martedì 29 aprile 2008

Intervista a Maurizio Rosenzweig co-creatore di Giada

Carissimi, innanzitutto grazie per il sostegno dimostrato nei confronti della prima conferenza di Bergomix. Qui di seguito troverete uno dei numerosi speciali di questo blog ovvero un'intervista esclusiva a Maurizio Rosenzweig che, con Matteo Cremona e Federico Sfascia, ha dato vita a Giada, l'eroina delle Edizioni Arcadia. Buona lettura a tutti!

Ciao Maurizio, innanzitutto grazie nuovamente per essere intervenuto come ospite alla prima conferenza dell'edizione 2008 di Bergomix. In tutta sincerità tu e Matteo state diventando un vero porta fortuna, perché quest'edizione si è aperta col botto riscontrando il plauso del pubblico.
Iniziamo ora con le domande.

1) Come e quando nasce Giada?

Nasce l'anno scorso, come proposta ai ragazzi dell'Arcadia che covavano il losco, insano desiderio di diventare editori. Giada è disegnata sui tratti somatici di un'allieva della Scuola del Fumetto di Milano, una Dark...come dicono i giovani...vestita di reti e borchie e di una simpatia contagiosa. L'idea era quella di avere un riferimento estetico per il personaggio reale e uguale per tutti i disegnatori, che poi avrebbero senz'altro filtrato con il loro stile rendendolo personale, ma con caratteristiche fisiche che sarebbero poi ritornate: tipo l'altezza, la pettinatura o il trucco attorno agli occhi, il naso alla francese o un particolare ciondolo. Almeno questa era l'idea di partenza. Si è persa un po' per la cocciutaggine dei compagni di viaggio, ma per il numero 2 saremo più precisi.

2) A che target è rivolto Giada? Se è un target specifico, perché proprio quella scelta?

Mah, il discorso del target non l'abbiamo poi tanto ragionato e calcolato, ti confesso....
Un po' irresponsabilmente ci siamo mossi all'interno dei nostri gusti e attorno a quello che ci piace, nella fattispecie il cinema Horror degli anni'80 e una mitologia classica che poi è alla base di un po' tutto l'immaginario moderno. Anche se apparentemente è rivolto ad un pubblico di ragazzi, speriamo che si divertano anche i nostri coetanei, che magari riusciranno a cogliere i diversi livelli di lettura e i riferimenti sparsi qua e là a quel modo di fare cinema che si è perso un po'.


3) Più volte avete parlato di horror Anni '80 come fonte d'ispirazione. Perché siete convinti che quel tipo di linguaggio colpisca molto più profondamente di quello odierno? E come viene applicato il linguaggio dell'horror degli Anni '80 in Giada?

Bene, avevo già iniziato a risponderti, dunque. Negli anni '80 c'era un'elettricità nell'aria che muoveva le idee come murene impazzite, non solo nell'horror, ma nella musica, nella moda e un po' per tutto. L'obbligo di un certo noioso, prevedibile e arido realismo non era ancora arrivato a contaminare la genesi di storie e personaggi; c'era una libertà d'intenzioni e una voglia di fare che si è persa totalmente, nella nebbia stantia dei '90 prima e nella tendenza a vampirizzare le mode passate dei primi anni del nuovo secolo poi. E così, tornando ad occuparci solo di un genere cinematografico a noi tanto caro, nell'horror ci si preoccupava prima di raccontare delle storie, ripeto RACCONTARE DELLE STORIE, e poi del modo migliore per rappresentarne la forza e gli aspetti emotivi. L'horror di qualità è sempre stato usato come una Metafora per raccontare qualcos'altro di molto più significativo di uno schizzo di sangue su una faccia o di un deficiente che tortura un'altro deficiente. Se pensi che Stevenson col il suo Mr.Hyde voleva raccontare come una certa aristocrazia tutta lustrini e belle maniere in realtà si macchiasse di atti criminali e tutt'altro che nobili, ti rendi conto di quello che ti sto spiegando. Poi questo valore della storia si è completamente perso, e l'idea che ne è rimasta è esclusivamente quella che ci è arrivata fin'ora, quella horror di un dottore per bene che diventa un mostro sanguinario. La delusione dell' autore si è persa nell'entusiasmo per avere una storia così ben concepita da diventare quasi un archetipo, e comunque questo è un altro esempio delle potenzialità di denuncia e critica che questo genere può arrivare ad avere. Per Giada il riferimento sono i teen horror, quelli con i ragazzini che devono affrontare i loro mostri interiori travestiti da pericolo reale, per diventare adulti e più consapevoli: Nightmare, Il remake di BLOB, Operazione terrore, Gremlins, e 1000 altri! Dunque i teen horror, ma anche la cultura Classica ed epica di Federico, lo sceneggiatore e alla fine il creatore del mondo di Giada. E poi l'idea ha sempre un origine che arriva da qualche parte ben precisa, per poi trasformarsi nella testa e nell'atto dello scrittore, che in qualche modo ne renderà suoi e personali gli aspetti più diversi. Giada lotta per salvare il suo mondo, ma anche per scoprire chi è. E questo lo facciamo anche noi tutti i giorni.

4) Cosa rappresenta Giada per voi?

Giada è l'occasione sempre sognata di fare un lavoro concreto fra amici, e questo riguarda anche i due editori. Lavorare con Federico è sempre un onore; ha una capacità di raccontare storie che ho visto solo un'altra volta e solo in una persona, in vita mia. In me. Scherzo. Lui è bravissimo, e io e Matteo ogni tanto rimaniamo storditi dalla sua abilità e velocità. Giada è l'inizio di una avventura che spero si trasformi nel tempo in altre avventure... e sempre a bordo della stessa nave, con l'augurio che diventi sempre più grande e bella! E ringraziamo ancora Mario e Max dell'Arcadia per la bellissima opportunità. E poi te, Leo, che ci coinvolgi sempre in cose interessanti e divertenti. A presto. E seguite Giada, che riserverà parecchie sorprese. Ci sentiamo per il numero speciale in imminente uscita... E andate a vedere il concerto dei KISS, la più grande band del mondo, il 24giugno a Milano!

Per ora gentile pubblico è tutto ma non dimenticate di visitare il blog, perchè numerose sorprese vi aspettano!

Leonardo Monzio Compagnoni
Direttore Artistico di Bergomix
infobergomix@excite.it

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