente, è proprio il 25 Marzo del 1300 che Dante intraprende la propria discesa negli inferi, in un allegorico e sofferto percorso di redenzione e salvezza dell'anima, che inizia con le immortali parole "Nel mezzo del cammin di nostra vita...".
Dante, nel corso della propria esistenza, si è ritrovato nel cuore dei grandi accadimenti italici del Milletrecento, rivestendo anche importanti incarichi politici, arrivando a toccare alcune delle più importanti città del periodo, non solo Firenze, ma anche Verona, Ravenna, Pisa, Arezzo, Roma, Bologna e l'elenco potrebbe continuare a lungo.
La sua figura, le sue opere, sono a tutti gli effetti un simbolo mondiale della Cultura italiana e non a caso sono state riprese da alcune acclamate pubblicazioni della Nona Arte.
E' allora, proprio in questa occasione speciale assumendo il ruolo di un novello Virgilio, che voglio portarvi in un nuovo viaggio nel meraviglioso mondo del Fumetto, alla scoperta di alcune tra le tante opere che hanno inneggiato ed omaggiato il sommo poeta.
PAPERDANTE
"PaperDante" è senza dubbio uno dei volumi che più attesi nel 2021 dai fans del fumetto disneyano, una celebrazione del mito e della figura del sommo poeta Dante Alighieri, una pubblicazione che affianca letteratura, arte, fumetto e poesia disneyana.
"PaperDante" è un poetico racconto illustrato, che vede per protagonista un giovanissimo Durante Alighiero in chiave disneyana, per la precisione con sembianze non troppo dissimili da quelle di Paperino Paperotto, con indosso l'immancabile ed iconica tonaca rossa del sommo poeta.
PaperDante è un fanciullo con la testa immersa in avventure fantastiche e con una predilezione per i componimenti in rima baciata.
Lo scrittore Augusto Macchetto ricama attorno al personaggio, con un tatto e una magia d'altri tempi, un evento tanto fittizio, quanto probabile per tempi e scenografia, che potrebbe aver influenzato il futuro poeta a tal punto da spingerlo, anni più tardi, a comporre la divin commedia.
E a ben vedere tantissime sono le allegorie, le somiglianze, tra la novella qui proposta e la celebre traversata letteraria infernale, seppur senza diretti riferimenti all'immaginario visivo dell'Inferno.
Le illustrazioni di Giada Perissinoto, che ritraggono i momenti più salienti del racconto, sono di una poesia e di una magia insuperabili.
La morbidezza delle sinuose plasticità dei personaggi, le emozioni così forti dei loro volti da bucare i limiti della tavola, colpiscono l'occhio del lettore e sono arricchite dal sopraffino tocco dei colori di Andrea Cagol.
Il colorista infatti riesce a conferire anima ed emotività alle illustrazioni del racconto, in perfetta armonia con il tratto della disegnatrice.
Questo inedito racconto è l'ennesima riprova dell'influenza che "La Divina Commedia" ha avuto su numerosi artisti della Nona Arte.
Il volume però ripropone anche altri due grandi ed ormai immortali classici legati all'opera di Alighieri che andiamo a rianalizzare qui di seguito.
"L'INFERNO DI TOPOLINO" & "L'INFERNO DI PAPERINO"
Il primo è il tentativo più famoso ed amato di trasferire nel fumetto il capolavoro dantesco, avvenuto nell'ormai lontano 1949, "L'Inferno di Topolino" di Guido Martina e Angelo Bioletto, primo riuscitismo esempio di Parodia Disney, una chiave di lettura delle opere letterarie (ma non solo) ideata proprio in Italia.
Guido Martina, insegnante di lettere e filosofia abbandona la cattedra per dedicarsi alle sceneggiature di "Topolino", mentre Angelo Bioletto è il disegnatore dell'album di figurine "I Quattri Moschettieri" ispirato all'omonima trasmissione radiofonica.
"L'INFERNO DI TOPOLINO", oltre che per l'atipica ambientazione tra diavoli e dannati, è importante per l'intenzione istruttiva di parapedagogia.
Ispirandosi a "Pinocchio", Martina vuole con quest'opera ammonire, impressionandoli, i giovani lettori del settimanale sulla sorte che potrebbe esser loro riservata a seguito delle marachelle commesse in ambito scolastico.
Lo sceneggiatore si sbizzarrisce nel dar vita ad una serie di pene per punire gli scansafatiche, ambientando addirittura una lezione con tanto di aule, studenti ed insegnanti direttamente agli inferi.
Argomenti e scene decisamente forti per il target di lettura del settimanale, tanto da risultare un unicum mai più replicato.
Illustrazione di Giulio Chierchini che fa da copertina al numero 1654 di Topolino che presenta "L'Inferno di Paperino"
Nonostante questo, nel 1987, l'artista Giulio Chierchini decide di proporre nuovamente una storia simile, la seconda presente in questo volume, "L'INFERNO DI PAPERINO".
Il canovaccio utilizzato dagli autori per trasportare Paperino e Topolino nell'inferno dantesco è pressapoco simile, seppur con le dovute differenti peculiarità.
Entrambi i protagonisti si addormentano leggendo proprio la divin commedia del sommo poeta, ritrovandosi nella dimensione dell'Oltretomba.
Se ne "L'Inferno di Topolino" troviamo la riproposizione di numerosi personaggi disneyani (pippo ad esempio assume il ruolo di Virgilio), persino cinematografici, ne "L'Inferno di Paperino" è presente solo un secondo personaggio Disney, Archimede Pitagorico che indossa anche lui le veci dello scrittore mantovano.
Entrambe le opere sono un pretesto per fare bonaria satira del proprio tempo, nell'opera di Martina si possono scorgere riferimenti alla fermente Italia del dopoguerra, mentre l'opera di Chierchini non nasconde critiche alla società consumistica sfrenata di fine Anni 80.
Gli artisti di ambo le parodie compiono un arduo lavoro compositivo, Bioletto trae ispirazione dai capolavori del Gustave Doré, Martina compone terzine rimate sulla falsariga del celebre poeta fiorentino, Chierchini omaggia lo stesso Bioletto usando un timbro non dissimile da quel capolavoro di animazione conosciuto come "Fantasia" o dalla celebre saga bianconiana di Geppo.
Due produzioni fumettistiche esemplari che tutt'oggi, a distanza di decenni, vengono acclamate e rilette da lettori di ogni generazione.
MESSER PAPERO E IL GHIBELLIN FUGGIASCO
Oltre alle celebri parodie dell'Inferno di Dante, nel Marzo del 1983 sulle pagine di "Topolino #1425", Guido Martina torna a scrivere del sommo poeta con una storia assai particolare illustrata da Giovan Battista Carpi, la prima puntata della saga fumettistica di Messer Papero, una serie di racconti disneyani che, attraverso l'utilizzo della chiave parodica, propongono al lettore un'analisi della storia toscana del Milletrecento..
Questo racconto in particolare vede Zio Paperone e Paperino in viaggio a Firenze, spinti dalla ricerca di una nuova fonte di ricchezza per lo zione.
Appena arrivati s'imbattono in un ragazzo, lettore di Topolino, che riconoscendoli decide di far loro da guida per le strade della città toscana.
Ed è proprio in questo tour guidato che a Zio Paperone viene in mente di comporre un inedito poema che vede per protagonisti Messer Papero De Paperi, suo nipote Paperino e per l'appunto Dante Alighieri, quest'ultimo in fuga dalla città che tanto ama.
Martina non perde occasione per dare una lezione di storia, lo scontro tra Guelfi e Ghibellini, e di letteratura classica ai lettori del settimanale, citando una celebre vicenda dell'Odissea di Omero.
La storia verrà poi ristampata sul numero 3409 di Topolino, proprio in onore dei 700 anni della scomparsa di Dante Alighieri.
GEPPO e INFERNO 2000
Copertine della più recente ristampa di Geppo ad opera dell'etichetta editoriale "Lineachiara" di RW/Lion
Nella storia del fumetto umoristico italiano, ci sono un personaggio ed una serie a fumetti in particolare che hanno tratto ispirazione dalla celebre "Divina Commedia" di Dante Alighieri.
Sto ovviamente parlando di "Geppo" il diavolo buono, edito da Edizioni Bianconi, inventato da Giulio Chierchini e successivamente ripreso da Giovan Battista Carpi, Luciano Gatto e in seguito da Pierluigi Sangalli e Sandro Dossi.
Geppo in origine era un angelo caduto sfortunatamente all'Inferno per via di uno svenimento durante la biblica ribellione di Satana, ritrovandosi poi in guisa di diavolo.
Diversamente dagli latri diavoli, cerca di soccorrere ed aiutare i dannati dei vari gironi infernali, finendo spesso di contrastare il volere di Satana stesso, che lo vorrebbe cattivo come tutti gli altri.
Esiste però anche un'altra versione della storia, che vede un piccolo Geppo in fasce trasportato da una cicogna che, anziché consegnarlo in paradiso dove sarebbe dovuto diventare un angelo, lo consegna nelle mani di Satana in cambio di un fiasco di vino.
Peccato che questo atto di corruzione si ritorca contro il boss dell'inferno, dove Geppo è un fallimento di diavolo.
Copertina dell'edizione speciale di Geppo Inferno 2000
Al di là della presenza dei diversi gironi infernali danteschi nelle storie di Geppo, esiste una vera e propria saga in quattro puntate, unica per lunghezza nella storia delle Edizioni Bianconi, esplicitamente ispirata e dedicata al sommo poeta Alighieri, "Inferno 2000", realizzata completamente da Sandro Dossi.
Già il titolo suggerisce che si tratta di una sorta di remake moderno in chiave umoristica del celebre racconto della divin commedia, una bizzarra esplorazione dell'Inferno bianconiano da parte di Dante accompagnato eccezionalmente dal buon Geppo.
L'idea iniziale di Sandro Dossi era molto più complessa del risultato finale, in quanto prevedeva una vera ep propria rivisitazione, girone per girone, dell'Inferno di Dante.
L'editore però suggerì di abbreviare il tutto, andando così a modificare il progetto originario, per il timore che l'argomento potesse risultare pedante al lettore.
La storia venne ristampata in una pubblicazione amatoriale senza scopo di lucro destinata al circuito del collezionismo, di cui esistono solamente 200 esemplari.
Trovarla è un'impresa assai ardua!
Illustrazione inedita di Sandro Dossi che vede Geppo e Nonna Abelarda in visita a Bergamo
DANTE: LA DIVINA COMMEDIA A FUMETTI DI MARCELLO
Copertina del volume più recente che ristampa l'opera di Marcello Toninelli
Rimanendo sempre in ambito del fumetto umoristico, esiste ad oggi una sola opera a fumetti che segue fedelmente il percorso narrativo della Divina Commedia di Dante Alighieri, ovvero la celebre parodia di Marcello Toninelli, autore umoristico italiano che di Dante, così come di Omero e Virgilio, ha fatto la sua bandiera.
L'opera di Toninelli è conosciuta ed amata per l'incredibile capacità di sintesi visiva e narrativa dell'autore e per il perfetto uso del tempo comico.
Dotato di un tratto lineare semplice e ben definito, Toninelli accompagna il lettore, così come il protagonista delle vicende Dante, in un viaggio senza soffermarsi troppo in lungaggini, narrando quel tanto che è necessario, sfruttando sia il parlato sia l'espressione dei personaggi per comunicare contenuti e situazioni.
Prima tavola del volume "Dante La Divina Commedia a Fumetti"
L'autore è riuscito a proporre Inferno, Purgatorio e Paradiso, senza mai perdere la potenza della propria vena comico narrativa, al contrario del Sommo Poeta che, dopo aver abbandonato gli inferi per arrivare ai cieli, cambia il proprio gergo narrante, passando da un volgare popolare ad una strutturazione gergale più aulica.
L'opera di Toninelli risulta agli occhi di lettore un ottimo strumento di approfondimento di studio per i più giovani, in grado di creare i cosiddetti "cassetti della memoria" per fissare i passi salienti della Divina Commedia.
Nel volume di recente pubblicazione "Dante La Divina Commedia a Fumetti", che ne festeggia i 50 anni di pubblicazione, edito da Shockdom, oltre alla rivisitazione della commedia di Alighieri, è presente anche la raccolta delle strisce a fumetti dedicate alla vita del Sommo Poeta, sempre dotate della vis comica tipica di Marcello.
Questo volume rientra negli esempi migliori della potenza e struttura comunicativa culturale del media Fumetto, un vero e proprio mezzo con cui espandere, analizzare, e riproporre alcuni dei più importanti contenuti culturali del patrimonio italiano e mondiale.
LA DIVINA COMMEDIA DI GO NAGAI
Spostando l'occhio dai limiti geografici italiani, non posso non citare uno degli adattamenti fumettistici più importanti dell'opera di Dante, la Divina Commedia di Go Nagai.
Go Nagai, padre dei celebri robottoni giapponesi, da Goldrake a Mazinga Z, da Getter Robot a Jeeg Robot, non ha mai nascosto il fascino che la cultura greco romana ed europea hanno esercitato su di lui.
Se pensiamo ad esempio all'opera "Devilman" originariamente pubblicata in Giappone su Weekly Shonen Magazine negli Anni 70 del secolo scorso, non possiamo non cogliere tra le tavole del manga l'atmosfera e le caratteristiche infernali della commedia dantesca.
Ispirato dalle celebri illustrazioni del francese Gustave Doré, che aveva saputo ritrarre e cogliere alla perfezione lo spirito dell'Inferno dantesco, negli Anni 90, sempre sulle pagine di Weekly Shonen Magazine, Go Nagai si riaddentra nelle atmosfere infernali, iniziando un viaggio artistico rielaborando il perigrinare del Sommo Poeta tra Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Le terzine dell'opera di Dante trovano così nuovo spazio nei ballons, le soggestioni del Doré vengono rielaborate nella sintesi fumettistica giapponese, imperniate di un dinamismo fatto di linee cinetiche futuriste.
A ben guardare le tavole de "La Divina Commedia" a fumetti di Go Nagai trasudano dell'esperienza artistica narrativa avuta sui precedenti lavori, dall'infernale ed oscuro Devilman ai futuristici robottoni, in particolare "Mazinga Z".
Illustrazione dell'artista trentino Fabio Vettori realizzata per il Dantedì 2020
Cerbero nella Divina Commedia di Go Nagai
Dante in fuga dai diavoli nella Divina Commedia di Go Nagai
Tavola interna di Cattivik#32 realizzata da Giorgio Sommacal
Tavola interna di Cattivik#40 realizzata da Giorgio Sommacal
Tavola interna di Cattivik#54 realizzata da Giorgio Sommacal
Illustrazione di Paolo Barbieri che ritrae l'infernale città di Dite
Tavola interna di Dylan Dog#414 realizzata dall'artista Paolo Martinello che ritrae l'Inferno
Tavola interna di Dampyr Speciale#12 realizzata dall'artista Fabrizio Longo
Dante in fuga dai diavoli nella Divina Commedia di Go Nagai
Non possiamo non scorgere una somiglianza tra Koji Cabuto e Dante o tra i mostri infernali e i mostri meccanici inviati dal Dottor Hell.
O ancora pensiamo alle arpie del XIII canto dell'inferno ritratte dal Doré e la somiglianza con l'arpia Silen in "Devilman".
E' un viaggio di andata e ritorno, una rielaborazione passionale di un mito letterario che ha affascinato il celebre mangaka sin da quando era bambino.
"Sono sempre stato ispirato da La Divina Commedia che ho letto da piccolo" ha dichiarato Go Nagai "Mi ha colpito che si parlasse della parte oscura dell'uomo, del suo trasporto emotivo".
L'edizione più recente presente sul mercato italiano, è quella in volume unico, tuttora trovabile o ordinabile in libreria e fumetteria, in formato omnibus edita da J-POP.
DANTE'S INFERNO
Se si parla di fumetti e Divina Commedia, non si può non parlare dell'opera a fumetti "Dante's Inferno", ispirata al celebre videogioco della Electronic Arts.
Il fumetto, sceneggiato da Christos Gage ed illustrato dallo spagnolo Diego LaTorre, rielabora in chiave visivo narrativa l'operato degli autori del videogioco, ispirato alla prima parte del poema di Alighieri.
Dante, di ritorno dalle crociate, dove scendere nelle profondità più recondite dell'Inferno per salvare l'amata Beatrice, trascinata negli inferi da Lucifero in persona affinché ne divenga la propria sposa.
Tutto ciò per via della rottura di un giuramento che Dante stesso aveva fatto a Beatrice prima della sua partenza.
Il Sommo si trova così a muoversi per i gironi infernali ad affrontare demoni personali in cerca di riscatto dai peccati commessi.
Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio survival horror, dove gli incubi prendono forma, dove creature mostruose di mitologica origine sbarrano la strada all'eroe.
Tavola tratta dalla serie a fumetti "Dante's Inferno" realizzata da Diego LaTorre
Certo quanto narrato è un pò diverso dall'opera originaria ma alcuni elementi vengono mantenuti, ad esempio ogni cerchio infernale, così come il limbo, mostra un proprio look, una propria oscurità, che si fa via via più densa man a mano che si scende.
Lo stile pittorico di Diego LaTorre appartiene alla corrente visiva di Dave McKean e Ashley Woods, con quella vena di arte contemporanea, deformata talvolta da una lente di astrattismo.
Vere e proprie vene di colore troneggiano su tinte cupe, che si fanno sempre più scure man a mano che ci si inoltra nel racconto.
Il realismo dei corpi e la torsione delle anime in una dimensione così disorientante e distorcente come l'Inferno, trasmette appieno il senso di disperazione e di assenza d'amore di quest'opera.
LA DIABOLIKA COMMEDIA DI CATTIVIK
Illustrazione commissionata all'artista Giacomo Michelon che ritrae Cattivik sbucare dalle fogne di Bergamo
Torniamo ora in Italia, ai primi Anni 90, periodo di fucina di serie da edicola umoristiche, come Cattivik, Tiramolla, Braccio di Ferro, Prezzemolo .
Sulle pagine della serie "Cattivik", a cadenza quasi annuale, prende il via la trilogia ribattezzata "La Diabolika Commedia di Cattivik", sulle pagine di Cattivik#32-#40-#54, sceneggiata da Moreno Burattini e illustrata da Giorgio Sommacal.
In tutte le tre "cantiche" parodiche, l'incipit rispetta il timbro delle più classiche avventure di Cattivik, l'umorismo nero ma spassoso del personaggio prende piede dalla prima all'ultima vignetta.
Nella prima storia, "Un'avventura infernale" (Cattivik#32), il nostro personaggio incontra un Dante ormai su d'età, smarrito nel parco di un ospizio che gli pare una selva oscura, in cerca di una ispirazione poetica.
I versi declamati irritano i residenti tanto da mettere in fuga Dante e Cattivik, in una cacciata che pare quella vissuta dal sommo poeta ai tempi delle lotte tra Guelfi e Ghibellini.
Prende così il via un viaggio tra i giorni dell'Inferno e i suoi dannati che culmina con una fuoriuscita del genio del male dall'Etna!
In questa prima rivisitazione della commedia dantesca, Burattini riformula le terzine del poeta fiorentino declinandole in rime comiche, oserei dire quasi satiriche della società italiana dell'epoca e degne di quell'accezione del dialetto volgare che Dante stesso aveva reso noto con la propria opera.
Come avvenuto per "L'Inferno di Topolino", all'interno della storia trovano spazio diversi cameo fumettistici, come Stanislao Moulinski, i Fratelli Dalton e la Banda Bassotti!
Nella seconda storia, "Cattivik in Purgatorio" (Cattivik#40), Cattivik si ritrova a bordo di una barca condotta da Ulisse, sottolineando ad esempio una forte differenza con l'opera dantesca dove il sovrano di Itaca è collocato negli inferi.
Sarà lo stesso uomo dall'ingegno multiforme a guidarlo nella scalata alla montagna del Purgatorio, un viaggio che non sarà certo privo di battute irriverenti, un registro narrativo stilistico in netta contrapposizione con le intenzioni originali di Dante Alighieri, d'altronde Cattivik non sarebbe lo stesso se accogliesse un percorso di redenzione.
Nella terza storia, "Cattivik in Paradiso" (Cattivik#54), nasce in maneria del tutto particolare, un incidente in mongolfiera!
Cattivik si trova nel regno dei cieli, accolto da San Pietro col volto del celebre Antonello Venditti, una mossa intenzionale da parte degli autori che satiricamente ricalcano il titolo di un disco di successo del cantautore "Benvenuti in Paradiso".
Cattivik non si lascia di certo intimorire dal luogo in cui si trova e cerca di rubare le aureole dei santi perché, a detta del genio del male, scambiate per degli anelli nuziali.
Ma non è tutto perché Cattivik ci prende gusto a "macchiare" il sacro, spingendo l'orchestra angelica verso una deriva rockettara.
Il paradiso però è troppo aulico per Cattivik che preferisce tornarsene nella sua fogna sentienziando "Il Paradis' può attendere".
L'INFERNO DI DANTE ILLUSTRATO DA PAOLO BARBIERI
Copertina della prima edizione dell'opera "L'Inferno di Dante - illustrato da Paolo Barbieri", edita da Mondadori
Copertina della ristampa dell'opera "L'Inferno di Dante - illustrato da Paolo Barbieri", edita da Sergio Bonelli Editore
Sebbene non si tratti di un vero e proprio fumetto e rientri nel concetto di romanzo illustrato, molto simile se vogliamo all'opera "Stardust" di Neil Gaiman, non posso non citare tra i titoli da consigliare anche una pubblicazione che ho amato sin dal suo primo annuncio, avvenuto ormai diversi anni fa.
"L'Inferno di Dante" illustrato da Paolo Barbieri è un'opera meravigliosa che sintetizza il racconto del viaggio tra i dannati del Sommo Poeta e supplendo il minor numero di parole con la potenza delle illustrazioni dell'artista.
Barbieri, con le sue illustrazioni, abbraccia il lettore con uno stile realistico tinto da sfumature oniriche.
E' un vero e proprio surrealismo emotivo, a tratti epico e dai connotati mitologici, che si distorce all'occorrenza in una devianza oscura mossa dall'ombra infernale.
Al pari dell'interpretazione del Doré, di Go Nagai, la visione di PAolo Barbieri entra nella mente e nel cuore del lettore, lasciando un segno indelebile.
E questi sono solo alcuni dei tantissimi titoli fumettistici che hanno trattato la figura di Dante Alighieri o il tema dell'Inferno dantesco.
Ad esempio non possiamo non pensare ai numerosi riferimenti in serie a fumetti come "Dylan Dog" e "Dampyr", o ancora alle produzioni del fumetto autoriale ed indipendente come "Dante's Divine Comedy" di Seymour Chwast, "La Divina Commedia illustrata male da Davide La Rosa", "L'Inferno di Dante - Graphic Novel" di Cristiano Zuccarini e Ernesto Carbonetti o ancora "Dante Alighieri" di Alessio D'Uva e Astrid.
Illustrazione dell'artista Gabriele Dell'Otto realizzata per il volume "Dante Alighieri - Inferno" edito da Mondadori
E' un dato di fatto, a 700 anni dalla sua morte, Dante Alighieri, attraverso la voce delle proprie opere, continua ad affascinare, ad incantare, le menti dei creativi, degli artisti, degli scrittori e di tutte quelle persone che operano da sempre nelle più svariate arti visive e culturali, compresa la nona Arte, il Fumetto!
LEONARDO MONZIO COMPAGNONI
Presidente Associazione Culturale Bergomix
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