domenica 14 febbraio 2021

FUMETTI: I CONSIGLI DELLA SETTIMANA 07

Cari followers di Bergomix ed amanti della Nona Arte bentornati al nostro attesissimo appuntamento settimanale con la rubrica che vi consiglia alcune interessanti letture fumettistiche.
Attraverso le recensioni del nostro Presidente vi andiamo ora ad illustrare alcuni fumetti, tra i tanti usciti, di cui vi consigliamo la lettura e l'acquisto.

 "ZOMBICIDE INVADER - BENVENUTI ALL'INFERNO" 

Soggetto di Luca Enoch e Stefani Vietti, sceneggiatura di Stefano Vietti, disegni e copertina di Giancarlo Olivares, colori di Paolo Francescutto, edito da Sergio Bonelli Editore, basato sui personaggi e i giochi di CMON.

Basato sui personaggi del colosso ludico intrattenitivo CMON, sbarca nel catalogo da libreria/fumetteria della Bonelli quello che è a tutti gli effetti il primo capitolo di una collana di racconti a fumetti ispirati a quell'universo.
Non ho mai avuto modo di conoscere, esplorare, maggiormente l'aspetto gaming del Fantastico se non in sporadici episodi con qualche partita a "Mutant Chronicles" e "D&D", quindi il mio giudizio sull'opera si basa esclusivamente dal punto di vista fumettistico.
Stefano Vietti firma una storia adrenalinica di puro intrattenimento, dove i tre principali protagonisti, il cui passato verrà snocciolato pian piano nel corso dei vari capitoli, si ritrovano in una costante situazione di pericolo.
È una corsa sulle montagne russe, dove la situazione si fa sempre più mutevole, dove il pericolo si insidia tanto nella minaccia mostruosa degli Xenos quanto nel passato dei tre protagonisti, un vero e proprio commando (passatemi il termine) spaccaculi disposti a tutto pur di sopravvivere.
È un racconto fantascientifico, tamarro quanto basta, dove il perno principale è l'intrattenimento del lettore, con terrorizzanti mostri alieni, colonie spaziali alla deriva, spregevoli interessi di caste minerarie e una corsa alla sopravvivenza.
La storia scorre via piacevolmente senza mostrare mai stanca, si tratta di pura azione sapientemente scritta, uno dei marchi di fabbrica di Vietti che ho sempre amato in tutti questi anni da lettore.
A livello visivo, sin dalla copertina d'impatto, entra a gamba tesa il poliedrico talento artistico di 
Giancarlo Olivares
, il cui tratto non smette mai di ricercare una continua evoluzione.
Le scene d'azione, assieme alle scenografie spettacolari, sono da sempre il suo pane quotidiano e qui ce ne dà l'ennesima riprova.
Potrei sbagliarmi ma mi è sembrato di percepire un omaggio al Frank Miller dell'epoca d'oro nelle tavole iniziali, così come un'accuratezza alla Arthur Adams o alla Juan José Ryp per quanto riguarda la definizione dei personaggi umani e cyborg e degli sfondi.
Nel complesso è come se le eccellenti esperienze maturate su "Nathan Never" e "Dragonero" fossero confluite in un'unica miscellanea, con un dinamismo ed uno storytelling tipici dei comic books americani ma ricchi di contenuto, sfornando tavole spettacolari di facile lettura.
Sono poche le vignette dove non sia presente uno sfondo arzigogolato e in quel caso subentra l'estro del colorista Paolo Francescutto, che riesce ad infondere un ulteriore ed abbagliante risalto ai disegni di Olivares.
I colori di Francescutto contribuiscono notevolmente a rendere vivide sensazioni ed emozioni, ci sono tavole dove il colore diventa davvero essenziale per far vivere la storia al lettore.
Ci troviamo di fronte ad un ottimo lavoro di squadra per il team italiano di questo fumetto, dove soggetto, sceneggiatura, disegno e colori si compenetrano tra loro.
Una lettura aperta a tutti, sia a fans dei giochi Cmon sia ai neofiti di genere come me, con un piccolo inserto d'approfondimento finale per la gioia degli amanti della Nona Arte.
La sensazione, a fine lettura, è quella di essere riuscito a staccare la spina dalla quotidianità, a rilassarmi e divertirmi, pertanto il fumetto rientra a pieno titolo tra i prodotti fumettistici da me consigliati.
L'edizione proposta dalla Bonelli è quella di un cartonato di pregio formato comic book, con una qualità di carta e di stampa notevole (simile alle edizioni di lusso della Panini per intenderci), un discreto rapporto qualità/prezzo, 21€ di prezzo di copertina per 144 pagine a colori, seppur non molto popolar economico.
Potete trovare il fumetto il libreria e fumetteria, anche con una copertina variant realizzata da Adrian Smith.


"WONDER WOMAN- TERRA MORTA N.3" 


Sceneggiatura e disegni di 
Daniel Warren Johnson
, edito in Italia da 
Panini Comics Italia
.
Terzo capitolo del futuristico mondo post apocalittico dove 
Wonder Woman
 è in costante viaggio alla ricerca della verità.
Dopo le sconvolgenti rivelazioni apprese nello scorso numero, continua l'opera di decostruzione del personaggio il cui fato la sta privando di tutte le certezze che avevano permeato la sua vita.
In questo capitolo vengono svelati i retroscena che hanno condotto la Terra e l'umanità sull'orlo del baratro e il vero potere della Principessa Amazzone viene dischiuso agli occhi del lettore, rivelando quanto sottile sia in realtà la differenza tra lei e Superman, quasi due lati della stessa moneta.
Una Wonder Woman meno dea e più umana, meno speranzosa e più dubbiosa, in uno scenario per lei totalmente atipico dove le meraviglie antiche sono in realtà mostri e quelli che credevamo mostri sono in realtà molto più umani.
Si conferma un approccio narrativo vincente quello intrapreso da Daniel Warren Johnson, che non si risparmia nemmeno dal punto di vista artistico.
Il suo tratto incredibilmente graffiante, sporco, è sempre in forma, l'ispirazione all'immaginario fumettistico giapponese è sempre più concreto.
Intendiamoci, non è un semplice lavoro visivo di adattamento, è una vera e propria metabolizzazione e riemissione di quelle visioni del Sol Levante, che trovano nuova forma nel formato della gabbia americana.
Un fumetto decisamente autoriale, in un formato, almeno per quanto riguarda quello brossura stampato dall'editore modenese, a tutto schermo, con un'ottima cura e ricercatezza per carta e stampa, sebbene il prezzo di 6,90€ per 48 pagine sia un po' sopra le righe.
Trovate il fumetto in tutte le fumetterie!

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"BATMAN: TRE JOKER -LIBRO DUE" 


Sceneggiatura di Geoff Johns, disegni di Jason Fabok, edito in Italia da 
Panini Comics Italia
.

Secondo capitolo della miniserie dedicata alla verità dietro alla figura del principe del crimine di Gotham City, il Joker.
Rispetto al primo numero, nei contenuti se vogliamo più rivelatorio, che ci ha presentato la sconvolgente verità delle tre facce di Mister J, questo secondo capitolo è dedicato sia ad alimentarne l'alone del mistero sia a incentrare maggiormente l'attenzione sul legame tra Batgirl e Red Hood.
I Joker hanno in mente un piano, atto a dare nuovo tormento a Batman e Jason Todd si ritrova nuovamente in una situazione non dissimile da quella che l'ha condotto anni addietro alla morte, tant'è che ci troviamo ad un certo punto ad una citazione narrativo visiva di "Una Morte in Famiglia".
Johns rispetta la figura tragica di Todd, ci ricama sopra togliendogli la maschera da bullo, mentre eleva "spiritualmente" Barbara Gordon, colei che non si è arresa ed è riuscita a sconfiggere il proprio demone con le sembianze da clown del crimine.
Jason e Barbara, due vittime della violenza del Joker, del suo perfido gioco contro Batman, uno sedotto dall'oscurità del crimine che combatte, l'altra una eroina che non si arrende.
Una perfetta alchimia mai esplorata così bene come fatto da Johns, d'altronde la storia è nelle mani di uno dei migliori scrittori di sempre della DC Comics!
Nel complesso la storia sembra spingersi sempre più in una direzione assonante a quella di "The Killing Joke" e Batman si è a malapena scaldato le mani!
I disegni di Fabok sono sempre eccelsi, curatissimi in ogni vignetta, dinamici e coinvolgenti.
Il suo tratto si concentra tanto sull'epica spettacolarizzazione della storia quanto sulla capacità comunicativa del viso dei personaggi, siano essi comparse, vittime, eroi o criminali.
Son ansioso di leggerne il proseguo nel prossimo numero!
L'edizione italiana prosegue nel suo formato brossurato, con una qualità di carta e di stampa davvero eccelsa per un buon rapporto qualità/prezzo.
Potete trovare il fumetto in ogni fumetteria!

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"DRAGONERO IL RIBELLE #16 - IL VOLO DELLE VIVERNE" 


Soggetto e sceneggiatura di 
Luca Enoch
, disegni di 
Salvatore Porcaro
, copertina di 
Gianluca Pagliarani
, edito in Italia da Sergio Bonelli Editore.

Dal suo debutto avvenuto quasi otto anni fa, la serie 
Dragonero - Sergio Bonelli Editore
 si è fatta conoscere ed amare dai lettori, tanto del genere fantasy quanto del fumetto popolare, per la sua alta qualità.
Forse peccando di presunzione, ritengo che ci troviamo di fronte ad una delle pochissime serie a fumetti regolari della scuderia bonelliana che, nell'ultimo decennio, sia riuscita a mostrare un'evoluzione narrativa, un crescendo dell'asticella della qualità artistica, un perenne rinnovamento e sapersi mettere in gioco, aprendosi in più direzioni.
Pensiamo ad esempio alle suntuose e prestigiose ristampe cartonate a colori che si sono pienamente conquistate il proprio spazio nelle librerie, agli innumerevoli speciali da edicola che vanno a ruba o ancora al prequel "Senzanima", una straordinaria pubblicazione dai toni adulti ed autoriali.
Non è da meno nella sua eccellenza questo nuovo numero della serie regolare, godibile anche da chi legge saltuariamente qualche albo e non è avvezzo alla serrata continuity degli eventi.
La storia si sviluppa molto bene attorno ad un canovaccio classico, dove gli eroi in missione devono convincere una vecchia conoscenza, neutrale nel conflitto, a sposare la loro giusta causa.
Ma quello che potrebbe essere un classico racconto di una saga come quella di Dragonero, trova la sua originalità nella scenografia, più precisamente nel luogo dove avviene buona parte della storia, il Nido delle Viverne.
Partendo da un incipit alla "Cuore di tenebra", gli autori ci conducono in questo luogo, visivamente sospeso tra sogno e realtà, dove una meraviglia può lasciarti a bocca aperta o portarti alla morte.
I disegni di Salvatore Porcaro sono il valore aggiunto all'albo, tavole spettacolari permeate da un iper realismo così vivo e tangibile da far letteralmente immergere il lettore nelle fantastiche terre dell'Erondár.
Il dettaglio del suo tratto così curato, dove il bianco della carta lascia spazio al nero per plasmare scenari, personaggi e oggetti.
Ho visto pochi stili così attenti ad imprimere su carta la realtà, per la capacità di cogliere le imperfezioni di oggetti e persone mi ricorda Jae Lee, per il tratteggio e la definizione del chiaroscuro dei personaggi mi ricorda tanto Brandon Peterson quanto Alessandro Bocci.
L'impostazione della tavola ricorda molto quella americana, della classica gabbia bonelliana quasi non vi è traccia.
Questo consente di imprimere alla narrazione un ritmo serrato, con una regia quasi cinematografica.
È un albo che celebra la spettacolarizzazione della serie.
Anche la copertina di Pagliarani mostra un appeal rilevante, conquistando l'attenzione dell'occhio del lettore ponendo Ian, il protagonista, in una dinamica lotta con la maestosità e pericolosità delle viverne.
Nel complesso una gran bella lettura e, come mi son ritrovato spesso a dire negli ultimi mesi, un eccezionale gioiello narrativo/visivo per trattarsi di un fumetto nazionale popolare, che meriterebbe una bella riedizione, sempre in bianco e nero, in un formato cartonato più grande.
Lettura davvero consigliata!
Potete trovare il fumetto in tutte le edicole d'Italia e nelle migliori fumetterie.

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"DYLAN DOG COLOR FEST #36" 


Sceneggiatura di 
Giovanni De Feo
, disegni e copertina di 
Giulio Rincione - Batawp
, edito da Sergio Bonelli Editore.

Fresco d'edicola, il nuovo numero del Color Fest di 
Dylan Dog - Sergio Bonelli Editore
 si è rivelato lo splendido gioiello che le diverse anteprime avevano suggerito.
"Mister Punch" è una storia su più livelli, molto più complessa di quello che inizialmente si possa andare a pensare.
Innanzitutto questo albo, scritto attorno all'affascinante scenario del teatrino delle marionette è davvero encomiabile.
Si tratta di un'arte intrattenitiva vecchia di secoli, che ha avuto origine in Italia per poi espandersi in tutta Europa.
In particolar modo, su territorio inglese, due sono le maschere che hanno preso piede, quelle di Punch e Judy, che ritroviamo nel racconto, dove il primo altri non è che una deformazione/evoluzione della celebre maschera popolare campana Pulcinella.
L'incubo principale del fumetto, il più trasparente se vogliamo, è proprio quello rappresentato dalle marionette, viste come pupazzi sinistri.
Chi, soprattutto in tenera età, non ha mai sentito quel brivido percorrergli la schiena per via dello sguardo, talvolta inquietante, delle marionette inanimate?
C'è pure chi da bambino si è terrorizzato nel vedere il "Muppets Show" per via della cosiddetta pediofobia!
E siamo sinceri, grazie al tratto di Rincione queste marionette, a tratti demoniacamente deformate, segnano davvero lo sguardo del lettore!
Un altro tema importante nella storia è quello dell'Amicizia con la "A" maiuscola e forse come mai prima d'ora viene indagata, eviscerata e messa a dura prova il legame tra Dylan e Groucho.
Ci sono momenti dove il classico schema tra i due, improvvisamente, viene meno e l'atmosfera si fa più intima e carica di drammaticità.
Un altro elemento narrativo che mi ha lasciato a bocca aperta è quello del legame tra una giovane madre e la propria figlia, dove l'autore si spinge al limite, arrivando quasi a sfiorare il dramma della depressione e del rinnegamento, una piaga che affligge tantissime donne, per poi far vincere l'amore della madre per la propria prole.
E qui, su questo trionfo finale dell'Amore vedo ripreso quell'affetto tra Dylan e la propria madre, reso aulico nella bilogia firmata da Recchioni e Cavenago che ha visto l'indagatore dell'incubo contrapporsi a Mater Morbi.
Un'altra paura forte che pervade l'albo è quella relativa alla costante sensazione di perdita, a quel senso di prigionia verso l'ineluttabile che opprime tanto Dylan quanto diversi altri personaggi.
A rendere così alchemici tutti questi variegati elementi è l'incredibile tratto di Giulio Rincione, un'artista che ha fatto sua e rielaborato la corrente artistica del post impressionismo, un po' come avvenuto a suo tempo con Dave McKean e Bill Sienkiewicz, artisti coi quali ha in comune alcune caratteristiche visive e di colorazione.
Eppure il tratto di Rincione si evolve rispetto questi artisti, arrivando ad inserire alcuni elementi, tanto di disegno quanto di colore, che lo rendono unico.
In questa storia ci sono diverse visioni da evidenziare, dalla citazione visiva all'opera “La camera di Vincent ad Arles” di Van Gogh all'omaggio alle raffinate illustrazioni di Tim Burton, per non parlare del cameo di Bart Simpson.
Ma al di là di questi easter eggs, tutti pieni di significato, il colore gioca una parte fondamentale nella narrazione, facilitando l'empatia tra storia e lettore, risvegliando sensazioni ed emozioni pure nell'animo di chi legge.
Una gran bella lettura, spettacolare in ogni senso, sperimentale e classica, autoriale e popolare, un vero gioiello contemporaneo di Nona Arte che vale tutti i suoi 5,50€ di copertina!
Potete trovare il fumetto in tutte le edicole d'Italia e nelle migliori fumetterie.

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"LA MUSICA LIRICA RACCONTATA DA TOPOLINO" 


Contiene sei storie originariamente pubblicate su 
Topolino Magazine
, edito da 
Panini Comics Italia
.

Una delle peculiarità della direzione editoriale di 
Alex Bertani
 è stata la creazione di una linea di volumetti tematici che, attraverso la ristampa di alcune storie del settimanale disneyano più amato di sempre, propongono ed analizzano alcuni temi, tra i più vari ed affascinanti da proporre al giovane pubblico di "Topolino".
Ultimo in ordine di tempo questo volume dedicato alla musica lirica che vanta, oltre a grandi firme del fumetto disneyano, una prefazione di Beatrice Venezi, direttrice d'orchestra italiana che si è esibita in alcuni dei più grandi ed importanti teatri internazionali.
Magiche e profonde le sue parole dedicate alla musica "La musica è un linguaggio speciale che dai tempi antichi accompagna gli uomini nei rituali e nei momenti importanti".
La storia che fa da apripista e da colonna portante del volume è "Topolino e il codice Armonico", sceneggiata da 
Francesco Artibani
 e disegnata da 
Paolo Mottura
, un racconto appartenente al filone dei viaggi nel tempo che vede Topolino e l'intramontabile compagno d'avventura Pippo alle prese con il mistero di una partitura de "L'Aida" del maestro Giuseppe Verdi, un cimelio storico che sembra celare un mistero.
Non è una missione facile per Topolino che ben presto si ritrova tra le mani un complotto parecchio più grande di lui.
Al di là della meravigliosa contestualizzazione storico-geografica della storia, che ci propone una Milano ottocentesca mai così vivida, ciò che più colpisce l'occhio, sia dal punto di vista dei testi che dei disegni è la rappresentazione del maestro Verdi, con quella sua alchimia artistica pungente.
Paolo Mottura, le cui tavole sono come sempre curate in ogni minimo dettaglio, non perde l'occasione per omaggiare una celebre scena di "Fantasia" ed emozionare il lettore, dimostrando ancora una volta quanto la musica e il nome Disney siano legati tra loro.
La prima parodia riproposta nel volume è "Paper-Damès e Celest'Aida" sceneggiata da Guido Martina e disegnata da Pier Lorenzo De Vita, chiaro omaggio alla leggendaria "Aida" di Giuseppe Verdi.
Si tratta, storicamente parlando, della forse più acclamata parodia a sfondo lirico di "Topolino", portata in scena da quel Guido Martina che della parodia aveva fatto il suo marchio di fabbrica.
Le tavole di Pier Lorenzo De Vita si propongono, oggi come ieri, come il giusto compromesso tra la classica concezione verticale e lineare egizia dei geroglifici e la resa per narrazione a fumetti.
I dettagli scenografici ci portano direttamente sul palco dell'Aida, come se viaggiassimo indietro sino all'Antico Egitto.
Una lettura che sulla carta ha più di quarant'anni ma che, per stile, non li dimostra.
Seconda parodia del volume è "Paperin Caramba Y Carmen Olé", sceneggiata da Guido De Martina e disegnata da Giovan Battista Carpi.
Si tratta dell'adattamento parodico della "Carmen" di George Bizet, opera lirica non particolarmente fortunata ai suoi esordi ma che col tempo ha saputo conquistarsi il favore del pubblico.
L'adattamento parodico di De Martina è solare e sfrutta appieno il potenziale della coppia papera per eccellenza, Paperino e Paperina, con quella verve romantica e tremendamente comica che solo loro due possiedono.
I disegni di Carpi sono uno splendore, un manifesto del fumetto umoristico dell'epoca, con quella recitazione anatomica e del viso che ha fatto scuola per decenni.
Terza parodia del volume è "Paperino di Bergerac", ancora una volta sceneggiata da Guido De Martina e disegnata da Giovan Battista Carpi.
Nessuno, più della coppia degli odiati cugini Paperino e Gastone poteva incarnare al meglio l'opera lirica di Franco Alfano, tra rivalità sopita e manifesta, amore tormentato, poesia e situazioni surreali.
A livello visivo, Carpi ha reso appieno l'atmosfera storica del periodo, per non parlare del complesso naso appuntito sul becco di Paperino!
Quarta parodia ad essere ristampata è "L'amorosa istoria di Paperomeo e Gioietta Paperina", sceneggiata da Guido De Martina e disegnata da Romano Scarpa, originariamente presentata addirittura sul settimanale "TV Sorrisi e Canzoni".
Inutile dire che ci troviamo di fronte ad una parodia della famosa tragedia di William Shakespeare "Romeo e Giulietta".
Più che nelle precedenti storie, i personaggi disneyani si travestono in veri e propri personaggi della tragedia shakespeariana, calandosi nei rispettivi ruoli.
Persino Topolino assume l'inconsueto ruolo di narratore, arrivando a bucare la quarta parete nel suo comunicare direttamente con i lettori.
Sebbene a livello visivo la rappresentazione per sommicapi di Verona sia più che discreta, Scarpa celebra il famoso balcone di Giulietta arrivando quasi a ritrarlo come un idolo.
Quinta ed ultima parodia presente "Paperino e la piccola Butterfly", sceneggiata da Guido De Martina e disegnata da Giovan Battista Carpi, vera e propria dichiarazione d'amore alla celebre "Madama Butterfly" di Giacomo Puccini.
Bellissima resa visiva e narrativa dell'opera originale, con una Paperina davvero splendida nel suo ruolo di Butterfly.
Un bel volume, con storie che non sentono il passare del tempo, che insegnano ai più giovani (e forse anche ai più grandi) i fondamentali della lirica.
Un bell'esempio di come sfruttare appieno il potenziale del media fumetto.
L'edizione proposta da Panini Comics è quella insolita, ma eccezionale per qualità/prezzo (6,90€ x 146 pagine), di un cartonato "tascabile", non troppo differente da "Topolino".
Potete trovare il fumetto in edicola e in fumetteria!

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"FANTASTICI QUATTRO #411" 


Sceneggiatura di Dan Slott, disegni di Paco Medina, copertina di Nick Bradshaw, edito in Italia da 
Panini Comics Italia
.

I Fantastici Quattro sono da sempre un gruppo straordinario, esploratori dello Spazio in ogni sua frontiera, indagatori dei confini della scienza, eroi protettori della Terra, ma forse più di ogni altra cosa sono una famiglia.
Se ben guardiamo, sin dagli inizi, al di là delle straordinarie scoperte scientifiche e delle avventure vissute, ciò che più ci ha attratti di questo gruppo è il senso di appartenenza ad una famiglia allargata che va al di là dei canoni di parentela.
In questo numero, che oserei dire storico per i suoi contenuti e celebrativo nello stile, la prima e fantastica famiglia dell'Universo Marvel si prepara nuovamente ad allargarsi, in un modo del tutto inaspettato, singolare e che spazia nuovamente gli orizzonti narrativi futuri.
Dan Slott, nome che nell'ultimo decennio si è fatto notare, amare e talvolta odiare dal fandom 
Marvel
, firma questa storia incentrata da un lato sul far parte di una famiglia come quella dei Fantastici Quattro, dall'altro lato su un episodio dimenticato degli albori del quartetto, realizzando quello che in gergo tecnico è definito ret-con.
A rendere unico questo numero anche l'incredibile apporto artistico di Paco Medina arricchito dai colori di Jesus Aburtov.
Il duo ha realizzato tavole dove dal dinamico e complesso ritmo moderno, si passa ad un gusto molto più pop art che ricorda tanto l'impronta di Jack Kirby quanto quella di Roy Lichtenstein.
Ci sono tavole che lasciano a bocca aperta, che rimandano alla mente periodi più semplici ed idilliaci, dove il sense of wonder non faticava ad entrare negli occhi, nella mente e nel cuore del lettore.
Se vogliamo, persino l'autoconclusività dell'albo ricorda alcune peculiarità degli albori della Marvel Comics.
Un gran bell'albo, 24 pagine al costo di 3€, in grado di emozionare per i contenuti e stupire per i disegni.
Potete trovare il fumetto in fumetteria e in edicola!

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"BLACK WIDOW - MARVEL KNIGHTS" 


Contiene tre acclamate saghe dedicate alla Vedova Nera, sceneggiate da Devin Grayson e Greg Rucka, disegnate da J.G.Jones, Scott Hampton e Igor Kordey, edito da 
Panini Comics Italia
.

Chi è la Vedova Nera?
I lettori 
Marvel
 di primissima data si ricorderanno di lei come un'avversaria di Iron Man, passata successivamente dalla parte dei buoni.
Altri ancora la ricordano come la partner, in tutti i sensi, di Daredevil, per alcuni è Natasha Romanoff una super spia al servizio dello S.H.I.E.L.D., per tantissimi altri, complice anche l'influenza mediatica dei film dei 
Marvel Studios
, è un membro degli 
Avengers
.
Ebbene, questo volume raccoglie e ristampa, tre acclamate miniserie dedicate al personaggio, alla donna dietro al nome, al suo contorto passaggio di testimone ad una giovane figlia della Stanza Rossa, Yelena Belova.
È una storia intima, di spionaggio ma anche un viaggio alla scoperta della propria identità, del proprio ruolo, dove la figura femminile cerca e trova riscatto in un mondo maschilista.
Sono storie che, pur essendo state pubblicate per la prima volta una ventina di anni fa, sono tuttora fresche, coinvolgenti, dai toni adulti se vogliamo, in grado di separare il lato supereroico da quello crudo dei thriller di spionaggio.
"IL RAGNO PICCINO PICCIÒ" di Devin Grayson e J.G.Jones è una storia dove il confine tra un racconto di spionaggio e un racconto di supereroi si fa labile, dove l'umanità di Natasha Romanoff è un elemento determinante nella narrazione.
Si tratta anche della prima apparizione della nuova Vedova Nera, Yelena Belova, figlia come Natasha della Stanza Rossa, al servizio dei più alti Servizi Segreti Russi e della propria patria, con un enorme senso di competizione nei confronti della Romanoff.
Natasha ha dalla sua molte più armi, non necessariamente in senso letterale, per vincere tranquillamente questo confronto e per provare ad instradare Yelena su un percorso differente da quello che la Madre Patria Russia ha scelto per lei.
I disegni di J.G.Jones sono realistici e dinamici al tempo stesso, in grado di dare rilievo tanto alla sensualità delle due Vedove Nere quanto alle scene d'azione che la fanno da padrone in questo racconto.
La cura nei dettagli scenografici ed anatomici di tutti i personaggi è un elemento caratteristico del suo tratto, figlio forse di un'influenza artistica visiva come quella di Joe Quesada.
"CRISI" scritta da Devin Grayson e Greg Rucka, disegnata da Scott Hampton, è il "sequel" se vogliamo della storia precedente, un'occasione per approfondire il passaggio della torcia da Natasha a Yelena, per indagare sul senso di responsabilità della Romanoff nei confronti della Belova.
È un puro racconto thriller di spionaggio, dove il lato supereroico viene messo da parte, quasi del tutto ridimensionato se vogliamo, dai toni intimisti.
Se nella precedente saga era Natasha a porsi delle domande esistenziali, qui è il turno di Yelena che inizia ad affacciarsi finalmente al mondo reale in cui ha scelto di far parte.
Non si tratta più degli allenamenti nella Stanza Rossa, non è un giocare a fare il supereroe, qui entrano in ballo fattori molto più concreti e pesanti.
Tutto ciò in cui Yelena Belova credeva inizia a crollare, ogni certezza diventa un incubo, sino al confronto finale dove le verità iniziano a palesarsi nella fitta nebbia di bugie che le è stata presentata sinora.
È un gioco pesante quello intrapreso da Natasha nei confronti di Yelena e forse si può intuire il perché della successiva temporanea deriva mercenaria del personaggio che, privata delle sue certezze, diventa una pedina di diverse organizzazioni.
I disegni di Scott Hampton rispecchiano appieno i toni maturi della storia, lo staccarsi dai racconti supereroici per concentrarsi sull'aspetto intimista umano e quello spionistico dei personaggi.
Il suo tratto, chiaramente ispirato alla via pittorica di Bill Sienkiewicz, si rifà per stile e colori alla corrente espressionista di Munch, in particolare per come distende i colori col pennello.
Il colore stesso diventa una componente narrativa essenziale nelle tavole di Hampton.
"PICCOLO RAGNO PALLIDO" di Greg Rucka ed Igor Kordey si presenta come prequel incentrato su Yelena Belova e il suo primo incarico da neo Vedova Nera.
È una storia dai toni maturi, non a caso quando uscì la prima volta, fu proposta sotto l'etichetta editoriale "Marvel Max" dedicata a quei racconti a fumetti non adatti ad un pubblico minorenne, dove violenza fisica e verbale erano elementi preponderanti nella narrazione.
È una sorta di discesa agli inferi, nelle perversioni sessuali umane quella scritta da Greg Rucka, dove un personaggio come la nuova Black Widow tra thriller e dark ci sguazza a pennello.
Seduzione, erotismo, perversione e violenza si alternano freneticamente nella discesa di Yelena in quell'inferno, perdendo ciò che rimane della sua vergine innocenza, per riemergene definitivamente trasformata nell'apparente perfetta arma della Stanza Rossa.
A rendere appieno quest'atmosfera contribuiscono anche le tavole di Igor Kordey, con un tratto dark ed ipertrofico, in grado di creare talvolta il giusto appeal sensuale, talvolta il disgusto nei confronti delle perversioni erotiche.
Lo stile di Kordey è davvero particolare e, se separiamo il suo bianco e nero dai colori, non possiamo non ritrovare un certo realismo deformante dell'anatomia umana come quella proposta dal Caravaggio.
La sofferenza del corpo, le imperfezioni anatomiche, sono un suo tratto distinto e caratteristico.
Nel complesso una lettura matura, affascinante se vogliamo, che ci propone un bellissimo ritratto di cosa significa essere la Vedova Nera.
È sicuramente consigliato ad un pubblico non troppo giovane.
Idealmente si pone come la giusta lettura preparatoria al film dei Marvel Studios "
Black Widow
" di prossima uscita, consci del fatto che la pellicola sarà epurata dai diversi toni maturi del fumetto.
Personalmente penso di questa pubblicazione come ad uno dei tasselli più interessanti della Marvel contemporanea del nuovo millennio, una dimostrazione, l'ennesima se vogliamo, che fumetto americano non significa solo supereroi in calzamaglia ma molto di più.
L'edizione proposta dall'editore modenese, come sempre per la linea editoriale 
Panini Marvel Italia
, è quella di un prestigioso cartonato, con una qualità di carta e di stampa ad alti livelli, come del resto ci ha ben abituati in questo ultimo anno.
Il rapporto qualità/prezzo è ottimo, 26€ per 224 pagine a colori, con tale caratura di stampa e rilegatura, è senz'altro un buon spendere.
Potete trovare il fumetto in libreria e in fumetteria.

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"SUPERMAN - L'UOMO D'ACCIAIO" 


Sceneggiatura di Brian Michael Bendis, disegni di Jim Lee, Josè Luis García-López, Ivan Reis, Jason Fabok, Evan Shaner, Steve Rude, Ryan Sook, Kevin Maguire e Adam Hughes.

 ristampa, in un prestigioso volume cartonato, l'incipit del ciclo di Brian Michael Bendis sull'ultimo figlio di Krypton, una miniserie che vede Superman alle prese con un capitolo buio della propria vita.
L'eredità di Krypton, sia essa intesa a livello genetico che a livello di responsabilità, viene messa al centro del racconto, diventa una sorta di incubo che va ad influenzare l'operato di Kal-El anche sul lato del suo alterego umano.
C'è da ricordare che questa storia avviene prima di quanto abbiamo letto nell'ultimo anno, ovvero quando ancora nessuno sulla Terra sapeva che Supes e Clark erano la stessa persona.
Clark Kent ne risente dal punto di vista lavorativo, i suoi pezzi perdono mordente, in un momento in cui il Daily Planet torna vulnerabile.
Azione, narrazione cosmica, l'essenza stessa del personaggio permeano tutti i capitoli del volume, dando al lettore un Superman fresco, contemporaneo, affascinante nelle sue turbe psicologiche.
A livello artistico assistiamo ad una parata di talenti da applausi, dal dinamico stile di Jim Lee, Ivan Reis, Kevin Maguire e Jason Fabok all'impronta classica del tratto di Steve Rude, sino all'iper realismo di Ryan Sook e Adam Hughes.
Una bella lettura, un ottimo antipasto al ciclo di Bendis che non può sfuggire ai fans dell'Uomo d'Acciaio e che si propone come un eccellente starting point per chi si vuole approcciare al personaggio per la prima volta.
Per quanto riguarda l'edizione proposta nella linea editoriale 
Panini DC Italia
, ci troviamo di fronte ad un cartonato prestigioso con una qualità tanto di carta quanto di stampa encomiabile.
Il rapporto qualità/prezzo, 22€ per 192 pagine di fumetto, è davvero buono per la tipologia di prodotto.
Potete trovare il fumetto in libreria e in fumetteria.

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