giovedì 2 settembre 2021

SPECIALE SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI: UN VIAGGIO ANDATA E RITORNO TRA CINEMA E FUMETTO

E' finalmente uscito al cinema il nuovo e tanto atteso capitolo dell'universo cinematografico condiviso dei Marvel Studios, "SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI", un film che, dopo la falsa partenza da compitino senza infamia e senza lode di "BLACK WIDOW", si propone come vero e proprio slancio nella cosiddetta FASE 4, al pari, qualitativamente parlando, delle acclamate serie televisive sinora approdate sulla piattaforma streaming Disney+.
Ecco quindi l'occasione giusta per proporvi uno dei nostri gustosi speciali cinefumettistici, scritto dal nostro Presidente, che non solo analizzerà senza spoiler il film, ma vi proporrà anche un'intervista esclusiva al disegnatore della serie regolare di "Shang-Chi", Dike Ruan, e una rubrica di consigli alla lettura per approfondire il nuovo eroe della scuderia Marvel tra passato e presente della sua vita editoriale.


Il progetto cinematografico dedicato alla serie a fumetti di Shang-Chi ha impiegato diverso tempo per poter prendere corpo e forma.
Il personaggio, nato agli inizi degli Anni 70 dalla penna di Steve Englehart e dalla matita di Jim Starlin, sulla scia del successo cinematografico e televisivo del Fantastico legato alle arti marziali, per diverso tempo è stato visto e declinato da artisti occidentali.
Per alcuni, ma a torto, Shang-Chi ha rappresentato la versione marvelliana di Bruce Lee, un maestro delle arti marziali e della dottrina Wu-Shu.
Approfondiremo questo aspetto nei consigli alla lettura.
Si tratta comunque, a ben guardare, di opere egregie, dal forte carattere Pop Anni 70, che hanno saputo intrattenere diverse generazioni di lettori ed influenzare anche alcuni artisti contemporanei.

Copertina dell'albo Special Marvel Edition #15 che presenta la prima apparizione di Shang-Chi

E' forse questo il motivo che ha fatto tardare il suo debutto cinematografico, la paura di produrre e proporre un film fuori dal proprio tempo e che fosse pieno di luoghi comuni, tale da non rendere giustizia tanto al personaggio quanto al legame emotivo che la serie ha sviluppato coi propri lettori.
E' stato solo dopo il successo di "Black Panther", il primo film hollywoodiano dedicato ad un eroe africano e quindi fuori dalla sfera della comfort zone geografica occidentale, che la macchina di produzione si è messa in moto per portare finalmente sul grande schermo un film dedicato ad un "supereroe" cinese.
Scrivo "supereroe" virgolettato perché Shang-Chi (nei fumetti come nel film) non è dotato di poteri particolari, è una persona semplice, che aborra la violenza e l'ingiustizia in ogni loro forma, che fa uso delle arti marziali solo per difesa personale e degli innocenti, un ragazzo normale che vuole fuggire al malvagio retaggio paterno e che si pone a favore del Bene.

Sketch dell'artista Carlos Pacheco che ritrae Shang-Chi nelle sue vesti classiche

DUE PENSIERI SUL FILM (senza spoiler)

"SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI" è un film imprevedibilmente fantastico, in grado di rispolverare un pò di quel "Sense of Wonder" fanciullesco, che si assume l'arduo compito, non solo di traghettare l'eroe protagonista nel nuovo millennio, un pò come sta avvenendo con la recente serie a fumetti, ma di riallacciare anche alcuni fili sparsi in precedenti pellicole del filone Marvel, "IRON MAN" e "DOCTOR STRANGE" in primis.
Sebbene la resa finale centri poco, ancora una volta, con la controparte cartacea originale, il "Mandarino" viene reso come un personaggio davvero interessante, dotato di abilità fuori dal comune conferitegli dai dieci anelli (bracciali) del potere.
Un uomo con superpoteri ma anche superproblemi, caratteristica questa che ricorda la formula base di successo dei fumetti Marvel, un personaggio che non è solo bianco o nero, ma una grande sfumatura di grigio.
Wenwu, questo il nome di battesimo dell'uomo dietro l'organizzazione segreta de "I Dieci Anelli", risulta un personaggio imperfetto, molto carismatico, assai diverso dal Signore della Guerra feudale cinese, refrattario alla società capitalista, ritratto per anni sulle pagine dei fumetti di Iron Man.

Illustrazione di copertina di Invincible Iron Man #525 realizzata da Salvador Larroca

Viene ben spiegato, nel corso della pellicola, il legame tra "I Dieci Anelli" apparsi nella trilogia di testa di ferro e quest'altra organizzazione, apparentemente la medesima, in realtà ben altra cosa.
"I Dieci Anelli" si afferma nel corso della pellicola alla pari dell'Hydra, un organizzazione fissa nel tempo, che agisce al di fuori dei governi del pianeta e con un unico scopo, quello della preservazione e dell'aumento del potere a vantaggio del proprio signore, Wenwu.
La sua è una figura molto combattuta, tra potere ed amore, tra la capacità di fare del bene e l'ingorda brama egoista di conoscenza e ricchezza, un personaggio che colpisce molto lo spettatore, non solo per il legame famigliare con Shang-Chi, ma soprattutto per la sua emotiva umanità.
Per alcuni potrebbe simboleggiare il villain della pellicola, in realtà è una pedina nell'eterno scontro tra bene e male, perfettamente rappresentato dalla simbologia dello Yin e dello Yang.

Illustrazione dell'artista Peach Momoko

La simbologia cinese è molto presente in questo film, sia che si tratti della ritualità della vita quotidiana, sia che si tratti della tradizione popolare (quest'ultima soprattutto nel terzo atto).
A livello visivo cinematografico, i rimandi a pellicole di genere come "La Foresta dei Pugnali Volanti" o "La Tigre e il Dragone" è forte e, aggiungendo percettibili strizzatine d'occhio ad elementi fantastici di anime giapponesi (vedi Dragonball e Sailor Moon), otteniamo una visione senza dubbio originale all'interno del panorama Marvel cinematografico.
Proprio per questo il film tende a brillare e distinguersi rispetto l'offerta cinecomics degli ultimi anni.
Il racconto si prende una serie di libertà rispetto a quanto narrato nei fumetti, il concept base "figlio vs padre" viene preservato ma totalmente svecchiato, inserito ai giorni nostri, ben distanti dai colorati e ruggenti Anni 70.
La storia del film è un viaggio personale, di riscoperta ed accettazione del proprio io, di affermazione della propria identità e del proprio ruolo.
Un percorso di origini e scelte, un vero e proprio viaggio dell'eroe, una consacrazione per Shang-Chi e per lo stesso attore Simu Liu, che è riuscito nell'arduo compito di dare volume ed anima al personaggio, cogliendone l'umanità e l'essenza, allontanando il protagonista dall'ombra della visione stereotipa di genere.
Lo spettatore compie questi passi di scoperta fianco a fianco di Shang-Chi e dei suoi comprimari, arrivando fortemente ad empatizzare con essi.
Non è sicuramente una pellicola per tutte le età, direi che inizi ad essere assimilabile dai 10 anni in su, lo scontro filo epidico e l'accettazione ed espiazione dei peccati del passato non sono argomenti adatti ai bambini più piccoli.
A livello di generi si può senza dubbio affermare che si tratti di una pellicola ben equilibrata dove ruoli maschili e femminili sono ben soppesati tra loro.
Da una parte abbiamo Wenwu e Shang-Chi che rappresentano la sfera maschile ed il continuo confronto tra passato e futuro, dall'altra abbiamo Katy e Xialing che rappresentano la sfera femminile e la voglia di rivalsa nei confronti di un mondo forse ancora troppo ancorato ad una società patriarcale.
E poi abbiamo Jiang Li e Jiang Nan che rappresentano la donna come chiave e filtro di espiazione, come speranza che va ad inserire luce negli angoli bui dell'anima.
E' un racconto di seconde possibilità, forse anche di redenzione e di evoluzione narrativa.

Shang-Chi in una illustrazione dell'artista J.Scott Campbell

Mi è piaciuto? Moltissimo, nonostante da Marvel Fan di vecchia data abbia storto un poco il naso innanzi alla nuova interpretazione del "Mandarino" (capirete il virgolettato una volta visto il film) e la resa forse troppo epica di Shang-Chi, soprattutto sulla conclusione del terzo atto che lo estrania dall'essere meramente un eroe urbano..
Non nascondo che mi sono emozionato non poco, non come per "Avengers Endgame", ma ci son stati momenti dove mi son sentito totalmente immerso nell'atmosfera del film e dove la sospensione dell'incredulità ha spadroneggiato, come durante la prima scena "segreta" a metà dei titoli di coda che mi ha fatto sbrilluccicare gli occhi.
Per chi se lo chiedesse, dovete rimanere seduti sino alla fine dei titoli di coda per godervi entrambe le scene "segrete".
Avevo proprio bisogno di un film così, forse il migliore sinora del genere cinecomics proposto quest'anno sul grande schermo.
C'è commedia, avventura, azione, pathos, emozione, un gran bel film.
Ora, non vi farò spoiler, ma vi anticipo che in questa pellicola son stati gettati importanti semi per il futuro di questo universo cinematografico condiviso.
Ho come l'impressione che Shang-Chi e il suo mondo li rivedremo relativamente a breve in altri progetti dei Marvel Studios.
Nel frattempo, e ve lo dico da lettore, sono numerosi i titoli fumettistici legati al personaggio, dal primo omnibus che ne raccoglie le origini editoriali ad una serie di titoli che ripropongono la sua storia editoriale più recente (gli ultimi 30 anni), sino ad arrivare alla nuova serie regolare, illustrata da Dike Ruan, giovane artista di origini cinesi che, pensate un pò, vive nel nostro Bel Paese!
Ne ho quindi approfittato per scambiarci due chiacchiere in una esclusiva e breve intervista che vi vado qui di seguito a proporre.

L'INTERVISTA A DIKE RUAN


Dike Ruan, il disegnatore della serie a fumetti "Shang-Chi"
Cari followers di Bergomix, abbiamo la fortuna e il privilegio di poter porre alcune domande all'artista Dike Ruan, il disegnatore dietro il rilancio della serie a fumetti di Shang-Chi, il cui primo volume è stato recentemente pubblicato in Italia da Panini Comics.

Innanzitutto la ringraziamo per il tempo concesso per questa nostra intervista, è davvero un piacere poter scambiare due parole con un autore del suo calibro.

Abbiamo avuto il piacere di poter leggere poco tempo fa la prima saga del rilancio fumettistico di Shang-Chi, personaggio che adesso è sotto i riflettori anche grazie all'uscita del nuovo capitolo cinematografico dei Marvel Studios.


Come è salito a bordo del progetto e quale è stato l'iter creativo per arrivare alla pubblicazione della serie?  
Lavoravo per Marvel da poco, avevo appena finito un numero di “Black Cat” quando sono stato contattato da Darren Shan, l’editor che tra le altre cose segue anche Shang-Chi. Mi ha chiesto se fossi interessato a lavorare su questo nuovo progetto e ho subito acconsentito. Basandomi sulle indicazioni di Shan, sulle sceneggiature di Gene Yang e il nuovo costume creato da Jim Cheung, sono partito con la creazione degli altri personaggi principali, i suoi fratelli e sorelle. Inoltre, c’è stato un periodo di “studio” in cui ho approfondito la conoscenza delle architetture dell’epoca, e di tutta una serie di elementi, come certe tradizioni, paesaggi o cibi. Volevo rendere la storia credibile e coerente anche per quanto riguardava il contesto. Concluso il processo di character design, ho iniziato a lavorare sul primo numero, sempre confrontandomi con l’editor e gli altri membri del team creativo. Con la sceneggiatura sotto mano, prima butto giù le bozze e poi, quando sono soddisfacenti, passo a disegnare le tavole. Aggiungici il lavoro del colorista e il lettering e, beh..ecco la serie!

Tavola tratta da Shang-Chi #3 di Dike Ruan
 
Shang-Chi è un personaggio nato agli inizi degli Anni 70 dello scorso secolo, sulla scia del successo di diverse pellicole hollywoodiane dedicate al mondo delle arti marziali. Cosa ne pensa del personaggio, per lo meno della sua visione iniziale?
In realtà, prima di lavorare a questo progetto non sapevo praticamente nulla del personaggio, se non il suo nome. Per me, quindi, è stato quasi come “creare” Shang-Chi da zero, almeno in una veste più attuale. Sicuramente lo Shang-Chi degli anni ‘70 doveva molto a Bruce Lee. Nei primi numeri della nuova serie, nel disegnare Shang ho cercato di mantenere anch’io alcuni elementi “alla Bruce Lee”, che però ho abbandonato man mano che la storia continuava. Di Bruce Lee ce ne è stato uno, per Shang-Chi volevo un po’ di autonomia da questa figura.

Come spesso capitava nei decenni scorsi, il personaggio, seppur di origini cinesi, è stato scritto e interpretato a livello artistico inizialmente da artisti americani e non cinesi. Oggi, come avvenuto per Ms.Marvel e Black Panther, il personaggio può finalmente essere scritto ed illustrato da artisti le cui origini culturali e talvolta geografiche coincidono. Cosa ne pensa di questa opportunità? Cosa può dare in più la visione moderna di personaggi come Shang-Chi lontani dalla lente visiva americana?  
Per me è stata ovviamente una bellissima opportunità, ma non credo che basti avere geni cinesi per rendere bene un personaggio cinese. Mi spiego: prendi un americano di origini cinesi che magari non conosce nemmeno un ideogramma e non sa nulla della cultura cinese. Le sue origini, in questo caso, non contribuiscono in automatico alla creazione di un personaggio e di un contesto credibile, autentico e, se vogliamo, “rispettoso”, perché il suo punto di vista resta, di base, americano. Nel mio caso, la conoscenza di alcuni elementi culturali ha in effetti aiutato il processo. Ad esempio, io sono cresciuto con gli jangshi, gli zombie/vampiri della tradizione cinese, quindi quando ho dovuto disegnarli è stato molto più semplice, immediato e spontaneo, perché sapevo di cosa si parlava. Il fatto che il mondo del fumetto si arricchisca di artisti e artiste provenienti da mondi diversi è sicuramente un bene, perché credo sia giusto dar voce a più persone possibili. Ma non escludo che chiunque possa riuscirci: basta avere la voglia di conoscere, di approfondire, di non fermarsi agli stereotipi. Secondo me, più di chi disegna/racconta è importante come disegna/racconta.

Tavola tratta da Shang-Chi #4 di Dike Ruan
 
Tornando alla serie a fumetti, sebbene si tratti di un rilancio, il protagonista affronta ancora una volta i demoni e i pesi del passato. Come è stata colta e sviluppata da lei questa sfida creativa? Anche dal punto di vista di scenografie e costumi. Come ho già detto, abbiamo fatto molte ricerche sui costumi tradizionali per i personaggi, ma abbiamo comunque voluto ricreare quasi tutto, lavorando a fondo sul restyling dell’universo di Shang-Chi. Quel che volevamo era mescolare alcuni aspetti della tradizione cinese agli elementi contemporanei del mondo dei supereroi della Marvel.  
Ho notato nelle sue tavole uno storytelling fluido, molto improntato su un equilibrio tra dinamicità ed umanizzazione dei personaggi. Come è riuscito ad ottenere questo eccezionale compromesso?
Credo siano due aspetti che ho assorbito leggendo manga in particolare, anche se in realtà la maggior parte dell’ispirazione viene dal cinema. Non sono un lettore di fumetti seriale, ma guardo moltissimi film. Se nelle mie tavole si trovano sia dinamicità sia umanizzazione, probabilmente è grazie a questo. E poi, ovviamente, ci è voluta e ci vuole pratica, tanta pratica…

Splash page tratta da Shang-Chi #3 di Dike Ruan
 
Senza fare spoiler quali sono le sfide che attendono il personaggio? Quale contributo può dare nell'ormai ampio panorama Marvel?  
Nella nuova serie a cui sto lavorando adesso, in ogni numero Shang-Chi sta affrontando un diverso personaggio Marvel. Questo è un modo per inserirlo gradualmente nell’universo Marvel che, in effetti, è vastissimo. E poi chissà, vedremo cosa succederà...  
Al di là di Shang-Chi, ha avuto modo di poter lavorare anche su altri personaggi del Fantastico contemporaneo. Cosa ne pensa di questi personaggi? Cosa rappresentano per lei?  
Ho avuto modo di lavorare su Miles Morales, Black Cat e Spider-Man per quanto riguarda le pagine interne e su altri personaggi per alcune copertine. Mi sono divertito con tutti, ma sinceramente non ho avuto abbastanza tempo per “conoscerli” e svilupparli in modo approfondito, perché ho iniziato con Shang-Chi e mi sono focalizzato su di lui. Chissà, magari in futuro tornerò su qualcuno di loro o su altri.  
Tornando più alla radice del suo lavoro, quali sono le sfide creative ed artistiche che incontra un autore del suo calibro? Quale metodo di lavoro predilige?
Io lavoro solo su carta, con tecniche tradizionali, quindi per me la sfida principale è riuscire a tener fede alle scadenze. Le tempistiche, in questo settore, sono sempre molto strette. Bozze, eventuali modifiche, matite, inchiostro... ogni fase richiede un certo tempo e, soprattutto quando sono sulle tavole definitive, non posso permettermi di sbagliare, perché significherebbe perdere molto tempo per rifare tutto. In questo senso, lavorare in digitale velocizza moltissimo il processo di correzione, ma non abbandonerò mai la carta, la amo troppo!  
Per finire, non può mancare una domanda per noi di Bergomix ormai "classica". Cosa rappresenta per lei il Fumetto e dove vede che sta andando?  
Per me il fumetto è uno speciale modo di raccontare storie, un medium estremamente versatile e ricco. Se è un buon prodotto, lascia il giusto peso sia alle immagini sia alle parole. Come un film, il fumetto offre l’immediatezza dell’immagine, ma, come in un libro, sei tu a decidere il ritmo a cui affrontare la storia.
Per quanto riguarda il futuro del fumetto, non mi sento di fare chissà che previsioni. Sono cambiate e forse cambieranno le tecniche per fare e leggere fumetti, ma credo che, in fondo, il fumetto come medium rimarrà com’è, e continuerà a dare lo stesso piacere a chi lo fa e a chi lo legge. 

Ringraziando ancora una volta Dike Ruan per l'attenzione e il tempo che ci ha dedicati, andiamo qui di seguito a proporvi alcuni fumetti, di recente pubblicazione, dedicati a Shang-Chi ed editi in Italia da Panini Comics.

CONSIGLI ALLA LETTURA

"SHANG-CHI: FRATELLI E SORELLE" 


Sceneggiatura di Gene Luen Yang, disegni di Dike Ruan e Philip Tan, copertina di Jim Cheung, edito in Italia da Panini Comics Italia.

Il ritorno di Shang-Chi ricomincia, alla grande, da questo volume che traghetta il personaggio in epoca contemporanea, celebrandone le radici cinesi e conservando tutto il background passato.
Gene Luen Yang ha colto e reso appieno, narrativamente parlando, l'essenza del personaggio, fondendogli nuova vita.
Si può dire che, a livello editoriale, il personaggio ha vissuto tre vite.
La prima è quella delle origini, un fumetto figlio dell'ondata creativa degli Anni 70, di sperimentazione ed innovazione, di fascino verso un mondo esotico, quello delle arti marziali e della mitologia del kung-fu.
Non a caso è anche l'epoca del Bruce Lee cinematografico e di tutta una serie di telefilm legati alle arti marziali.
Era la visione americana, realizzata da autori americani (Steve Englehart ai testi e Jim Starlin), del mondo del kung-fu.
La seconda vita editoriale del personaggio è quella a cavallo tra gli Anni 90 e i primi Anni Duemila, figlia di chi quei fumetti li aveva letti ed amati da giovane, una continua ricerca di rilancio del personaggio, senza mai però riuscire a trovare la spinta giusta per rendere la serie regolare.
La terza vita editoriale la si deve ad Ed Brubaker che, in un ciclo della serie "Secret Avengers" ha rispolverato il personaggio, preparando il terreno a questa sua forma "definitiva".
La storia contenuta in questo volume tratta di un viaggio fisico e mentale del personaggio, che riporta Shang-Chi in Cina sulle tracce del suo passato e, senza saperlo, alla scoperta del suo futuro.
Shang-Chi e tutto il cast del racconto vengono descritti in tutta la loro umanità, facilitando il processo di empatizzazione col lettore.
Persino la villain, se così vogliamo chiamarla, di questa saga ha un suo fascino ed un concreto perché.
Un'avventura dall'affresco internazionale, dall'America alla Cina, passando per l'Europa e la Russia, un esempio di come Shang-Chi non sia una caricatura ma un'icona mondiale dei fumetti Marvel.
Ai disegni troviamo due artisti di talento che sono riusciti a coniugare perfettamente i testi di Luen Yang.
Dike Ruan si è occupato dell'ambientazione nel presente.
Il suo tratto risulta al contempo realistico ed iperdinamico, con una grande cura per la recitazione anatomica e le scenografie.
L'artista ha confezionato delle tavole di immediata leggibilità.
Philip Tan, di cui ho bei ricordi sulle serie degli "X-Men" e "Spawn", si è occupato dei flashback.
Anche lui mostra un'impronta realistica e dinamica, versato sulla costruzione di tavole d'impatto con molti momenti iconici.
L'alternanza narrativa ed artistica si incastra perfettamente rendendo fluido lo storytelling del fumetto.
Nel complesso una bella lettura, coinvolgente, d'intrattenimento, un nuovo starting point adatto sia ai fans del personaggio sia ai nuovi lettori attratti dal film di prossima uscita dei Marvel Studios sul personaggio.
L'edizione proposta dalla linea editoriale di Panini Marvel Italia è quella della consolidata formula Marvel Collection, un robusto cartonato di ottima fattura, con un'alta qualità di consistenza e di stampa.
Un tomo di 120 pagine con un costo di copertina di 16€, una pubblicazione con un buon rapporto qualità/prezzo.
Potete trovare il fumetto in libreria e in fumetteria.

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"MARVEL-VERSE: SHANG-CHI" 


Contiene "Wolverine First Class #9" sceneggiatura di Fred Van Lente e disegni di Francis Portela, "Marvel Adventures Spider-Man #2" sceneggiatura di Paul Tobin e disegni di Matteo Lolli, "Free Comic Book Day 2011 Spider-Man #1" sceneggiatura di Dan Slott e disegni di Humberto Ramos, "Master of Kung-Fu #126" sceneggiatura di CM Punk e disegni di Dalibor Talajić, "The Legend of Shang-Chi #1" sceneggiatura di Alyssa Wong e disegni di Andie Tong, edito in Italia da Panini Comics Italia.

Un volumetto davvero curioso che propone un'antologia di racconti dedicati a Shang-Chi, qui ritratto nella sua versione moderna di maestro delle arti marziali, talvolta come maestro ed alleato di noti eroi della Casa delle Idee, talvolta come guerriero pronto a gettarsi in imprese ardue.
Una selezione di racconti interessante, alcuni tra l'altro inediti, appartenenti a quella fase transitoria che ha permesso di traghettare Shang-Chi nel nuovo millennio, sfociando nell'attuale serie regolare di cui vi ho già parlato.
Prendendo il tutto con le pinze, si potrebbe considerare il volume come una sorta di vademecum a fumetti sul Wu-Shu, la dottrina filosofica e di combattimento orientale di cui Shang-Chi è maestro.
Quasi in tutti i racconti qui proposti, l'eccezione l'ha fatta "Master of Kung-Fu #126", Shang-Chi si discosta dalla sua visione natia filo Bruce Lee, cercando di essere un elemento chiave con il quale stupire il lettore e dare una svolta "rivoluzionaria" al racconto.
Sicuramente tra tutti i racconti, i due che colpiscono maggiormente il vero credente Marvel sono quelli che vedono Shang-Chi a fianco di Spider-Man, ponendosi come possibile maestro da cui poter apprendere e, forse, imparare ad affinare la propria tecnica facendo a meno dei propri poteri.
Quello che, personalmente, ho preferito è quello dai toni più "realistici" avente titolo "Shang-Chi's Day Off".
Dal punto di vista dei disegni ci troviamo davanti ad un bel menù visivo, dalle diverse visioni dinamiche di Portela, Lolli, Ramos e Tong a quella iper realistica di Talajić.
Dal punto di vista della composizione della tavola, la più cacofonica è senza dubbio quella di Ramos, un artista in costante mutamento che ha ridefinito, come diversi suoi colleghi, il limite fisico della pagina.
Se Portela e Tong puntano maggiormente su slanci di puro dinamismo e comunicazione vis a vis dei personaggi, il tratto di Lolli risulta forse il più curato, pulito, espressivo e coinvolgente, in grado di coniugare esigenze narrative ed artistiche con un ottimo storytelling.
Nel complesso una bella lettura di puro intrattenimento che scorre via molto piacevolmente.
L'edizione proposta da Panini Comics si conferma quella di un agile volumetto brossurato come già proposto per Loki, Falcon&Winter Soldier ed altre pubblicazioni di genere.
120 pagine a colori al costo di copertina di 9,90€, direi un buon rapporto qualità/prezzo.
Potete trovare il fumetto in libreria e in fumetteria.

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"SHANG-CHI: IL PIÙ POTENTE MAESTRO DI ARTI MARZIALI DELLA TERRA" 


Contiene "X-Men #62-64" sceneggiatura di Scott Lobdell e Ben Raab, disegni di Carlos Pacheco, "Heroes for Hire #18-19 sceneggiatura di John Ostrander, disegni di Pasqual Ferry, "Shadowland: Spider-Man #1" sceneggiatura di Dan Slott, disegni di Paulo Siquiera, "Secret Avengers #18" sceneggiatura di Warren Ellis, disegni di David Aja, "Avengers #11" sceneggiatura di Jonathan Hickman e disegni di Mike Deodato Jr, edito in Italia da Panini Comics Italia.

Un volume decisamente interessante ed inaspettato, che ripropone alcune storie del passato, per la precisione degli ultimi 30 anni, in cui Shang-Chi ha avuto modo di incontrare e incrociare le mani con alcuni noti personaggi della Casa delle Idee.
Si potrebbe affermare che si tratti di un vero e proprio volume di Team-Up nella più pura tradizione Marvel.
Eccezion fatta per i due albi della serie "Heroes for Hire", che mi risultano inediti e che propongono per la prima volta il gran finale di una delle serie supereroiche del post-Onslaught, le altre storie sono state per me una piacevolissima rilettura.
Si parte da una mini saga degli X-Men, in cerca di una possibile cura al virus Legacy che, negli Anni 90, mieteva vittime tra le fila dei portatori del gene mutante.
Brillante l'idea di Lobdell e Raab di prendere gli X-Men e trasportarli all'altro lato del mondo, facendoli scontrare con l'eredità dell'impero criminale del padre di Shang-Chi.
Qui il nostro amato maestro di arti marziali si presenta nelle sue vesti di "alleato" dei servizi segreti inglesi, spoglio dei forti colori che lo avevano caratterizzato nelle sue passate apparizioni.
Lobdell e Raab dimostrano una profonda conoscenza del personaggio, sfruttandolo davvero bene.
Nel racconto di "Heroes for Hire", così come nelle due storie degli Avengers, Shang-Chi viene sfruttato come "mina vagante", che si muove lateralmente al contesto narrativo principale.
Senza dubbio vederlo a fianco di Iron Fist non è cosa di tutti i giorni e non mi dispiacerebbe rivedere i due nuovamente assieme.
Nella storia del one-shot parallelo all'evento crossover "Shadowland", viene riproposto il classico moderno Shang-Chi/Spider-Man, forse una delle migliori e più sfruttate accoppiate di questi ultimi anni.
Come già visto in altre pubblicazioni, i due hanno incrociato spesso i propri cammini negli ultimi anni.
In questa storia, complice anche il villain Mr. Negativo, i due eroi si incontrano e si scontrano in un momento davvero disperato, con un Daredevil leader della Mano, posseduto da un antico spirito, che tiranneggia su Hell's Kitchen in quella che è stata la run finale di una lunga saga, passata di mano in mano a fior di autori, che ha portato il personaggio alla ribalta.
Come non sottolineare in questa storia la presenza del noto colorista italiano Fabio D'Auria che ha prestato la propria tavolozza ai colori del racconto, sapendo cogliere e rendere appieno le atmosfere del momento.
A livello visivo ed artistico vien proposto un gran bel menù, cinque grandissimi artisti internazionali che, partendo da un'impronta base realistica, hanno saputo evolvere il proprio tratto in maniera differente.
Si va dalla dinamicità e fluidità ispanico/latina di Pacheco, Ferry e Siquiera, all'iper realismo, a tratti fotografico, di Aja e Deodato Jr.
Cinque gioielli, cinque modi di disegnare ed impostare la tavola differenti, eppure tutti ben attenti alla minuziosità dei dettagli, allo storytelling e alla cura di costumi e scenografie.
Ci sono tavole dove la storia scorre ed è comprensibile anche senza leggere nei baloons, segno questo di grande maestria nel disegno.
Seppur con metodi ed inquadrature differenti, tutti gli artisti mostrano quanto sia essenziale riuscire a rendere i personaggi dei veri e propri attori su un palcoscenico di carta.
La comunicazione visiva diviene uno dei fondamenti di questi racconti, creando empatia tra lettore e personaggi.
Allo stesso modo il colore diventa un elemento che conferisce volume e tono al fumetto.
Nel complesso davvero una bella lettura!
L'edizione proposta da Panini Comics è quella di un robusto cartonato nell'eccellente formato da libreria Marvel Collection.
C'è grande cura ed equilibrio tra contenuti e resa di stampa, elevando il prodotto ad una pubblicazione di alto livello qualitativo.
Ben 192 pagine a colori ad un prezzo di copertina di 23€.
Potete trovare il fumetto in libreria e in fumetteria oppure richiederlo in prestito presso la vostra biblioteca civica di riferimento qualora l'opera rientri nel piano di acquisizione titoli del circuito bibliotecario urbano/extraurbano.

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Ed eccoci giunti alla fine del nostro speciale dedicato al film "SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI" e alle serie a fumetti di questo straordinario eroe di origini cinesi.
I fumetti Marvel vi aspettano ogni settimana in edicola, fumetteria e libreria.
Che aspettate? Correte a leggerli!

LO STAFF DI ASSOCIAZIONE CULTURALE BERGOMIX

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