Bentornati cari amanti dei fumetti e incredibili followers di Bergomix ad un nuovo appuntamento dedicato ai nostri consigli di lettura fumettistici.
Anche oggi, grazie alla recensione del nostro Presidente, andremo a proporvi un'interessante fumetto, tutto italiano!
"DAMPYR #265 - ANIME DI CERA"
Una pubblicazione Sergio Bonelli Editore.
Soggetto e sceneggiatura di Gianmaria Contro, disegni di Max Avogadro, copertina di Enea Riboldi.
Brossurato, 96 pagine in bianco e nero, prezzo di copertina 4,40€.
Il nuovissimo numero di Dampyr, appena approdato sugli scaffali delle edicole italiane, è uno di quei racconti speciali ambientati in Italia, nello specifico di questo caso a Firenze.
Da sempre i racconti di Dampyr ambientati nel Bel Paese hanno su di me un fascino incredibile, vuoi per i riscontri realistici delle location, vuoi perché il modo di raccontare le storie di Dampyr spezza più volte il confine tra Fantastico e Reale, vuoi perché non vi è posto nella nostra penisola che io non consideri affascinante.
Gianmaria Contro tesse una trama che si interseca tra il passato, attorno alla figura artistica seicentesca di Gaetano Giulio Zumbo, ed il presente con il buon Harlan Draka chiamato ad investigare su un caso molto particolare, affine al fenomeno del vampirismo eppure decisamente distante dai canoni classici delle sue avventure.
E' una storia dove il protagonista si ritrova ad operare in solitaria, lontano dall'aiuto prezioso dei suoi alleati, dove bisogna dar fondo a tutte le sue peculiarità per venire a galla del mistero a cui è chiamato a rispondere.
Un'operazione narrativa particolare quella proposta da Contro, dove da una parte abbiamo una solida ricostruzione biografica di Zumbo ed una proposta apparentemente completa della sua opera a metà tra l'esaltazione mistica della Controriforma e l'anatomopatologia scientifica dell'Illuminismo, mentre dall'altra abbiamo un plausibile sviluppo fantastico di queste basi reali.
Un racconto intrigante dove Fantastico e Realtà continuano ad intersecarsi in modo logico, intrigando il lettore, quasi ipnotizzandolo, tenendolo stretto e sul filo del rasoio dalla prima all'ultima tavola.
Per certi versi quello affrontato dal nostro Dampyr in quest'avventura è un vero e proprio incubo che emerge dalle sabbie del tempo.
E' meraviglioso come Contro riesca più volte a ribaltare, durante l'indagine, i dubbi e le certezze dei protagonisti, come pure non sveli, quasi fino alla fine, la figura di Zumbo ed i suoi propositi.
Il modo di raccontare dello sceneggiatore riesce a riunire più generi letterari, dall'horror al thriller, dal giallo allo storiografico.
Ai disegni troviamo un'ormai grande firma della Sergio Bonelli Editore, Max Avogadro, che ho imparato ad ammirare anni fa, ai tempi della miniserie Brad Barron.
Max Avogadro è un grande disegnatore dal timbro iper realistico, la cui verve artistica appartiene a quella di grandi autori come Ethan Van Sciver e Phil Jimenez.
Realismo e dinamicità, cura dei dettagli e dell'equilibrio tra luci ed ombre, sono le caratteristiche principali delle sue tavole, dotate di un fluido e piacevole storytelling.
In questo fumetto l'artista è chiamato ad uno sforzo ulteriore, riuscire a dare toni differenti alle vignette ambientate nel passato, ai flashback, sfruttando il bianco, il nero e l'incredibile sfumatura di grigi con uno stile che ricorda moltissimo quello artistico religioso dei madonnari.
L'idea della sospensione temporale sul passato storico di Zumbo viene perfettamente resa, risulta immediatamente chiara nel suo passaggio temporale, con un effetto quasi aulico.
Paradossalmente è come se ci trovassimo innanzi ad un lavoro a quattro mani tra il realismo anatomico del Caravaggio e la resa rinascimentale di Giotto.
E' incredibile come il talento artistico di Max Avogadro riesca a spaziare attraverso visioni artistiche diverse, ma complementari.
Menzione speciale al copertinista Enea Riboldi che riesce a trasmettere con l'illustrazione di copertina il senso straniante e terrorizzante dei cadaveri di cera, andando a strizzare l'occhio al sensazionalismo anatomico delle opere del cosiddetto "Dottor Morte", l'artista Gunther Von Hagens.
Menzione speciale al copertinista Enea Riboldi che riesce a trasmettere con l'illustrazione di copertina il senso straniante e terrorizzante dei cadaveri di cera, andando a strizzare l'occhio al sensazionalismo anatomico delle opere del cosiddetto "Dottor Morte", l'artista Gunther Von Hagens.
Nel complesso una bellissima lettura, affascinante ed intrigante, un bel racconto godibile anche da chi non è un assiduo fan della serie.
Potete trovare il fumetto in tutte le edicole d'Italia.
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Vi abbiamo incuriositi?
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