E' qui con noi Federica Manfredi, una delle disegnatrici italiane più gettonate nel nostro Bel Paese e non solo!
1)Qual'è stato il tuo primo contatto col mondo del fumetto e cosa ti a spinto a diventarne parte integrante?
Ciao a tutti! Se intendiamo come passione, i primi contati sono stati a scuola con altri appassionati... e poi nelle librerie di fumetto e alla fiera di Lucca. Ma già ai tempi della prima fiera si stava trasformando da passione a mestiere. Ho iniziato illustrando giochi di ruolo per una società s.r.l. di cui avevo un piccola quota associativa insieme ad un gruppo di amici, la 3D6. Poi producemmo il nostro primo fumetto, Nowhere, una raccolta di nostre storie, eravamo un gruppo di giovani autori e amici tra i 17 e i 23 anni. Dopodiché arrivò la possibilità di disegnare un numero di Desdy Metus, alla sua prima edizione, grazie alle conoscenze fatte alle fiere e poi due racconti sull'Intrepido. Questo fu proprio l'inizio della mia storia fumettistica! Facevo altri studi e anche altri lavori parallelamente, quindi divenne il mio impegno principale solo verso i 26 anni. E un lavoro vero e proprio qualche anno dopo, con l'inizio delle collaborazioni con case editrici statunitensi. Prima di allora tante semi-autoproduzioni o brevi lavori per editori italiani. Nulla con cui poter vivere ma tanto, tantissimo materiale prodotto! Da quando è un lavoro di cui vivo, pur disegnando ogni giorno, non produco tonnellate di disegni come allora!! (per fortuna, casa e soffitta strabordano!)
2) Che cos'è per te il Fumetto?
Per me è stato sin dall'inizio (l'infanzia e l'adolescenza) un modo per comunicare immagini e pensieri, per rendere visibili e leggibili le mie fantasie, storie e personaggi che popolavano e a volte popolano tutt'ora, la mia mente, intrattenendo, divertendo, possibilmente emozionando le persone che li avrebbero letti. Volevo far fantasticare e riflettere... coinvolgere gli altri nel mio mondo e magari poter raccontare qualcosa di utile o di profondo... magari! Quando ho potuto anni dopo pubblicare i primi lavori, allora è stato davvero emozionantissimo, roba da strette allo stomaco continue! Perché a quel punto non arrivavano solo a parenti e amici. E ricevere impressioni, commenti, pensieri, partecipazione, da parte di chi leggeva, era ed è ciò che dà senso a questo lavoro. L'interazione, sapere di dare qualcosa di piacevole o coinvolgente o commovente a tante persone e riceverne le risposte è un'emozione molto forte! E' necessario che la comunicazione avvenga nei due sensi, anche se in modo diverso o la motivazione col tempo si perde...
3) Nello corso della tua carriera sin'ora, hai avuto modo di lavorare a diverse tipologie di fumetto. Con quale ti sei sentita più a tuo agio? E perché?
Vero, tanti generi per i quali ho di volta in volta adattato un po' lo stile, senza snaturarmi però...Dunque, a parte, naturalmente, le mie produzioni (Magenta e QuietEarth), un po' per fortuna, un po' per mia abilità nell'adattarmi, mi sono trovata bene con tutti i progetti in cui ho lavorato, dalla fantascienza al western all'horror, ecc. ma devo dire che mi sono trovata perfettamente a mio agio con Hack/Slash e ora con Alice Dark. Forse perché è uno stile realistico ma non troppo, non fotografico e ha una componente di fantastico che mi permette di spaziare tra differenti ambientazioni e personaggi anche assurdi. Non mi dà soddisfazione disegnare in stile troppo cartoon o shojo-manga e mi diverto poco con lo stile fotografico (sebbene abbia realizzato le storie di Star Trek con soddisfazione ed emozione!!). Quindi il "realistico ma non troppo" è la mia dimensione migliore e se c'è ironia e un po' di follia come in Hack/Slash allora è proprio perfetto, mi diverto molto e mi esprimo al meglio!
4) Il tema di Bergomix 2011 è "Miti & Meraviglie del XXI°Secolo: i Supereroi". Cosa rappresentano per te i supereroi?
Un mondo variegato e multiforme che ho conosciuto a 20 e più anni, prima conoscevo solo i più classici e famosi tipo Spider-Man o Batman e grazie ai cartoni animati. Dopodiché ho iniziato a frequentare fumetterie e fiere, e a frequentare appassionatissimi del genere, per cui ho avuto modo di conoscerlo meglio! Ho letto tante cose, fare una lista è impossibile, da Spider-Man a Hulk, dagli X-Men ai grandi classici di Batman, insomma anni e anni di letture supereroistiche e ancora ho grandi lacune!! Ma c'è troppo da leggere anche di altro... Mi piace molto quando accanto ai superpoteri ci sono... i problemi normali! Cioè la vita di tutti i giorni di queste persone speciali. Fino ad oggi ho disegnato due storie che possono rientrare nel mondo ufficiale dei supereroi: una storia di lupi mannari/vampiri e una di Black Cat, entrambe per la Marvel. Mi piacerebbe molto poterne disegnare altre, anche se forse la mia dimensione ideale non è questa. Con Mambo Italiano (scritto dal grande Diego Cajelli e pubblicato da Michele Foschini-IndyPress) raccontai dei supereroi italiani ma in modo piuttosto pulp ;) con mafia e tanta ironia! Ecco, una dimensione che cali i supereroi nel quotidiano, ancor più che in missioni di importanza planetaria . Però penso che mi troverei molto meglio in storie di supereroi adolescenti, uno di questi gruppi Marvel o DC che risentono molto dell'influenza narrativa giapponese, un misto di azione rocambolesca e piccoli-grandi sentimenti. Ma chissà se mi capiterà mai... :)
5) Uno dei tuoi ultimi lavori è legato al nuovo progetto dell'Aurea Editoriale, Alice Dark. Che cosa ci puoi raccontare di questo lavoro?
Sì, accennavo prima qualcosa infatti. E' una nuova serie creata da Andrea Domestici e Lorenzo Bartoli. Una vera sfida in questo Paese, che però ha ottime carte per vincere e lo spero proprio. E' un lavoro molto impegnativo, 120 tavole a colori, uscite mensili! Se i primi numeri vanno bene, ci sarà bisogno di reclutare molti disegnatori! Al momento sono in lavorazione i primi 7 numeri e il mio, il numero 3, verrà presentato a Lucca Comics. Mi sto divertendo molto nel disegnarlo, dicevo che questa dimensione la sento molto mia. Un realistico ma non troppo, dove trova spazio il fantastico e gli scenari spaziano da ambienti virtuali attraversati da codici ed energia, a paesaggi bucolici, a città futuristiche, a luoghi assurdi, ecc. E Alice è una ragazza di 18 anni alla ricerca di sé e della sua strada, del suo posto nel mondo e per far ciò rimane sin dal primo numero "intrappolata" in un mondo virtuale, nella rete, nel web. Un mondo virtuale che è molto reale! E attuale... Si potrebbe dire Alice in the WonderWeb!
6) Dove potremo vedere prossimamente i tuoi lavori?
A parte l'appuntamento con Alice Dark, spero verranno tradotti in italiano i numeri realizzati per la IDW, su personaggi di Star Trek, in particolare l'ultima miniserie che ho disegnato Star Trek-The Burden of knowledge, dedicata alla serie TOS, la prima. Altre uscite fumettistiche non ce ne sono ancora in previsione, lavoro ad Alice da gennaio e poco prima era stato pubblicato il mio Star Trek negli USA. Altri lavori fatti nel frattempo riguardano altri campi, non il fumetto oppure sono studi e proposal per altri possibili lavori fumettistici.
Grazie per aver condiviso con noi i tuoi pensieri sul mondo del fumetto!
Grazie a voi per lo spazio che mi avete dedicato!
Intervista realizzata da Leonardo Monzio Compagnoni
sabato 7 maggio 2011
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