martedì 17 agosto 2021

SUICIDE SQUAD: LE IMPRESE DELLA TASK FORCE X TRA FILM, SERIE TV E FUMETTI

E' ormai passato un pò di tempo dall'uscita cinematografica dell'atteso "THE SUICIDE SQUAD: MISSIONE SUICIDA" diretto da James Gunn, nuovo capitolo del Multiverso cinematografico della DC Comics/Warner Bros.
Come nostra consuetudine, è giunto quindi il momento di proporvi uno speciale sul film.
Attraverso le parole del nostro Presidente, andremo ad analizzare la pellicola di recente uscita e i trascorsi passati dell'improbabile squadra di metaumani guidati dal pugno di ferro di Amanda Waller.
Come sempre, qualora non abbiate ancora visto il film e vogliate evitarvi sorprese, sappiate che troverete diversi spoiler.


Ammettiamolo, il film diretto da James Gunn è esattamente quello che speravamo di vedere, una pellicola colorata, dissacrante, che ha per protagonisti alcuni degli innumerevoli villains (spesso di serie b) dell'universo DC Comics.
Premettiamo una cosa: non è che il materiale di base, da cui i film e l'adattamento televisivo della Task Force X sono tratti, sia granché o rappresenti chissà quale pietra miliare del fumetto americano, ma non si può negare che il concept originale sia sicuramente interessante.
Assemblare una variegata squadra di improbabili eroi, più certamente criminali di bassa lega sacrificabili, per missioni ad alto rischio, impiantando loro un microchip di controllo è senza dubbio una bella trovata.
Ancor più se unita alla visione fantasiosa di James Gunn in grado di dare tono e volume a personaggi ed ambientazioni.
Rispetto alla pellicola precedente di David Ayer, si nota sin da subito una tonalità quasi Anni 80, con la presenza di personaggi pittorici, colorati, assurdi se vogliamo e lontani dalla concretezza a cui questi moderni Anni 2000 ci hanno abituato.
Pensiamo ad esempio ad un personaggio come "TDK" il cui potere è essenzialmente quello di essere un'action figure vivente in grado di comandare a distanza i proprio arti.
O ancora alla Donnola, un essere assurdo, una fusione mostruosa tra animale e uomo, la cui utilità pare chiara già dai primi minuti della pellicola e protagonista di una delle più inutili e divertenti scene post titoli di coda della storia dei cinecomics.
In neanche 15 minuti di pellicola James Gunn fa la sua dichiarazione di guerra allo spettatore: aspettati l'inaspettabile e non ti affezionare ai personaggi, perché in pochissimi sopravviveranno all'esperienza.
Ed infatti così accade, se la prima visione del team, quella di Ayer per intenderci, era più vicina all'idea di personaggi che cercavano o insperavano in un percorso di redenzione e forse purificazione, questa di Gunn ricorda molto di più quella vista nel serial tv "Arrow", un gruppo di criminali che scontano la propria pena al servizio del Governo con un'alta probabilità di morire nel bel mezzo dell'operazione.
Qui non c'è spazio per pensieri altruisti, tutti i personaggi hanno una parte malvagia ed egoista, chi non è pronto a sporcarsi come si deve le mani in una pozza di sangue, muore.

Illustrazione dell'artista Jim Lee che omaggia il regista James Gunn e il film "The Suicide Squad"


Senza dubbio la prima morte che ci lascia esterrefatti è quella di Captain Boomerang che ci saluta in maniera al contempo epica e demenziale.
A spiccare nel nuovo team sono pochi personaggi, questo spiega anche l'attitudine a falcidiare i membri della squadra.
Bloodsport, magistralmente interpretato da Idris Elba, un personaggio che ha commesso il peccato di attentare la vita di Dio (Superman) e che per punizione deve scontare il resto della propria vita in un inferno di schifezze e putridume. 
Entrare nella Task Force X non è certo il suo obiettivo, ma quando il diavolo (Amanda Waller) ci mette del suo è costretto ad entrare in un purgatorio che gli sta parecchio stretto.
Harley Quinn, che Margot Robbie rende sempre splendida, reduce dagli eventi visti di "Birds of Prey" e che trova nella Squadra Suicida una scorciatoia per scontare i crimini commessi.
Robbie e Gunn rendono il personaggio forse nella sua versione più filo fumettistica, così imprevedibile, totalmente pazza eppure con una visione così precisa del proprio percorso. 
Una vera mina vagante di cui non ci si può affatto fidare.

Illustrazione dell'artista Adriana Melo che ritrae il personaggio di Harley Quinn in una delle scene del film "The Suicide Squad"


King Shark è la sorpresa più piacevole del film, un personaggio totalmente stupido, i cui bassi istinti animali si equilibrano con la placidità umana del suo essere.
Rozzo, dai pensieri semplici, regala tantissime risate, lontano dalla visione tragica e tormentata del personaggio proposta nel serial "The Flash".
Non mentirò, farne il cosplay è stato dannatamente divertente!

King Shark immortalato dall'artista Simone Di Meo

Il colonnello Rick Flagg trova qui la propria rivincita, un vero soldato che però non dimentica la propria umanità e che può rivelarsi una spina nel fianco per i loschi piani della Waller.
Diversamente dal primo film di Ayer, dove era palesemente uno "sfigato in amore", qui il suo personaggio mostra gli attributi e una capacità di adattamento notevole.
La sua morte è una di quelle che più mi ha lasciato segnato nel film, forse l'unico vero Eroe buono della pellicola.
Peacemaker, reso vivo e vero da un John Cena, attorialmente parlando, in stato di grazia, è un personaggio tanto stereotipato e grottesco quanto estremamente indispensabile.
Un soldato ottuso, una visione distorta di Captain America, a cui non frega nulla di vittime collaterali o giustizia, per lui l'importante è portare a termine la missione affidatagli.
Assieme al personaggio di Bloodsport si rende protagonista di uno dei momenti splatterosi più comici della pellicola.

Illustrazione dell'artista Jim Lee dedicata al film "The Suicide Squad"


Senza dubbio "The Suicide Squad: Missione Suicida" è un film inaspettato, troppo irriverente per un pubblico di massa, in grado di unire la sfrontatezza di film come Deadpool all'assurdità della visione cinematografica tarantiniana.
E' effettivamente un film d'autore mascherato da prodotto popolare cinecomics, ma oserei dire molto di nicchia, non molto lontano dal "Joker" di Todd Phillips.
Può essere ben compreso ed assimilato da chi riesce a percepire a fondo la visione artistica di James Gunn, ma che potrebbe far storcere il naso a chi vuole vedere in questi film un semplice prodotto d'intrattenimento.
A proposito di assurdità, come non rimanere sbalorditi dalla scelta del "boss di fine livello", della minaccia di fine pellicola, Starro il Conquistatore, la gigantesca stella marina aliena in grado di assoggettare l'intera popolazione mondiale.
Uno dei primissimi avversari della Justice League (su carta) i cui sviluppo e risoluzione finale sono stati interessanti nella pellicola.
Un essere semplice che forse sarebbe potuto essere facilmente sconfitto dalla JLA ma che viene qui affrontato dai reduci di questa missione suicida, personaggi che nel corso del film hanno mostrato di potersi meritare una riconquista, seppur forse involontaria, della libertà e di una propria umanità.
La forza di un Kaiju spaziale si infrange contro un'onda caotica di assurdità, malvagità e umanità, in uno scontro che sino alla fine non ha una risoluzione così scontata.

Illustrazione promozionale dell'artista Jim Lee per "The Suicide Squad"

Molto divertente anche la parte in cui quel diavolo di Amanda Waller viene costretto in un angolo contro la sua volontà.
Sono molto curioso di vedere come sarà gestita la serie televisiva di Peacemaker, visti gli incredibili risvolti finali del film che lo danno ancora vivo.
Chissà che cosa ha in serbo per lui James Gunn!
A me personalmente il film è piaciuto, non lo nascondo, per ora il migliore dei cinecomics di quest'anno (oddio se penso anche alla Zack Snyder's Justice League siamo forse al secondo posto). 

Da sinistra a destra, Diego Maestroni (Rick Flagg), Lucrezia Colleoni (Harley Quinn), Lella Villa (Katana), Leonardo Monzio Compagnoni (King Shark), il team di cosplayers di Associazione Culturale Bergomix che ha animato l'evento "Suicide Squad Tribute Day" svoltosi presso il mutisala Uci Cinemas Curno (BG)

Sono comunque impressionato da come la saga a fumetti della Suicide Squad abbia trovato modo di emergere in live action negli ultimi anni, con visioni originali e diverse tra loro, da quella altamente discussa di David Ayer (che però non mi era dispiaciuta), a quella televisiva dell'Arrowverse, sino ad arrivare a questa visione autoriale di James Gunn.
C'è tanta ispirazione al materiale di base, sebbene tale influenza sia però da considerarsi biunivoca, una sorta di andata e ritorno.
Un fumetto che senza dubbio ha trovato modo di rinascere nel periodo editoriale New52, e che ha trovato nuova linfa vitale dopo l'uscita del film di Ayer con la versione proposta da Rob Williams e Jim Lee o ancora nella miniserie "Justice League vs Suicide Squad".
L'idea di un fumetto che vede per protagonisti dei supercattivi in missioni impossibili in un universo narrativo così variegato come quello DC Comics è sempre attrattivamente interessante.
Vediamo allora assieme alcuni titoli fumettistici che possano interessarvi dopo la visione del film.

"HARLEEN"


Storia, disegni, colori e copertine di 
Stjepan Šejić, edito in Italia da Panini Comics Italia.

Ho atteso a lungo, dal momento dell'annuncio sui portali mediatici di settore, l'uscita di questo fumetto dedicato ad Harley Quinn, una vera e propria produzione fumettistica che potremmo commercialmente definire graphic novel, inserita sotto l'etichetta "DC Black Label".
L'opera aggiorna l'origine del personaggio creato da Paul Dini e Bruce Timm, traendo una vaga ispirazione anche dalla versione cinematografica di "Suicide Squad".
Certo quanto appena scritto è un po' riduttivo dato il lavoro fatto da Šejić è davvero un'opera completa, approfondita e matura che trasuda degli studi contenitivi ed artistici fatti dall'artista.
La sottile linea tra dottore e paziente in cui si trova la Dr.ssa Quinzel, qui ritratta forse più umana e reale che mai, viene infranta nel momento stesso in cui la sua strada incrocia quella del Joker.
Il lettore lo sa cosa accadrà di lì a poco, eppure tutto il dramma che scaturisce nella discesa nell'abisso diventa qualcosa di così intrigante, così avvincente che non si può fare a meno di leggere.
Così come avviene per la Dr.ssa Harleen, anche il lettore perde desiderio ed attenzione nei confronti degli altri criminali ricoverati all'Arkham Asylum, eccezion fatta forse per Poison Ivy, a cui è riservata una scena epicamente esplosiva.
È difficile capire, di qui l'estro dell'autore, se è Joker a tirare le fila della caduta di Harley o è Harley ad influenzare il Joker.
Che rapporto bizzarro quello descritto tra loro due, ci sono momenti che potrebbero far storcere il naso ai "puristi" della continuity batmaniana e in effetti veder ritratto il Joker come un personaggio esteticamente cool e sexy, un bello e maledetto a dirla in breve, è strano.
Sicuramente una decisione funzionale alla trama, anche se a memoria un tentativo fumettistico venne già fatto anni fa da Jim Lee per "All Star Batman and Robin".
C'è spazio anche per Batman in questo racconto, forse un po' rilegato ad un ruolo marginale, eppure nelle tavole finali fa trasparire tutto il suo senso di colpa nei confronti di quanto accade nel corso del fumetto.
Dal punto di vista artistico Šejić ha fatto un lavoro egregio.
Il suo tratto è figlio della corrente artistica del compianto Michael Turner e risente positivamente degli anni di lavoro in Top Cow.
Ma al di là del disegno, la grande maestria è stata quella di sfruttare il colore come vero elemento creativo e dominante dell'intera opera.
Colori, luci e ombre sono in perfetto equilibrio, rendendo esteticamente realistica l'impronta visiva ma con una sensazione di continuo movimento, di dinamicità legata soprattutto ai personaggi.
In particolar modo, inutile dirlo, l'incantevole rappresentazione della Dr.ssa Quinzel rende estremamente empatiche al lettore le sue emozioni.
Una lettura interessante quindi, realizzata con forte passione, pensata sia per i fans del fumetto sia per coloro che sono stati attratti dalla versione cinematografica di Harley Quinn.
L'edizione italiana proposta da Panini DC Italia è qualitativamente superlativa, un magnifico cartonato con sovracoperta che, unita alla prima di copertina, va a comporre un'illustrazione che rappresenta perfettamente il contenuto tragico del volume.
La carta e la stampa sono davvero di pregio e rendono il prodotto quasi una pubblicazione di lusso, mantenendo un rapporto di qualità/prezzo eccellente (26€ è un prezzo davvero ottimo).
Trovate il fumetto in libreria e in fumetteria.

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"SUICIDE SQUAD - CATTIVO SANGUE"


Sceneggiatura di Tom Taylor, disegni di Bruno Redondo e Daniel Sampere, copertina di Ivan Reis, edito in Italia da Panini Comics Italia.
"Suicide Squad" è sempre stato un titolo fumettistico strano, nulla di particolarmente eccezionale se vogliamo.
Un gruppo di supercriminali, sotto il controllo dell'agente governativo americano Amanda Waller, viene impiegato in missioni impossibili in zone calde del pianeta dove spesso i supereroi non possono spingersi.
I membri della squadra sono costretti ad obbedire agli ordini, pena la morte.
Nulla di brillante o sconvolgente quindi, se non fosse che a rotazione, a seconda dei team d'autori coinvolti, abbiamo visto tra le loro fila anche villains amatissimi dai lettori: da Harley Quinn a King Shark, da Black Manta a Deadshot, da Killer Croc a Capitan Boomerang personaggi non certo con la fedina penale pulita e che spesso hanno messo in seria difficoltà alcuni dei supereroi DC Comics.
Questo volume ripesca il classico canovaccio della serie, inserendo però elementi talvolta realmente crudi ed estremi.
Grazie alla visione e allo stile narrativo di Taylor, per la prima volta infatti, a causa di un cambio al vertice di comando, le teste di alcuni membri iniziano letteralmente a saltare, costringendo il team a rimpolpare le proprie fila e a serrare i ranghi.
Non c'è tempo per affezionarsi o tifare per i membri della Task Force X, non tutti infatti potrebbero sopravvivere dalla prima all'ultima tavola.
Ci sono diversi aspetti in questa nuova saga che richiamano la serie Vertigo "The Losers", anche se non in maniera così cruda, una via di mezzo se vogliamo tra fumetto commerciale supereroico e fumetto per lettori maturi.
A contribuire a rendere innovativo questo nuovo ciclo di storie, i disegni di Redondo e Sampere, i cui stili si compenetrano perfettamente fornendo al lettore delle tavole davvero accattivanti.
Dotati di un estro realistico ma al contempo molto chiaro e semplice, che non ricerca particolare incisività visiva, riescono a dar vita a personaggi e scenografie, rendendo i primi davvero espressivi e dinamici, sacrificando invece in parte i secondi.
Altro elemento artistico molto interessante è l'ammiccamento alla vena pop, con linee nere ben delineanti.
Certo, a cotanto risultato contribuisce anche la colorazione a tinte pastello calde di Adriano Lucas che trasformano totalmente il fumetto.
La copertina di Ivan Reis è un'illustrazione che spacca, un biglietto da visita che attira l'occhio, un'immagine d'impatto con una costruzione epica ma che cela al lettore il vero contenuto del volume.
Una lettura nel complesso senz'altro interessante, una nuova interpretazione della serie, differente da ciò che abbiamo letto negli ultimi anni, da ciò che abbiamo visto nel serial televisivo Arrow o ancora dalla versione cinematografica di David Ayer per quanto ne conservi in minima parte alcune trovate narrative.
Un fumetto piacevole quindi, pubblicato dalla linea editoriale Panini DC Italia in una elegante veste cartonata e stampato con una qualità sopraffina su carta di pregio, per un rapporto qualità/prezzo davvero ottimo (17€ è in piena linea con il tipo di prodotto).
Potete trovare il fumetto in libreria e fumetteria!

I fumetti della Suicide Squad, di Harley Quinn e più in generale della DC Comics sono editi in Italia da Panini Comics. 
Che state aspettando? Correte a leggerli!

LO STAFF DI ASSOCIAZIONE CULTURALE BERGOMIX

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