Cogliamo quindi l'occasione per parlare sia di questa attesa pellicola cinematografica sia dei fumetti, attraverso le parole del nostro Presidente.
Pertanto sappiate che quanto segue è etichettabile come spoiler, perciò non leggete se non volete rovinarvi la visione del film!
BLACK WIDOW: PENSIERI SUL FILM
Il film, diretto da Cate Shortland, risulta essere, nel suo complesso, un compitino ben fatto ma che manca di quell'estro graffiante, di quella luce a cui i Marvel Studios ci hanno abituati, nel bene o nel male, sino ad oggi.
Vuoi perché, probabilmente, uscito fuori tempo massimo, vuoi perché la narrazione s'incastra tra gli eventi post "Captain America: Civil War" e pre "Avengers: Infinity War" lasciando poco margine immaginifico sul fato del personaggio, vuoi perché si discosta parecchio dalla storia fumettistica dei personaggi che animano la pellicola (medesimo errore di "Captain Marvel"), il film manca del mordente giusto per essere un primo trionfante capitolo cinematografico della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe.
Sia chiaro, non si tratta di un disastro come diverse altre pellicole cinefumettistiche del passato (pensiamo al recente "Birds of Prey" o "Ghost Rider: Spirit of Vengeance" o ancora "X-Men: Dark Phoenix"), le scene d'azione ci sono e sono pure toste, la trama è lineare e non manchevole (tranne se vogliamo per il background del personaggio che affianca inizialmente Natasha nella fuga), i momenti comici non mancano grazie al personaggio di Red Guardian, messaggi importanti ce ne sono, ma c'è qualcosa che lascia irrimediabilmente a bocca asciutta.
Manca la sensualità di Natasha Romanoff e di Yelena Belova, manca l'accesa rivalità/competizione tra le due, manca il rispetto del passato fumettistico dei personaggi, tra cui anche quello del villain Taskmaster la cui identità fa cascare le braccia a terra.
Il film inizia con quella che io chiamo "Formula alla Frozen", ovvero un canovaccio basato sul rapporto tra due sorelle, Natasha e Yelena, con una famiglia idilliaca che si rivela essere qualcos'altro.
Si apre quindi il sipario su un'organizzazione governativa russa che da decenni si infiltra in paesi stranieri con l'intento di sabotare gli avversari, in questo caso gli Stati Uniti d'America.
Un classico della Guerra Fredda tra i due Paesi che, nonostante il passare dei decenni, non accenna a scomparire.
Il film prosegue con la fuga di Natasha e la "riscoperta", se così vogliamo chiamarla, di diversi tasselli del suo passato, dal tanto chiacchierato rendez-vous di Budapest (con flashback audio di Jeremy Renner-Occhio di Falco) alla minaccia della Stanza Rossa, infilando la nostra Vedova Nera, volente o nolente, in una missione ai limiti dell'impossibile.
Ecco se c'è forse un elemento davvero interessante è l'organizzazione e la strumentalizzazione delle Vedove Nere, il cui programma viene esteso, con una trovata molto intelligente, al personaggio di Taskmaster.
Senza dubbio la pellicola riesce ad evidenziare l'eccezionalità del personaggio della Vedova Nera e a far capire come mai, tra tante, proprio lei si è meritata un posto nelle fila degli Avengers.
Nonostante la performance attoriale del cast sia comunque lodevole e nonostante sia presente e ben argomentato un importante messaggio contro la violenza (non solo fisica) sulle donne, "Black Widow" non colpisce in pieno il bersaglio.
Un film che potremmo etichettare come aderente al manifesto "femminista" se vogliamo, dove i maschi sono ritratti come macchiette comiche, incapaci emotivi, criminali sessisti senza scrupoli, dove non vi è equilibrio/parità tra i sessi, dove la Donna è si fautrice del destino ma anche vittima di scelte sbagliate.
Col senno di poi, l'intero canovaccio avrebbe potuto godere di un minutaggio ed un'esplorazione maggiori nella formula della serie televisive Marvel di Disney Plus, in modo da dare un mosaico più completo ed approfondito della vicenda.
Se pensiamo che titoli come "Captain America: The Winter Soldier" e "The Falcon and the Winter Soldier" sono molto simili a "Black Widow" per genere, non possiamo che rimanere un pochino delusi dalla performance del film della più grande spia Marvel di tutti i tempi.
Insomma "Black Widow" è un film d'azione in salsa Marvel Studios, che non riesce a distinguersi, ma che un risultato più che sufficiente riesce comunque a portarlo a casa, facendo forse storcere il naso al purista Marvel.
Mio voto personale 6 e 1/2.
Il personaggio, fumettisticamente parlando, ha riservato nei decenni editoriali della Marvel Comics piacevolissime sorprese, dalla sua elezione a Presidente e Leader dei Vendicatori prima dell'avvento di Onslaught al suo stretto rapporto con Matt Murdock, Daredevil, dal detto/non detto con Occhio di Falco alle avventure vissute fianco a fianco con Iron Man (gestione Kurt Busiek) e con i Capitan America Steve Rogers e Bucky Barnes (gestione Ed Brubaker).
E ancora il grande rilancio editoriale del personaggio sotto l'etichetta autoriale Marvel Knights che regalò ai lettori il personaggio di Yelena Belova.
Andiamo qui di seguito a proporvi, attraverso le recensioni del nostro Presidente, grande esperto di fumetti, alcuni dei titoli fumettistici più recenti che potete trovare ed ordinare in libreria, in fumetteria e in biblioteca.
"BLACK WIDOW - I LEGAMI CHE CONTANO"
Sceneggiatura di Kelly Thompson, disegni di Elena Casagrande, Carlos Gomez e Rafael De Latorre, copertina di Adam Hughes, edito in Italia da Panini Comics.
Non leggevo una storia della Vedova Nera così bella e coinvolgente dai tempi della miniserie Marvel Knights di Devin Grayson e J.G.Jones, anzi per certi versi la supera in bellezza sia narrativa che visiva.
È una lettura che mi ha intrattenuto, che mi ha fatto emozionare, che mi ha fatto soffrire assieme al personaggio di Natasha Romanoff per quanto le capita nel corso di questa nuova e rivoluzionaria avventura.
Questo volume è l'ennesima prova di come si possa costruire e realizzare ad livello qualitativo una storia a fumetti su personaggi che hanno alle spalle decenni di vita editoriale.
La vita di Black Widow viene totalmente travolta ponendo il personaggio in uno scenario atipico e totalmente nuovo, facendole realizzare il desiderio più grande che una donna possa nutrire, la vita perfetta.
Ma mentre Natasha vive questo sogno, ecco che il suo vecchio mondo torna a reclamarla e in parte a minacciarla.
Ecco allora emergere tutta l'epicità e drammaticità del personaggio sino al gran finale.
Per l'ex presidente dei Vendicatori si tratta di un viaggio alla riscoperta di sé stessa, un'esperienza a tratti introspettiva ma che segna una tacca importante nel percorso editoriale del personaggio.
Kelly Thompson ha fatto un lavoro coi fiocchi, ha dimostrato di conoscere, amare e saper scrivere un personaggio complesso, tirando fuori il suo lato di donna, non solo l'aspetto sensuale e pianistico.
È un vero e proprio rilancio della Vedova Nera e non vorrete assolutamente perdervelo.
Ai disegni, per quasi tutto il volume abbiamo una delle eccellenze del Made in Italy in ambito di fumetti americani, Elena Casagrande.
Il talento di Elena è straordinario, unisce realismo e spettacolarizzazione, dettaglio e dinamicità, le sue tavole sono una meraviglia, con una visione registica cinematografica che guarda alla fluidità della narrazione, all'insieme delle cose, all'emotività dei personaggi.
In queste sue tavole ritrovo influenze visive di David Aja e Francesco Francavilla, Elena dimostra di aver superato il proprio limite qualitativo.
L'artista aveva già imposto un'alta asticella di qualità nel lavoro fatto per la serie di Doctor Who (fino a ieri da me ritenuto uno dei suoi lavori migliori) eppure in questo nuovo volume la vediamo superarsi ed imporre un nuovo limite con cui confrontarsi.
Sarà forse per una particolare sintonia con la sceneggiatrice, sarà per l'esperienza personale maturata col tempo, sta di fatto che non sono sicuro che qualche altro artista avrebbe saputo far trasparire maniera così eccezionale la Donna che è Natasha Romanoff e cosa simboleggia davvero questo personaggio ai lettori e alle lettrici di oggi.
Elena poi, nelle pagine finali del volume, introduce il nuovo costume del personaggio, molto più in linea se vogliamo con la visione moderna dei vigilantes (vedi il costume design di alcuni personaggi della serie televisiva "Arrow").
Ad affiancarla nelle tavole troviamo altri due artisti di eccezionale talento, Rafael De Latorre che già si era fatto notare sulla serie "Animosity" (edita in Italia da saldaPress), un autore che ha davanti per me ancora interessanti traguardi e Carlos Gomez che mi ha fatto letteralmente impazzire nella miniserie "The Amazing Mary Jane", a cui viene affidato un perfetto contesto di flashback.
Nel complesso, sarò ripetitivo, una lettura sopra le righe, uno dei migliori fumetti Marvel di questo 2021, se non addirittura il migliore.
L'ho davvero adorato!
Piccolo appunto, fossi stato dell'editore avrei prediletto la copertina di Marco Checchetto a quella di Adam Hughes, ma son gusti.
Panini Comics propone questa nuova serie in una serializzazione in volumi formato Marvel Collection.
Un bel cartonato di pregio con un buon rapporto qualità/prezzo, 120 pagine a colori di alta qualità a 16€ di prezzo di copertina.
Potete trovare il fumetto in libreria e in fumetteria oppure richiederlo in prestito presso la vostra biblioteca civica di riferimento qualora l'opera rientri nel piano di acquisizione titoli del sistema bibliotecario urbano/extraurbano.
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"BLACK WIDOW - MARVEL KNIGHTS"
Contiene tre acclamate saghe dedicate alla Vedova Nera, sceneggiate da Devin Grayson e Greg Rucka, disegnate da J.G.Jones, Scott Hampton e Igor Kordey, edito da Panini Comics.
Chi è la Vedova Nera?
I lettori Marvel di primissima data si ricorderanno di lei come un'avversaria di Iron Man, passata successivamente dalla parte dei buoni.
Altri ancora la ricordano come la partner, in tutti i sensi, di Daredevil, per alcuni è Natasha Romanoff una super spia al servizio dello S.H.I.E.L.D., per tantissimi altri, complice anche l'influenza mediatica dei film dei Marvel Studios, è un membro degli Avengers.
Ebbene, questo volume raccoglie e ristampa, tre acclamate miniserie dedicate al personaggio, alla donna dietro al nome, al suo contorto passaggio di testimone ad una giovane figlia della Stanza Rossa, Yelena Belova.
È una storia intima, di spionaggio ma anche un viaggio alla scoperta della propria identità, del proprio ruolo, dove la figura femminile cerca e trova riscatto in un mondo maschilista.
Sono storie che, pur essendo state pubblicate per la prima volta una ventina di anni fa, sono tuttora fresche, coinvolgenti, dai toni adulti se vogliamo, in grado di separare il lato supereroico da quello crudo dei thriller di spionaggio.
"IL RAGNO PICCINO PICCIÒ" di Devin Grayson e J.G.Jones è una storia dove il confine tra un racconto di spionaggio e un racconto di supereroi si fa labile, dove l'umanità di Natasha Romanoff è un elemento determinante nella narrazione.
Si tratta anche della prima apparizione della nuova Vedova Nera, Yelena Belova, figlia come Natasha della Stanza Rossa, al servizio dei più alti Servizi Segreti Russi e della propria patria, con un enorme senso di competizione nei confronti della Romanoff.
Natasha ha dalla sua molte più armi, non necessariamente in senso letterale, per vincere tranquillamente questo confronto e per provare ad instradare Yelena su un percorso differente da quello che la Madre Patria Russia ha scelto per lei.
I disegni di J.G.Jones sono realistici e dinamici al tempo stesso, in grado di dare rilievo tanto alla sensualità delle due Vedove Nere quanto alle scene d'azione che la fanno da padrone in questo racconto.
La cura nei dettagli scenografici ed anatomici di tutti i personaggi è un elemento caratteristico del suo tratto, figlio forse di un'influenza artistica visiva come quella di Joe Quesada.
"CRISI" scritta da Devin Grayson e Greg Rucka, disegnata da Scott Hampton, è il "sequel" se vogliamo della storia precedente, un'occasione per approfondire il passaggio della torcia da Natasha a Yelena, per indagare sul senso di responsabilità della Romanoff nei confronti della Belova.
È un puro racconto thriller di spionaggio, dove il lato supereroico viene messo da parte, quasi del tutto ridimensionato se vogliamo, dai toni intimisti.
Se nella precedente saga era Natasha a porsi delle domande esistenziali, qui è il turno di Yelena che inizia ad affacciarsi finalmente al mondo reale in cui ha scelto di far parte.
Non si tratta più degli allenamenti nella Stanza Rossa, non è un giocare a fare il supereroe, qui entrano in ballo fattori molto più concreti e pesanti.
Tutto ciò in cui Yelena Belova credeva inizia a crollare, ogni certezza diventa un incubo, sino al confronto finale dove le verità iniziano a palesarsi nella fitta nebbia di bugie che le è stata presentata sinora.
È un gioco pesante quello intrapreso da Natasha nei confronti di Yelena e forse si può intuire il perché della successiva temporanea deriva mercenaria del personaggio che, privata delle sue certezze, diventa una pedina di diverse organizzazioni.
I disegni di Scott Hampton rispecchiano appieno i toni maturi della storia, lo staccarsi dai racconti supereroici per concentrarsi sull'aspetto intimista umano e quello spionistico dei personaggi.
Il suo tratto, chiaramente ispirato alla via pittorica di Bill Sienkiewicz, si rifà per stile e colori alla corrente espressionista di Munch, in particolare per come distende i colori col pennello.
Il colore stesso diventa una componente narrativa essenziale nelle tavole di Hampton.
"PICCOLO RAGNO PALLIDO" di Greg Rucka ed Igor Kordey si presenta come prequel incentrato su Yelena Belova e il suo primo incarico da neo Vedova Nera.
È una storia dai toni maturi, non a caso quando uscì la prima volta, fu proposta sotto l'etichetta editoriale "Marvel Max" dedicata a quei racconti a fumetti non adatti ad un pubblico minorenne, dove violenza fisica e verbale erano elementi preponderanti nella narrazione.
È una sorta di discesa agli inferi, nelle perversioni sessuali umane quella scritta da Greg Rucka, dove un personaggio come la nuova Black Widow tra thriller e dark ci sguazza a pennello.
Seduzione, erotismo, perversione e violenza si alternano freneticamente nella discesa di Yelena in quell'inferno, perdendo ciò che rimane della sua vergine innocenza, per riemergene definitivamente trasformata nell'apparente perfetta arma della Stanza Rossa.
A rendere appieno quest'atmosfera contribuiscono anche le tavole di Igor Kordey, con un tratto dark ed ipertrofico, in grado di creare talvolta il giusto appeal sensuale, talvolta il disgusto nei confronti delle perversioni erotiche.
Lo stile di Kordey è davvero particolare e, se separiamo il suo bianco e nero dai colori, non possiamo non ritrovare un certo realismo deformante dell'anatomia umana come quella proposta dal Caravaggio.
La sofferenza del corpo, le imperfezioni anatomiche, sono un suo tratto distinto e caratteristico.
Nel complesso una lettura matura, affascinante se vogliamo, che ci propone un bellissimo ritratto di cosa significa essere la Vedova Nera.
È sicuramente consigliato ad un pubblico non troppo giovane.
Idealmente si pone come la giusta lettura preparatoria al film dei Marvel Studios "Black Widow" di prossima uscita, consci del fatto che la pellicola sarà epurata dai diversi toni maturi del fumetto.
Personalmente penso di questa pubblicazione come ad uno dei tasselli più interessanti della Marvel contemporanea del nuovo millennio, una dimostrazione, l'ennesima se vogliamo, che fumetto americano non significa solo supereroi in calzamaglia ma molto di più.
L'edizione proposta dall'editore modenese, come sempre per la linea editoriale Panini Marvel Italia, è quella di un prestigioso cartonato, con una qualità di carta e di stampa ad alti livelli, come del resto ci ha ben abituati in questo ultimo anno.
Il rapporto qualità/prezzo è ottimo, 26€ per 224 pagine a colori, con tale caratura di stampa e rilegatura, è senz'altro un buon spendere.
Potete trovare il fumetto in libreria e in fumetteria.
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I fumetti di Black Widow e della Marvel, editi in Italia da Panini Comics, vi aspettano tutte le settimane in libreria, in fumetteria e in edicola.
Che state aspettando? Correte a leggere!
LO STAFF DI ASSOCIAZIONE CULTURALE BERGOMIX
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