domenica 15 gennaio 2023

CONSIGLI ALLA LETTURA - PUNTATA 04/23: "IL DESTINO DI PAPERONE"

Carissimi lettori di fumetti ed impareggiabili followers di Bergomix, benvenuti ad una nuova puntata della nostra rubrica di consigli alla lettura di fumetti.
Grazie alla recensione del nostro Presidente, andremo a parlarvi oggi di una bellissima saga disneyana a puntate recentemente apparsa sulle pagine del settimanale Topolino.

"IL DESTINO DI PAPERONE"













Apparso originariamente su: TOPOLINO #3499-3503
Soggetto, sceneggiatura e disegni: Fabio Celoni
Colori: Luca Merli

"IL DESTINO DI PAPERONE" è un titolo importante per questo nuovo grande classico fumettistico disneyano, il cui significato appare più profondo di quanto non si possa pensare.
Fabio Celoni, prendendo spunto da un classico racconto del 1960 di Romano Scarpa, "Paperino e le lenticchie di Babilonia", coglie una grande opportunità di retcon, andando ad occupare un frammento di storia lasciato ai tempi opportunamente velato e mai raccontato.
In quella storia Zio Paperone rimase invischiato in un acceso alterco truffaldino con la Banda Bassotti, andando alla fine a perdere la propria intera fortuna.
Nell'ultima vignetta però, si andava a delineare un possibile lieto fine, mai fino ad oggi spiegato nei suoi dettagli.
Ed è qui che l'inventiva di Fabio Celoni si inserisce, andando ad effettuare un'operazione dalle svariate sfumature narrative e strutturali.
Innanzitutto ci troviamo innanzi alla decostruzione del personaggio di Zio Paperone, qui riportato agli albori della propria vita, privo di tutti i suoi beni e delle sue ben conservate ricchezze, posto innanzi allo spettro del fallimento, del dimenticatoio e delle più recondite paure umane.
Su questo aspetto Celoni calca sapientemente la mano, andando a strutturare un vero e proprio spaventoso fantasma col quale Paperone ha un accesso ed importante faccia a faccia in due occasioni.
Da lettore onnivoro con ormai più di trent'anni di letture alle spalle, e grazie alla lunga conoscenza artistica che ho dell'autore, devo dire di aver compreso sin da subito chi si celasse dietro questa mastodontica e spettrale figura.
Credo che buona parte dei lettori non sia stata però altrettanto sgamata, venendo presa alle spalle nella poetica e suggestiva rivelazione finale.
Lo Zio Paperone che ci troviamo di fronte è in poche parole un personaggio messo a nudo di fronte alle proprie umanità e sconfitta, che deve riscoprire se stesso e quel brivido per l'avventura, rivivere l'ebrezza della fatica di guadagnare da capo l'intera fortuna, riaffermandosi come il più furbo dei furbi nonché papero più ricco del mondo.
E' il suo destino e deve nuovamente dimostrarlo, soprattutto a se stesso.
Di capitolo in capitolo Paperon De Paperoni si riguadagna il proprio patrimonio, partendo per l'appunto, ancora una volta, da un decino che saprà far ben fruttare anche grazie all'esperienza accumulata negli anni.
E' una scena importante, carica di epicità, emozione e di significato quella del nuovo primo decino e che, se vogliamo, crea una nuova "Numero Uno" di Zio Paperone.
Chissà se qualcuno, magari Fabio Celoni stesso, avrà modo di rimettere mano a questo risvolto.
Denaro e pietre preziose sono solo alcuni degli elementi che hanno fondato la ricchezza di De Paperoni e Celoni dimostra di esserne ben a conoscenza.
Pur continuando a giocare, di capitolo in capitolo, sulle lenticchie di Babilonia, sviando volutamente l'attenzione del lettore, in realtà l'intera vicenda può essere vista su molteplici piani narrativi.
Da una parte non può non ricordare un novello adattamento del celebre romanzo dickensiano "Il Canto di Natale", che come tutti sappiamo è una delle ispirazioni per la strutturazione del personaggio di Paperone, vedendolo partire in solitaria in questa campagna contro il tempo, per poi sfruttare il nipotame ed infine allargando gli orizzonti della vista del proprio cuore nei confronti di chi, nonostante il caratteraccio, gli vuole bene.
Da questo punto di vista, se rileggiamo più volte l'intera storia, notiamo bene la differenza nel rapporto con la famiglia tra la seconda storia e l'ultima.
Dall'altra parte, è chiaro l'intento di ricordare come siano state le avventure in terre sconosciute, l'altra fonte di ricchezza dello zione.
Paperone, nel riscoprire non solo il piacere della conquista, ma anche nel veder riaffermare il proprio destino nell'avere il naso per gli affari, diviene la scintilla di piccole e sostanziali rivoluzioni di civiltà diverse dalla moderna Paperopoli. 
In un susseguirsi di avventure che ricordano per estro fantastico il sentiero dettato da Carl Barks, Romano Scarpa, Carlo Chendi e Rodolfo Cimino, Zio Paperone trascina il lettore in paesaggi affascinanti e dal forte fattore wow, incarnando se vogliamo la chiave di svolta per le diverse popolazioni sconosciute che li abitano, liberandole da gioghi complessi e spingendole in una direzione totalmente nuova da cui sia loro che Paperone possano trarre reciproco vantaggio.
Ad esempio la civiltà dei Canappioni che viene liberata da una monarchia dettata da un errato sistema di riconoscenza che li privava delle proprie ricchezze, il Popolo di Cristallo nelle viscere della terra che pensando di cambiare la propria forma per cercare un'irraggiungibile sfericità non si accorge di perdere la propria identità, la tribù degli equini desertici che si era persa nelle menzogne auto raccontatesi ed ancora l'alieno popolo spirulinico che non poneva caso a come sottrarre risorse per il proprio fabbisogno ponesse a rischio le vite altrui.
Tutti elementi che se vogliamo guardare attentamente sono proprio collegati alla figura di Zio Paperone, alla sua formazione, al suo sapersi mutare e, quando necessario, sacrificare per una visione più ampia delle cose.
Le avventure vissute in questa nuova saga si rivelano quindi necessarie alla ricostruzione e ricostituzione del personaggio di Zio Paperone, avvicinandolo se vogliamo alla visione contemporanea del personaggio che abbiamo, che amiamo e che è stata declinata anche a livello animato.
La saga è anche un racconto sul rischio d'impresa, dando persino indicazioni su come un impero finanziario possa porsi ed ergersi sopra sbagliati stilemi retorici.
E' una storia che celebra il personaggio sotto ogni suo aspetto, che esalta lo spirito per l'avventura e che dimostra alla base un attento studio di preparazione.
Dalla giungla al deserto, dalle profondità cristalline della crosta terrestre a quelle siderali dello spazio, Fabio Celoni, pur spinto da una grandissima e scoppiettante vena fantasiosa, dimostra di aver ricercato quanto più possibile fonti d'informazione scientifica certe e corrette.
Per chi come me è un divoratore di fumetti e di film non potrà sfuggire un piccolo rimando al film "The Core" nel capitolo "Zio Paperone e il Mondo di Cristallo".
"Il Destino di Zio Paperone" spicca anche per i testi e per il linguaggio dei personaggi.
Da parole erudite ad importanti concetti conoscitivi che faranno dire con orgoglio alle nuove generazioni "l'ho imparato leggendo Topolino!", la storia e i suoi dialoghi sono una ventata di aria fresca, spingendosi nella direzione ormai solcata dal settimanale sotto la guida di Alex Bertani, facendo si che "Topolino" come pubblicazione si sia affermato per qualità tanto narrativa quanto artistica.
C'è un altro elemento importante nei dialoghi, ovvero le battute e la caratterizzazione dei personaggi.
Ci sono passaggi dove il confronto tra Zio Paperone e Battista, o ancora tra Zio Paperone e Paperino, fanno scompisciare dal ridere, perché sottolineano la caratterizzazione da "vecchio taccagno" del primo.
Non è scontato che certi passaggi avvengano, che una storia, per quanto ben scritta e disegnata, presenti dei testi brillanti.
In questo caso è avvenuto e quindi tanto di encomio a Fabio Celoni per aver trovato un linguaggio irriverente, erudito e coinvolgente per ogni target di lettore.
Parliamo ora dei disegni.
Premesso che c'è ormai ben poco da dire sulla maestria artistica di Celoni, moderno Maestro Disney, ancora una volta vediamo come il buon Fabio abbia, non solo messo una cura certosina dei dettagli nelle tavole, ma anche cercato di spingere il proprio tratto in altre direzioni.
Se prendiamo come precedente asticella di livello artistico la trilogia horror disneyana, notiamo qui delle sostanziali differenze.
Ad esempio, pur mantenendo una curvilinea morbidezza del tratto che amplifica le rotondità disneyane, in questa saga Fabio Celoni sembra muoversi in una direzione molto più aperta e luminosa, lasciando solo quando necessario, spazio alle ombre e al tratteggio estremamente fitto, permettendo così ai colori di Luca Merli di ampliare atmosfere ed emotività del racconto.
Anche la resa visiva anatomica dei personaggi pare differente dal passato. 
Pur continuando a sfruttare la peculiare recitazione anatomica della rotondità dei corpi disneyani, vedi ad esempio il modo di muoversi e di recitare di Archimede, Paperino e Paperone stesso, che rispecchia la caratterizzazione dei personaggi, in questo racconto, come già in parte accennato in precedenza nella storia "Zio Paperone e i Tempi nel Klondike", Fabio Celoni sembra cercare una definizione più pop dinamica del disegno, dando maggiore slancio e una più netta linea cinetica, trovando un giusto compromesso visivo tra la propria e marcata impronta autoriale e la visione artistica d'insieme del settimanale. 
E' un tratto molto più incisivo, molto più energico, che non permette alla storia di rallentare, che mostra uno storytelling formidabile di vignetta in vignetta, di tavola in tavola e di capitolo in capitolo.
A livello artistico la storia riesce a mettere d'accordo i gusti di più generazioni di lettori, dal target principale del settimanale che cerca un disegno attento e ritmato, alla vecchia guardia a cui appartengo che cerca un disegno curato nei dettagli di costume, scenografia e anche anatomia.
Le tavole di questa storia sono spettacolari, lasciano il lettore letteralmente a bocca aperta.
Senza dubbio l'apporto al colore di Luca Merli è stato non solo importante ma anche fondamentale per la resa finale del progetto.
Un occhio attento nota come il rapporto professionale d'intesa tra disegnatore e colorista faccia la differenza.
Qui il colore da anima al disegno, fa risplendere emozioni ed atmosfere, amplifica l'effetto wow e ti costringe piacevolmente a soffermarti sulla tavola, a coglierne ogni singolo dettaglio.
Vediamo ad esempio come le atmosfere notturne siano splendidamente rese, facendo sì che disegno e colore si uniscano in un unico elemento visivo.
O ancora, come il colore sia estremamente necessario e necessiti di particolari e curate sfumature a seconda dell'ambientazione.
Le ormai sorpassate tinte piatte del passato avrebbero demolito questo fumetto, per fortuna che il colore ha trovato da tempo la propria strada sulle pagine del settimanale.
Nel complesso quindi una storia molto bella, accompagnata al suo esordio da una copertina pittorica rivoluzionaria per il settimanale.
Nel suo aspetto originale dimostra un'impronta visiva tributiva a Caravaggio, alla sua emotività umana e concreta, al sapiente rapporto tra luci ed ombre con il loro gioco che va a plasmare la realtà.
Un'illustrazione che coglie appieno l'essenza dell'opera, un personaggio riportato alle proprie povere radici, con una spettrale ombra minacciosa che incombe su di lui ed una luce che emerge da un decino, fonte della ricchezza del personaggio.
Che poesia in quella illustrazione, così incisiva, così emotiva!
Per concludere quindi, una nuova grande storia che brilla per narrazione, testi, disegni e colori, che si afferma senza dubbio come un nuovo grande classico disneyano a fumetti e che celebra alla perfezione l'importante anniversario del personaggio di Zio Paperone, ben 75 anni di vita editoriale!
Non si poteva puntare su un cavallo migliore per celebrare questo personaggio!
In attesa di una riedizione cartonata in grande formato, che sono certo arriverà e che senza dubbio celebrerà nuovamente Zio Paperone e il lavoro di Fabio Celoni e Luca Merli, potete recuperare l'intera saga a puntate sia in edicola, attraverso il servizio arretrati di Prima Edicola, sia in fumetteria.
Se già non l'avete letta, fatevi un regalo di inizio anno e recuperatela, non ve ne pentirete!

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LO STAFF DI ASSOCIAZIONE CULTURALE BERGOMIX

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